giovedì 24 dicembre 2015

La druida

 Il sentiero si inerpicava sulla collina fino a raggiungere un'antica struttura, due torri svettavano, la prima, ancora ben conservata era merlata e alla sommità notarono immediatamente un uomo armato di lancia e scudo, scrutava l'orizzonte e ogni tanto si spostava a destra e a sinistra. L'altra torre, doveva aver subito un attacco, ne portava ancora i segni, malgrado fosse stata di recente rattoppata in un qualche modo, lungo il lato destro si notavano ancora delle crepe e bruciature.
Ai lati del grande portone, due guardie incrociarono le lance per impedire al nano e al suo seguito di passare senza essere interrogati.


Il chierico, scese dal carro e fece vedere la lettera che aveva ricevuto giorni prima dal sovrano. La guardia prese il foglio di carta arrotolato e srotolandolo, lo lesse velocemente "dunque è il duca che vi ha fatto chiamare" poi guardò per un istante Alak che era rimasto sul cavallo al fianco di Alartes "garantite voi per lui?" chiese avvicinandosi al nano e parlando sottovoce.
"Certo certo" boffonchiò Khellendrox, poi alzando il tono della voce "la duchessa ha già partorito?"
"No mastro nano, a quanto pare manca ancora un mese al lieto evento" poi aggiunse "passate pure" quindi, guardò sui camminamenti sopra al portone e da lassù una guardia fece un cenno.
Il portone, iniziò lentamente ad aprirsi cigolando sui cardini e il nano salutando la guardia con un cenno risalì sul carro "andiamo a vedere di che si tratta" disse alla donna che sedeva al suo fianco".
Oltre il portone si aprì uno spiazzo enorme, botti e casse erano abbassate a destra e a sinistra del passaggio che portava all'ingresso principale della fortezza, uomini robusti stavano scaricando merci da uno dei carri che era entrato prima di loro. Il mercante che dirigeva i lavori sembrava piuttosto preoccupato e con voce stridula ogni tanto urlava "state attenti, non sbattete quella cassa, piano piano".
Quando Khellendrox e Adryen scesero dal carro, un ragazzotto piuttosto paffutello si prese cura dei due cavalli "mandatemi a chiamare quando ripartirete" disse avvicinandosi al nano.
Shin, Alak e Alartes scesero dai rispettivi cavalli e li legarono ad una staccionata dove ne trovarono legati altri.
Il chierico osservò per un breve istante il via vai degli uomini che entravano e uscivano da un magazzino, poi, Adryen attirò la sua attenzione altrove "quella deve essere la duchessa" disse la druida abbassando il tono della voce "a quanto pare è all'ultimo mese".
Khellendrox guardò la donna incinta che era appena uscita dal portone, era attorniata da alcune ancelle, molto più giovani di lei si premuravano che avesse tutte le comodità possibili.
Alak e Alartes si precipitarono verso un gruppo di soldati che si stavano allenando. Tre di loro davano spadate a dei pali di legno, altri due, tenevano archi lunghi tesi, pronti a scoccare le frecce verso paglioni non troppo distanti. I due si fermarono a pochi passi osservando gli allenamenti poi commentando tra di loro attirarono l'attenzione del capo istruttore che con aria un po' scocciata andò loro vicini "se volete potete unirvi a noi, altrimenti, fatemi il piacere di andare altrove".
Alartes guardò il chierico, quindi prendendo sottobraccio Alak tornarono verso il mago e il chierico che nel frattempo si erano avvicinati alla donna.
"Mastro nano, siete stato di parola, meno male" la nobil donna, che si era fermata per rifiatare dopo i pochi passi nell'aia, sembrava faticasse parecchio anche a parlare "mio marito sarà ben contento di vedervi e di sapere che non siete venuto solo. Detto tra noi, temo avrete bisogno di molte forze".
Khellendrox non volle chiedere spiegazioni delle parole non troppo chiare della donna "fatemi strada lady Millujha, sono impaziente di parlare con il duca".
Due ancelle spalancarono il portone e fecero entrare la duchessa e i suoi ospiti, quindi passati tutti quanti, si premurarono di chiudere nuovamente il portone alle loro spalle.
Il salone era illuminato da diversi candellieri, molto silenzioso, sembrava fosse stato ripulito da poco, il pavimento, in marmo scuro rifletteva la luce delle candele, una statua alla loro sinistra li accolse maestosa e macabra allo stesso tempo. Mentre Alak e Alartes non diedero nessuna importanza alla scultura, sia Shin che Khellendrox si soffermarono a guardarla "Si tratta della dea Huklimtyx" disse la padrona di casa "temo non possiate conoscerla", a smentirla fu Adryen "carissima duchessa, quella divinità, seppur andata perduta, è molto importante nelle terre da dove vengo, sono felice che voi l'abbiate a cuore". Khellendrox frugò nella sua memoria per ricordare qualche informazioni su quella divinità ma in effetti fu costretto a dar ragione a Millujha, non la conosceva, guardò l'elfo per vedere se almeno lui avesse qualche idea di chi fosse, ma nei suoi occhi scorse la più totale ignoranza e ne fu sorpreso e in fondo anche un po' rallegrato.
Davanti a loro, una rampa di scale saliva al piano superiore, una immensa balconata lasciavano intravedere alcune porte e mentre le ancelle si staccavano dal gruppo, la duchessa si avvicinò alla statua e le toccò un piede, poi guardò la druida e sorrise. "Seguitemi" disse la donna che iniziò faticosamente a salire le scale.
Saliti i gradini, la donna aprì la porta al centro della balconata, alta più di un uomo e larga quasi due volte un ingresso normale era di legno molto spesso. Una stanza magnifica si schiuse davanti ai loro occhi, colonne a destra e a sinistra e finestre con drappi colorati. Il duca era seduto sul trono e stava parlando sommessamente con uno gnomo che stava alla sua destra.
La moglie, fece accomodare i nuovi arrivati e battendo le mani chiamò alcuni servi che portarono frutta e bevande "sarete affamati e assetati, il viaggio deve essere stato lungo".
Alak e Alartes si gettarono avidamente sul cibo mentre Shin preferì solo un calice con del vino bianco, probabilmente di origine elfiche. Adryen non prese nulla mentre il nano preferì spillarsi delal birra di color rubino da una delle botticelle.
Il duca terminò di parlare con lo gnomo, i due si salutarono calorosamente, poi l'uomo scese dallo scranno e ci raggiunse "grazie per essere venuto così celermente mastro nano" disse l'uomo "la nostra terra è afflitta da un male che nessuno riesce a curare e voi dovete trovare una soluzione".
Il nano lo guardò stranito "da dove viene questo male che voi avete descritto nella lettera come intenso, soporifero e malsano?".
"Dal terreno, in alcuni punti della pianura che si stende ad est e a ovest della forezza, sale ogni mattina del fumo grigio che trasportato dal vento uccide".
La moglie si sedette al suo fianco visibilmente stanca "nel pomeriggio vi faremo scortare sul terreno che temiamo sia maledetto".
Shin prese dalla borsa che teneva a tracolla un libro piuttosto ingombrante e iniziò a sfogliarlo, Adryen scosse il capo "la natura non credo abbia a che fare con questi presagi infausti, sarò ben lieta di studiare il terreno e interrogare la dea su questi strani avvenimenti".
Alartes e Alak non dissero nulla ma il nano sapeva che sarebbero stati pronti nel caso ci fosse stato bisogno di incrociar spade con nemici di qualunque genere.
"Ditemi, avete parlato di morti, solo tra gli animali o anche tra gli abitanti?"
"Chierico, temo che la pestilenza che subito colpiva solo piante e animali, da ieri abbia iniziato a serpeggiare anche tra gli uomini, proprio stamane, ho appreso dallo gnomo che è appena uscito che alcuni individui della sua gente, in missione per cercare pietre e erbe in queste zone, sono stati trovati esanime. Veniva giusto per reclamare i corpi e per dar loro giusta sepoltura".
"Potrei vederli?" chiese l'elfo alzando lo sguardo dal libro che teneva sulle ginocchia.
Khellendrox lo guardò un po' stupito "pensate di trovare qualche indizio esaminando le loro spoglie mortali?".
"Sì, mastro nano, non dobbiamo lasciare nulla d'intentato, credo che possano portare i segni del maligno sulla loro pelle, se di maligno si tratta".
Alak si alzò e prese a passeggiare nerosamente per l'immensa sala, i suoi passi echeggiarono a lungo, fino a quando il nano, spazientito lo fermò "cosa ti turba?".
"Mastro nano, avremo da combattere nemici visibili o invisibili?".
"Tempo al tempo, mio buon amico" intervenne Alartes prima che Khellendrox avesse il tempo di rispondere "abbiamo sconfitto creature di ogni genere, reali o immaginarie, vive e morte, non sarà certo del fumo che sale dal terreno a spaventarti?" ridacchiando e prendendosi un poco gioco di lui.
"Certo che no" tornando a sedere Alak prese lo stocco e iniziò a rigirarlo tra le dita della mano destra "è che non sopporto dover attendere".
"Capisco l'impazienza, ma dobbiamo essere cauti" disse il nano.
"Andiamo ad osservare i cadaveri e poi a far il giro di perlustrazione, sono certo che presto verremo a capo di questo enigma".
Il duca fece strada e tutti uscirono dalla sala tranne Millujha che preferì restare a riposare "andate, andate pure, io mi sento spossata, preferisco andare a riposare". Il duca alle parole della moglie si ferò slla porta, quindi scusandosi tornò verso la donna, le posò un bacio in fronte e fece strada verso il luogo dove erano stati messi i cadaveri degli gnomi.

Nessun commento:

Posta un commento

Cosa ne pensate?