mercoledì 6 gennaio 2016

Lo scontro

La stazione della metropolitana a quell'ora era deserta, i convogli erano ormai fermi da tempo e i passeggeri avevano abbandonato la banchina e le scale di servizio.
C'era stato un via vai continuo di sirene quel giorno, e quando il nano era uscito dall'ufficio aveva un'idea precisa di cosa doveva cercare, i vampiri erano tornati.
Aveva indagato mesi prima su alcuni casi di vampirismo, e aveva incastrato la donna che si vantava di essere a capo di questo gruppo di fanatici che frequentando locali un po' alla moda abbordava i clienti più facoltosi e li dissanguava.
Le morti sospette erano state una decina, tutti corrispondevano all'identikit del bersaglio favorito, sano, ricco e annoiato.
Questa volta sembrava diversa, la chiamata era giunta inaspettata e anonima, certo doveva essere uno dei tanti informatori che Khellendrox pagava di tanto in tanto per tenere sotto controllo i bassifondi, ma ora, non si era qualificato in nessun modo e anzi, si era premurato di cambiare la voce con uno di quegli aggeggi elettronici che si potevano trovare a basso prezzo anche in un qualsiasi mercatino.
"Stazione sud, ragazza a terra" erano state le scarne parole che aveva ascoltato attraverso il cellulare, poi, aveva tentato di chiedere qualcosa ma aveva immediatamente sentito un click inequivocabile, telefonata interrotta.

Il nano salì sul suo Hummer e impostò veloce le coordinate della stazione sud sul navigatore. L'auto partì e autonomamente percorse le vie fino a destinazione, nel frattempo, lui, ebbe il tempo di studiare la planimetria della stazione.
Parcheggiò vicino all'entrata e scendendo si guardò attorno, le manie di persecuzione non gli erano passate, non dopo i vari inseguimenti che aveva dovuto seminare nell'ultimo mese.
"Nessuno" disse tra sé e sé, poi chiudendosi il giubbotto scese veloce le scale che lo avrebbero portato nel sottosuolo della città. L'ambiente, parzialmente illuminato dalle luci di sicurezza appese al soffitto puzzava di urina e muffa. Non sapendo dove cercare il corpo segnalato percorse lentamente il corridoio. Allontanandosi dall'ingresso la luce divenne sempre più scarsa, al punto che, malgrado i suoi occhi fossero abituati a vedere nella semioscurità, si decise ad accendere la torcia e illuminare il passaggio.
Rimase un po' deluso quando procedendo fino ai tornelli che delimitavano l'ingresso ai binari non trovò nessun tossico o barbone steso in terra a dormicchiare. Saltò il tornello e dopo aver guardato dentro la cabina del bigliettaio vuota, raggiunse la banchina.
L'aria, proveniente dal tunnel l'assalì gelida e tagliente, premette alcuni pulsanti sul giubbotto e subito avvertì un leggero calore invadere il suo corpo.
La luce della torcia illuminò i pilastri parzialmente ricoperti delle piccole mattonelle azzurrognole che dovevano aver arricchito buona parte delle pareti e del pavimento della stazione. Avvertì dei rumori alle sue spalle, prendendo il revolver si voltò di scatto puntandolo verso il nulla.
Illuminò le pareti, le pachine deserte e il pavimento davanti a lui e finalmente la vide.
Stesa a terra, immobile, giaceva una ragazza, doveva avere intorno ai vent'anni, portava una veste corta che metteva in mostra belle gambe leggermente muscolose, il bustino legato dietro la schiena metteva in mostra le sue curve generose, alle braccia portava dei bracciali bionici, in uno a intermittenza regolare, notò formarsi un immagine che poteva essere il percorso della metropolitana, visto l'intricato dedalo di linee azzurre, verdi e rosse, nell'altro braccio, il bracciale era munito di una piccola arma usata per lo più da difesa visto il corto raggio e le tre regolazioni che si potevano impostare per aumentare o diminuire i danni.
Il nano si inginocchiò vicino alla ragazza e scostandole i capelli ramati dal collo tentò di sentire il battito cardiaco. Il viso semicoperto da una maschera lasciava intravedere solo la parte destra della donna. Lineamenti molto aggraziati e un trucco leggero davano a pensare che avesse un lavoro e provenisse da un quartiere benestante.
La pelle fredda e il colore pallido non lasciarono molte speranze al nano, che iniziò a tastare il collo della vittima, fortunatamente, dopo alcuni lunghissimi secondi, riuscì a individuare un flebile ritmico tamburellare in corrispondenza della giugulare. Diede un ulteriore sguardo al corpo disteso cercando ferite sanguinanti, poi concentrò la sua attenzione su oggetti che potevano essere caduti o tracce dell'aggressione.
Il pavimento intorno alla ragazza era sporco e lo strato di polvere, spesso e grigiastro, non mostrava stranamente impronte. Khellendrox frugò nella tasca della giacca e trovò un astuccio, premendo la superficie si aprì e al suo interno scintillarono alcune fialette, facendo scorrere le dita sui piccoli contenitori scelse quella di colore giallo, richiuse l'astuccio e lo rimise in tasca.
"Ora vediamo di svegliare la principessa" disse rompendo la fialetta e portandola vicino al naso della ragazza.
La donna sembrò non reagire all'odore del contenuto della fiala, quindi il nano un po' impaziente lo agitò ancor più violentemente avvicinandolo alle narici della malcapitata, poi, ad interrompere la sua azione piuttosto maldestra fu un rumore alle sue spalle.
Khellendrox lasciò cadere la fiala che si ruppe sul pavimento e puntò torcia e pistola nella direzione opposta ai binari giusto in tempo per vedere un'ombra scostarsi dal muro e veloce ruzzolare verso il gabiotto deserto del bigliettaio.
"Chi va là" pronunciò secco.
Dal gabbiotto non arrivò nessuna risposta mentre alle sue spalle avvertì un leggero fruscio, dovendo tener d'occhio il bersaglio primario sperò che si trattasse della ragazza miracolosamente rinvenuta.
Poi sentì una mano appoggiarsi alla sua larga schiena, ebbe un sussulto ma restò immobile continuando a puntare il revolver verso il piccolo container in plexiglas.
"Che sta succedendo?" chiese una voce femminile un po' strascicata alle sue spalle.
"Abbiamo ospiti indesiderati" rispose il nano restando carponi e spostandosi un po' di lato "il gabiotto deve essere occupato dal tizio che ti ha tramortito".
La ragazza si addossò al nano e avvicinando la bocca al suo orecchio disse lentamente "impossibile".
Il profumo di vaniglia e altro proveniente da quel corpo sinuoso appiccicato al suo inondò i suoi sensi, si limitò ad abbassare il capo poi sottovoce rispose "comunque preferirei scoprirlo prima che abbia il tempo di uscire dal nascondiglio".
La ragazza, sempre addossata a Khellendrox rallentò il proprio respiro, passò qualche secondo poi sempre accostandosi all'orecchio quasi lo facesse apposta per vedere la sua reazione disse "vedo una sagoma raggomitolata nell'angolo a destra".
Il nano sorrise e spostò la mira dell'arma nel punto indicato "ora lo striniamo" e sul suo viso scomparve il sorriso e si fece largo un ghigno di soddisfazione.
"Aspetta" disse prontamente la donna al suo fianco "potrebbe esserci utile".
Il nano non attese oltre premette il grilletto e dal suo revolver partì un lampo azzurrognolo.
Il bersaglio si produsse in un balzo assai improbabile per un umano e riuscì miracolosamente a schivare il raggio laser, uscendo dal nascondiglio fece una serie di capriole verso il muro opposto e iniziò a sparare all'impazzata.
I proiettili fischiarono attorno a Khellendrox e a Lucilla, fortunatamente per loro senza trovare il bersaglio voluto e perdendosi alle loro spalle sui binari.
Khellendrox si lanciò verso una delle panchine trascinandosi dietro anche Lucilla che lo seguì docilmente sembrando il suo bagaglio a mano.
I due caddero dietro a quell'esiguo riparo "tutto a posto?" chiese il nano alla ragazza che ansimava al suo fianco.
"Certo" si limitò a rispondere poi si aggiustò la maschera sul viso che era scivolata appena di lato e trascorsi alcuni secondi indicò un punto al nano "dietro quelle casse".
Khellendrox si vide costretto ad abbassare il visore, nel balzo verso la panchina aveva perso la torcia e ora tutto l'ambiente era piombato nella completa oscurità.
Il nano guardò verso il punto indicato da Lucilla ma non dive nulla, meravigliato della cosa dedusse che nel bersaglio non scorreva sangue caldo, si domandò quale essere potesse sfuggire ai raggi infrarossi, ma lì per lì non trovò alcuna risposta.
Dalle casse spuntò la canna di una pistola e subito dopo altri proiettili esplosero rompendo il silenzio. Khellendrox venne colpito ad una spalla e trattenne a stento un'imprecazione, gli altri, fortunatamente, fecero la fine dei precedenti andando a schiantarsi vicino a binari deserti.
"Tutto bene" chiese Lucilla visibilmente preoccupata.
"Sì, fortuna stamattina ho indossato il corpetto, e l'arma del tizio non può molto contro la mia imbottitura".
"Poi sembra piuttosto maldestro"
"Lo vedi?"
Lucilla non rispose subito, poi si spostò di un passo e sembrò essere nuovamente sul punto di parlare quando altri colpi esplosero dalle casse.
"Ma quanti colpi ha quella stramaledetta arma?" si chiese il nano a voce alta.
"Ottanta" rispose una voce stridula da dietro le casse e poi aggiunse una risatina di scherno.
"Allora? Vedi qualcosa? riprese il nano a voce bassa.
"No, nulla" disse Lucilla tristemente "deve possedere delle abilità speciali, altrimenti non si spiega".
Khellendrox scosse il capo "con questa arma non potrò mai stanare il nostro amicone. Ho dimenticato l'artiglieria in auto".
Lucilla abbozzò un sorriso "quindi siamo in una situazione di stallo".
Khellendrox ricordò la prima risposta di Lucilla "impossibile, come poteva essere impossibile che quello fosse l'agressore" fu sul punto di chiedere spiegazioni ma una nuova granaiuola di colpi sparati da dietro le casse raggiunsero la panchina che si inclinò su un lato lasciando parzialmente scoperto il nano.
Khellendrox prese nuovamente sottobraccio Lucilla e con un balzo spostò entrambi vicino al muro. Da quella posizione non riusciva più a vedere le casse dove la creatura si era nascosta ma almeno aveva garantito ad entrambi un sicuro nascondiglio.
Lucilla sbuffò "dovevi proprio?".
Il nano non rispose, si sporse appena uscendo dal suo nascondiglio e tornò a scandagliare il corridoio vicino alle casse.
Il visore mostrò una sagoma arancione che si stava muovendo o meglio strisciando verso l'uscita della metro.
"Sta scappando" disse in un sussurro e immediatamente si mosse sparando verso il corridoio.
Al suo sparo rispose il fuggitivo esplodendo a sua volta dei proiettili a casaccio.
Khellendrox si mosse seguito da Lucilla, saltarono i tornelli e si infilarono nel lungo corridoio verso l'uscita della stazione, davanti a loro la creatura a sangue freddo strisciò a ridosso del muro, poi scomparve.
"L'ho persa" disse il nano guardando alle sue spalle cercando un conforto o una conferma.
Lucilla immediatamente scosse la testa "anche io".
Quando raggiunsero l'ingresso della metropolitana stava albeggiando, Khellendrox prese sottobraccio Lucilla assolutamente intenzionato a portarla con sé per interrogarla sull'accaduto. Lei non si divincolò accettando senza remore di seguirlo, salirono in auto e il nano dopo aver schiacciato il pulsante dell'accensione fece fischiare il motore elettrico del mezzo immettendosi veloce nel traffico cittadino.

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