mercoledì 23 marzo 2016

Droghe e vampiri


Quando il nano arrivò fortunatamente non era ancora troppo tardi. Uscito di casa quella mattina aveva girovagato per la periferia andano a parlare con alcuni informatori, il suo intento era quello di cercare la fabbrica di droidi gestito da alcuni nord coreani giunti in città circa un anno prima.
Parlando con Smith si accorse che il sommerso era diventato impossibile da controllare, aveva un bel da dire il colonnello della milizia, ma anche volendo il numero dei clandestini e degli immigrati era aumentato in maniera esponenziale e si erano insediati un po' nella periferia industriale abbandonata e un'altra parte al porto dove capannoni dismessi si contavano a decine.La droga sintetica aveva fatto il suo ingresso e con questa nuove tecnologie cibernetiche per lo più difettose che promettevano avanzamenti fisici e psichici ma poi si dimostravano dannose qualche volta mortali.
Risalito sull'Hammer Khellendrox aveva acceso il baracchino per sentire se ci fossero novità, premendo il pulsante della ricezione delle frequenze fu incuriosito da due voci roche che si susseguivano a ritmo serrato.
"... li chiamano i nuovi vampiri" disse la voce maschile.
"ho sentito dire che trovano la sostanza da un tale che si fa chiamare Ghong" poi una pausa e la donna aveva ripreso "l'hai mai provata?".
Non era difficile sentire per radio di gente che faceva esperimenti, magari aveva trovato pasticche in un locale la sera prima o al parco e prima di ingerire quelle pillole multicolore o trasparenti chiedeva informazioni ad espertoni.
"sì, già provata, un vero sballo" rispose l'uomo "prendila a stomaco pieno, prima di uscire per la serata e diverrai vampira".
Naturalmente sapeva che il termine era fittizio, aveva visto la donna e l'uomo qualche sera prima "dissetarsi" al collo di un poveraccio, ma restava convinto si trattasse di un eccesso di zelo.
"Allora vado..." queste furono le ultime parole che Khellendrox ascoltò su quella frequenza prima di entrare nel tunnel che congiungeva la città vecchia con la parte nuova.
Superato il tunnel e ritrovato il segnale, la banda restò muta, accese un altro batolino sopra al baracchino e premette una sequenza di tasti, sul piccolo visore si formò una sinusoide verde e sotto dei piccoli numeri presero a scorrere.
"E ora vediamo dove stai di casa" disse tra sé e sé.
Le coordinate che comparvero sullo schermo e che si rifletterono sul cristallo davanti al volante ingrandendosi indicavano un luogo non troppo lontano, triangolò quei punti sovrapponendoli alla mappa della città e scoprì che si trattava di un piccolo parco abbandonato di fronte al teatro Maxim.
La strada, deserta, gli permise di accelerare, alcuni individui che camminavano frettolosi sul marciapiede a destra e a sinistra del viale, al suo passaggio si fermavano curiosi, poi appena incrociavano lo sguardo del nano, abbassavano nuovamente il viso e tornavano a camminare svelti.
Sterzò nella via a destra malgrado fosse a senso unico nella direzione opposta, vide l'insegna sgalembra del teatro e davanti a sé il parco.
Tornò sulla via principale e decise di parcheggiare, quindi, prima di scendere controllò la piccola arma che teneva nella fondina attaccata al petto, posizionò l'interruttore sullo stordimento, non aveva intenzione di uccidere nessuno e poi scese dal mezzo.
Alcuni giovani stavano facendo capannello poco distanti sul prato, parlottavano a voce passa e davano dei calci a qualcosa sdraiato in terra.
Quando si avvicinò uno dei ragazzi lo vide e avvertì gli altri che subito si allontanarono lasciando intravedere ciò che stava sdraiato in mezzo al campo.
"Aspettate..." si limitò ad urlare, ma i ragazzini si erano già dileguati probabilmente paurosi di essere incriminati per qualcosa che non avevano commesso o per esserli per altri reati.
Khellendrox oltrepassò il cordoletto che limitava il parco dalla strada e si avvicinò lentamente al corpo sdraiato in terra.
Lo spettacolo non era dei migliori, una ragazza, vestita per andare ad uno di quei party alla moda, giaceva a terra, il viso aveva assunto una smorfia che le deturpava la bellezza dei suoi vent'anni, si chinò e l'odore inconfondibile della droga lo assalì, si mise la mano destra davanti alla bocca mentre con la sinistra andò a sentire se vi fosse ancora vita in quel corpo steso.
La pelle chiara era fredda ma dalla giugulare giunse un flebile battito, allora, trattenne il fiato e frugando nelle tasche trovò una fiala, l'aprì e iniettò direttamente sul costato della ragazza il liquido azzurrino.
Il corpo della giovane ebbe un sussulto, gli occhi si spalancarono e dalla bocca uscì un rivolo di sangue, disse qualcosa ma il nano non riuscì a capirne il senso "fra poco dormirai e ti porterò in ospedale" gli disse, e poco dopo la ragazza in effetti, richiuse gli occhi e sembrò aver trovato la pace.
Khellendrox la prese tra le braccia, attraversò la strada e dopo aver aperto la portiera posteriore l'adagiò sul sedile "ora vediamo di darti una bella ripulita" richiuse la portiera e salì al posto di guida "abbiamo poco tempo, si ballerà un po'" disse anche se sapeva che la donna non poteva sentirlo.
— con Jana Daniela

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