sabato 26 marzo 2016

Lo scontro tra bene e male...


Con l'arrivo delle sacerdotesse e dell'angelo la piana si era animata di strane creature, un vento da prima caldo poi via via sempre più fresco accarezzò i visi dei presenti. Passarono alcuni secondi in cui i due gruppi si fronteggiarono senza dire una parola, poi, una delle succubi avanzò verso i nuovi arrivati.

Anjesh posò il suo sguardo a lungo sul Deva che impugnata la sua spada di luce le si fece incontro. Lei aprì le ali e spiccò il volo preparandosi ad affrontare l'essere celestiale.
Il mago, guardò Khellendrox e sorrise, poi chiamò a sé Alak e Alartes, aveva in mente solo una cosa, fuggire e lasciare che le sacerdotesse e il loro Deva se la vedessero con il mago nero e le sue succubi. L'incantesimo trasmise il suo pensiero ai suoi compagni, il solo Khellendrox, già vicino a lui lo guardò pronto ad essere teletrasportato, gli altri due, distanti, volsero lo sguardo verso Shin, poi guardarono la succube che era vicino a loro, non avrebbero potuto raggiungere immediatamente il mago.
Ophely abbassò gli occhi e con un incantesimo intercettò il pensiero dell'elfo, quindi guardò i due guerriero che aveva vicino e calò su di loro due colpi tremendi. La sua mazza colpì Alak in pieno volto, il mezzosangue venne sbalzato proprio verso il mago che lo stava aspettando, cadde sul terreno con un tonfo e conservando solo le ultime forze si trascinò verso il mago.
Osservando il proprio nemico rotolare sul terreno sorrise e poi si concentrò su Alartes che puntando i piedi nella sabbia attendeva il colpo mortale. La mazza della succube lo raggiunse all'addome, ruppe l'armatura e gli squarciò il ventre, rotolò in terra rantolando e seguendo le orme del compagno caduto prima di lui diresse la propria ultima corsa verso il mago.
Quattro delle sacerdotesse iniziarono a salmodiare, il vento si fece più fresco e mulinelli circondarono Alak, Alartes, Shin e Khellendrox trasportandoli verso l'alto e raggruppandoli. La loro intenzione fu chiara, riunirli per poi permettere a Shin di farli sparire da quel luogo di morte.
Anjesh ad una decina di metri d'altezza si diresse in picchiata verso il Deva con l'intenzione di colpirlo.
Il primo colpo fendette l'aria, la creatura celestiale infatti, riuscì a schivare quel primo attacco, poi, veloce la succube fece roteare la mazza che questa volta colpì l'angelo alla spalla destra.
Serenya, unica sacerdotessa fuori dal coro alzò la propria voce e guardando lo gnomo lanciò su di lui un potente incantesimo. Oplux avvertì la potenza investirlo e la sua corporatura iniziò a crescere di misura.
Il mago nero, squadrò le cinque sacerdotesse, sapeva di avere di fronte un nemico temibile e così alzando la voce iniziò a recitare un vecchio incantesimo, cinque sfere sfere colorate si formarono sulla sua testa e dopo poco sfrecciarono nell'aria andando a colpire le cinque donne velate.
Char, imitando la sorella Anjesh spiccò a sua volta il volo e si diresse verso l'angelo mulinando la sua mazza, il colpo fu violento e il Deva fu costretto ad indietreggiare di un passo per reggere quell'attacco.
Oplux aumentato di statura e rinvigorito dall'incantesimo delle sacerdotesse si avventò sul mago nero colpendolo con la sua picca, la ferita prodotta sul fianco destro rigettò un liquido nerastro che a contatto col terreno iniziò a schiumare.
Il Deva, accerchiato dalle due succubi aprì leggermente le ali e brandendo la sua lunga spada con entrambe le mani colpì prima l'una poi l'altra che caddero al suolo.
Le parole dell'incantesimo di Shin si persero nel vento e in una luce accecante l'elfo, il nano e i due guerrieri scomparvero.
Manhu si azzittì per un attimo, poi guardò il mago e allargando le braccia pronunciò veloci le parole di un incantesimo potente, la sabbia intorno a lui si mosse e andò a ricoprirlo interamente impedendogli di muoversi.
Misha e Camry e Cecyl si presero per mano e all'unisono iniziarono a fischiare un motivo soave, intorno all'angelo si formò un alone blu ed egli avvertì un calore crescente.
Anjesh furente per il colpo subito attaccò la figura celestiale e da quella posizione riuscì a ferirlo alla gamba destra.
Serenya rimase silenziosa seguendo le movenze di Oplux, una volta colpita dalla sfera azzurra lanciata dal mago perse la concentrazione e cadde a terra.
Char si concentrò sull'angelo, poco le importava se egli l'avesse colpita, girandogli attorno lo colpì alle gambe con la mazza facendolo piombare a terra.
Oplux dopo l'attacco iniziò a perdere di statura, la stanchezza lo attanagliò, probabilmente Serenya, colpita aveva perduto i suoi poteri su di lui, per resistere tentò di fare immediatamente un controincantesimo ma non servì a nulla, lentamente il suo sguardo si ottenebrò e cadde in un profondo sonno.
L'angelo un po' stordito riuscì a rialzarsi e poi fece calare la spada su Anjesh, poi roteando su se stesso colpì anche l'altra succube che era calato su di lui ma sfortunatamente per lui il suo colpo non andò a segno.
Ophely si inginocchiò a terra circondando le nude ginocchia con le braccia, si concentrò e ben presto dal terreno salì una fiammella, poco dopo, come era già successo in precedenza per lei e le sue sorelle, dalla fiammella nacque una nuova succube, le due si guardarono e poi come se fossero una creatura unica guardarono il Deva che ora sapeva di avere una nemica ulteriore.
Quattro delle sacerdotesse vedendo l'angelo in difficoltà tornarono ad intonare un canto nuovo, dovevano far sì che la loro creatura non perdesse la concentrazione altrimenti sarebbe stata la fine.
Anjesh dolorante si concentrò e socchiusi gli occhi si concentrò sulle loro armi che in un battito di ciglia divennero fiammeggianti.
Monique si mosse veloce e raggiunga la figura angelica tentò di colpirla con la sua mazza fiammeggiante ma il Deva riuscì a scivare entrambi i colpi inferti e ridendo si avventò su di lei.
Serenya tentò di svegliare Oplux, staccandosi dal gruppo si avvicinò allo gnomo che sdraiato in terra tremava e parlava sommessamente.
Il mago nero appoggiando le ginocchia al terreno raccolse un po' di sabbia, ci sputò sopra e sui palmi delle mani comparvero due fiammelle che egli lanciò verso il cielo. La nube colpita fece cadere pioggia incandescente che andò a colpire le sacerdotesse, l'angelo e anche il povero gnomo dormiente.
Char tentò di colpire il Deva che però riuscì a scivare il colpo gettandosi di lato. Lo gnomo colpito  dalla pioggia bollente si svegliò e stringendo le mani a Serenya prese a cantare curando le ferite dei suoi compagni.
L'angelo furente colpì prima Monique che l'aveva sfidato e poi la sua furia calò anche su Char che maldestramente lo aveva graziato in precedenza.
La battaglia si protrasse fino a sera, quando il sole ormai stava calando all'orizzonte il mago nero attinse dalle sue residue energie e guardando le sacerdotesse urlò un unica parola, una dopo l'altra caddero al suolo esanime e l'angelo assistendo a tale scena urlò al cielo parole arcaiche.
Oplux dopo aver supportato le sacerdotesse e l'angelo con cure e altri incantesimi decise di passare al contrattacco e sdraiatosi a terra fece giungere da est uno sciame di piccole creature che circondarono Char e Anjesh facendole morire tra attroci sofferenze, le creature demoniache, consumate, presero fuoco e scomparvero in una nuvola di fumo denso.
Lo scontro si divise su due fronti il Deva circondato da Ophely e Monique furenti per la perdita delle sorelle e sull'altro fronte Oplux e il mago nero rimasti entrambi senza incantesimi si affrontarono con armi "terrene".
Quando il buio fu totale Ophely, vistasi oramai sconfitta si gettò sull'angelo sperando di colpirlo di sorpresa, ma al contrario fu lui che riuscì con una manovra acrobatica a trafiggerla e darle il colpo di grazia. Monique solitaria contro la figura angelica continuò lo scontro ma senza più il supporto delle sorelle si vide sconfitta e morì dopo aver inflitto diverse ferite al nemico.
Il mago nero dal canto sui riuscì a rintuzzare gli attacchi dello gnomo, poi vista scomparire anche l'ultima delle sue creature decise di fuggire, reclinando il capo sussurrò una parola, forse la sua ultima, poi scomparve in una fiamma azzurra.
"Ebbene, abbiamo vinto" disse l'angelo "ora devo portarti al tempio".
Oplux guardandosi attorno sorrise "e sia...".

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