sabato 30 aprile 2016

La ricerca del druido Provluv/3

Carmilla da diversi anni abitava nel bosco di Shower, fino ad alcuni anni prima era stata allieva di Provluv, poi lo stesso druido, una mattina l'aveva allontanata "il mio compito è finito, gli insegnamenti che ti ho trasmesso possano guidarti per le strade del mondo, ora tocca a te trovare la tua collocazione. Qualunque sia non lasciarti sopraffare dalle tenebre che sono sempre alla ricerca di linfa nuova".

La ragazza seppur a malincuore lasciò la regione del Gondwind e mise tra sé e il druido parecchi chilometri. Durante i mesi in viaggio si fermò ad assistere malati, fece da pacere in una disputa tra regnanti e partecipò suo malgrado perfino ad una battaglia per la cacciata di alcune creature che infestavano la zona e che avevano seminato morte e distruzione tra la povera popolazione dedita per lo più alla caccia e alla pastorizia.
Dopo il lungo pellegrinaggio aveva deciso di fermarsi, probabilmente non sarebbe stata la sua ultima destinazione ma appena si inoltrò nella foresta si sentì a casa.
Il bosco di Shower si estendeva per diversi ettari fino ai monti, era abitato da elfi dei boschi che accettarono di buon grado la presenza della druida.
La notizia della sua presenza nella regione si sparse e spesso viandanti e avventurieri passando per il bosco chiedevano a lei infusi, creme e anche consiglio.
Carmilla, dopo aver intrattenuto per diverso tempo un rapporto epistolare con l'anziano druido non aveva più ricevuto sue notizie, al principio aveva pensato che l'uomo si fosse trasferito e non avesse ricevuto le sue ultime lettere, poi, ricorrendo alla magia si fece largo in lei l'idea che gli fosse successo qualcosa.
L'animale messaggero che aveva mandato tornò dopo alcuni giorni, senza recare nessun messaggio da parte di Provluv al contrario, la druida nei suoi occhi lucidi lesse con orrore l'immagine terribile di ciò che aveva visto.
La piccola casa dove abitava il druido, era stata distrutta da un incendio, il fumo si levava ancora dal terreno e dai tronchi anneriti che un tempo formavano le pareti e il tetto e ora caduti a terra facevano di quel posto un tempo tranquillo, un luogo lugubre.
Il giorno seguente un nano in armatura si presentò alla sua porta, disse di venire dalle montagne del Gernitlig, mandato dal suo sovrano le consegnò una pergamena arrotolata e chiusa con tanto di sigillo, poi, mentre lei rompeva il sigillo e iniziava a leggere le prime righe, il nano scomparve.
Carmilla dopo aver pronunciato alcune parole scandagliò il bosco alla ricerca del nano, le parve di vederlo, poi, probabilmente protetto da magia scomparve definitivamente.
La ragazza un po' stizzita riprese a leggere la missiva. Il sovrano le chiedeva di far da guida a un suo uomo di fiducia "... è un nano di provata esperienza, vi aspetterà ai margini della foresta di Minues luogo a voi congeniale, insieme dovrete trovare l'amico Provluv che so essere stato vostro maestro. Non ho sue notizie da tempo e confesso di essere preoccupato. Andrete a Gluhdrin, tra i borghi della capitale ho le sue ultime informazioni, voi avrete il compito di trovarlo e riportarlo sano e salvo qui alla mia presenza".
La druida richiuse la pergamena e dopo aver riempito una sacca che si mise a tracolla, si avviò sul sentiero verso il luogo stabilito per l'incontro con il nano.
Quando il sole scese oltre l'orizzonte Carmilla raggiunse il limitar del bosco. La mattina seguente sapeva, avrebbe incontrato Ivan e insieme sarebbero partiti. Una volta sondato col pensiero i dintorni, trovò un luogo per passare la notte, poi si inginocchiò rivolgendosi alla Luna e iniziò a pregare.
Stava per finire il rito di ringraziamento quando alle sue spalle udì un rumore che la distolse dalle sue orazioni.
 Si voltò e vide tre sagome muoversi veloci tra le ombre. Il primo, la sovrastava in altezza, molto magro agitava le braccia e restò alle spalle delle altre due che basse procedettero verso di lei a carponi.
Carmilla, capendo il pericolo incombente, tornò ad inginocchiarsi e chiedendo il potere della Madre Terra pronunciò le parole dell'incantesimo che le avrebbe permesso di guadagnare tempo.
Le due figure, veloci, dimezzarono la distanza tra loro e la ragazza, poi, quando lei terminò l'incantesimo, si bloccarono di colpo, l'erba crebbe veloce aggrovigliandosi attorno alle loro caviglie e i loro movimenti per alcuni istanti sembrarono impacciati.
A districare la faccenda ci pensò l'uomo alle loro spalle, smise di agitare le braccia lasciandole cadere lungo i fianchi e per la prima volta Carmilla sentì la sua voce.
Non fu un incatesimo come si sarebbe aspettata la druida ma una sola parola "Flussus".
Dal cielo iniziò a cadere della cenere che inaridì il terreno e fece morire la vegetazione intorno alle due creature che tornarono a balzare verso la loro preda.
Carmilla decise di passare al contrattacco, unì le mani e iniziò a plasmare tra i palmi delle sfere azzurre e rosse che presero a vorticare, quando la prima belva fece un balzo per raggiungerla, la donna allungò il braccio e le fece mangiare la sfera infuocata.
La creatura leonina perse di vigore, guaì come un cane ferito e si sdraiò a terra iniziando a rotolarsi sul manto erboso rinsecchito dal precedente incantesimo.
L'altra creatura, pur vedendo la propria compagna finire miseramente a terra si lanciò su Carmilla e riuscì nel suo intento, la colpì con gli artigli delle zampe anteriori e sopraffandola la gettò a terra.
Carmilla immobilizzata a terra si trovò faccia a faccia con il Bretev, conosceva ogni punto debole e punto di forza di quell'essere, e ora sapeva anche quale ruolo avesse la figura ammantata che era rimasto lontano.
Lottò con tutte le sue forze per respingere un nuovo attacco, nuovamente rimase ferita e i solchi lasciati dalle unghie sulle sue braccia presero a sanguinare copiosamente.
Senza perdersi d'animo pescò dalla sua memoria un incantesimo e veloce pronunciò mentalmente le sue parole.
Il suo corpo prese a luccicare e irradiò una luce intensa che intimorì a tal punto la fiera da farla indietreggiare.
Ritrovandosi libera Carmilla raccolse il suo bastone e lo lanciò verso il Bretev che venne colpito in piena fronte e cadde esanime.
La foresta alle sue spalle iniziò a bruciare e il fuoco danzò veloce verso di lei. Il mago, rimasto solo,  doveva aver scagliato contro di lei una nuova magia che le sarebbe stata fatale se fosse stata ancora prigioniera dell'abbraccio della creatura da lui evocata.
A quel punto Carmilla si inginocchiò nuovamente e in pochi secondi dal cielo iniziò a piovere un incessante e fitta pioggia. Il fuoco si estinse lasciando tizzoni fumanti qua e là dove un tempo si ergeva la foresta rigogliosa.
Il mago, vedendosi sconfitto e probabilmente a corto di nuovi incantesimi si avvicinò a lei sguainando una lunga spada ricurva, lei a sua volta si preparò a rintuzzare quell'attacco col bastone.
Lo scontro durò alcuni minuti, l'uomo non si dimostrò molto forte e lei in più occasioni fu sul punto di ucciderlo, poi, proprio quando ormai lo aveva in pugno, il mago pronunciò nuovamente un unica parola e scomparve.
Carmilla sentì altri rumori provenire dalla sua destra e dalla sua sinistra, esausta e ormai priva di incantesimo che la potessero difendere da nuovi attacchi, decise di abbandonare quel luogo e non vista avviarsi solitaria verso la capitale dove il nano probabilmente, una volta vista la sua assenza al bosco l'avrebbe raggiunta.

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