mercoledì 15 giugno 2016

Il regalo

Era una giornata afosa, Serenya stava uscendo dal supermercato, d'un tratto tutto intorno a lei divenne buio, sentì le sue gambe tremare, venne percorsa da un brivido e si ritrovò in quell'ambiente, buio e fresco, la puzza di muffa e il profumo dell'incenso assalirono le sue narici.

Si guardò attorno e vide soltanto un'unica fiammella che al suo sguardo tremò. Era seduta su qualcosa di morbido che aveva preso la sua forma e tra le mani giunte teneva una catenella, tentò di guardarla ma il buio era così profondo che non vide nulla più che le nocce delle sue mani diventar pallide e bianche.
Trasse un profondo sospiro, sentiva ancora le dita di lui sulla pelle della sua schiena e ora percepiva le gocce di sudore ripercorrere quelle strade che lui, solo un attimo prima aveva abbandonato lasciandola sola.
La lingua passò sulle labra e il sapore metallico riaffiorò vivido, il calore le assalì la pelle della pancia e scese, d'istinto allargò le gambe, sospirò nuovamente e un gemito le uscì flebile dalle labbra socchiuse.
Deglutì in preda ad un misto tra sconforto e godimento, cercando di concentrarsi su ciò che stringeva tra le mani si voltò verso la candela unica fonte di luce in quell'oscurità opprimente e alzando entrambe le mani vide il ciondolo appeso a quella catenella oscillare.
Ora ricordava, la voce calda e suadente di lui le si ripresentò all'orecchio "Conserva questo dono, mia piccola essenza, tornerò a riprendere ciò che è mio e tu non potrai far altro che attendere quell'istante. Ricorda giacché non ne sarai mai sazia, ti diverrà sempre più opprimente l'attesa, quindi, il serpente alato che ora vedi immobile, potrà richiamarmi a te, ora sei mia per l'eternità".
Serenya tentò di alzarsi e fu allora che si accorse di essere nuovamente legata, le sue caviglie erano strizzate in corde robuste che la tenevano prigioniera a quella superficie morbida e le mani giunte, immobilizzate in quella posizione non le lasciavano scampo.
Malgrado il terrore che l'assalì in quell'istante, una consapevolezza l'avvolse, lui sarebbe tornato da un momento all'altro e avrebbe ripetuto quel rito che l'aveva immersa in quell'atmosfera sopita nel suo animo ribelle.
Strinse la catena ancor più tra le mani giunte e chiuse gli occhi e fu allora che le venne alla mente il nome di colui che l'aveva soggiogata.

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