sabato 18 giugno 2016

Prigioniera e schiava

Per alcuni giorni il sogno non la tormentò e le giornate si susseguirono lente e tranquille, l'estate sembrava essersi assestata, il tempo era buono e il caldo non opprimente come nelle settimane precedenti.

Quella notte Serenya fu nuovamente "visitata". Aveva lasciato la finestra leggermente socchiusa e la luce della luna illuminava il suo profilo nudo, stesa a letto stava cercando di prender sonno quando sentì un leggero scricchiolio alle sue spalle, restò immobile, smise addirittura di respirare, ascoltando il silenzio e attendendo che qualcosa accadesse.
Passarono interminabili diversi secondi e non accadde nulla, riprese a respirare e si rilassò sprofondando la testa nel cuscino, chiuse gli occhi e il buio l'avvolse.
Successivamente non seppe descrivere totalmente ciò che le accadde nei minuti successivi, ma le sensazioni rimasero vivide in lei.
Avvertì l'aria fresca sulla schiena e la pelle, sollecitata da quella brezza si increspò di pelle d'oca, invece che salire come si sarebbe aspettata la sensazione scese, mosse leggermente le gambe divaricandole leggermente e avvertì quella strana brezza bizzarra sfiorarle le natiche e scendere ulteriormente, provò piacere in quel tocco leggero ma anche un senso di paura. Alzò la testa e appoggiando le mani sul cuscino restò in ascolto.
Anche la brezza sembrò restare in ascolto, si placò lasciando sulla sua pelle fresca un velo di umidità.
Serenya tornò a sdraiarsi ma non chiuse gli occhi come aveva fatto in precedenza, al contrario restò vigile in attesa.
Avvertì una leggera pressione sul collo, poi avvertì un pizzicorio appena sotto il lobo dell'orecchio destro, infine, sussultò quando fu certa che denti aguzzi le stavano mordendo il lobo.
Quel gesto spontaneo la fece scivolare accorgendosi successivamente che i suoi polsi ora erano improvvisamente bloccati da una forza invisibile, fu lì lì per protestare ma ormai in preda ad un piacevole tormento non disse nulla attendendo nuovi sviluppi.
La brezza che in precedenza l'aveva colpita nella schiena ed era scesa, riprese a soffiare fra le sue cosce scostate, la sensazione, inizialmente piacevole, divenne successivamente un tormento quando al'aria fresca fu certa si unì anche nuovamente la sensazione di umido che dalle cosce si stava lentamente ma inesorabilmente avvicinando alla sua fessura.
Bloccata in quella posizione non poteva certo impedire che il suo invisibile aggressore avesse la meglio su di lei.
Tentò di chiudere le gambe per impedire che il "gioco" andasse oltre, ma appena i suoi muscoli si fletterono non le rimase che constatare che le caviglie avevano subito la stessa sorte dei polsi, immobilizzate al letto non poteva muoverle trovandosi in una posizione comoda ma sconveniente.
"Prigioniera e schiava" sentì distintamente proferire un sussurro alla sua sinistra e in quella voce appena pronunciata riconobbe la voce del suo aguzzino. Stranamente non provò terrore, bensì sul suo volto si dipinse un sorriso e i suoi muscoli da prima tesi si rilassarono lasciando che lui potesse fare ciò che voleva.
Non potendo vedere ciò che stava accadendo alle sue spalle e sapendo quanto fosse silenzioso il suo perverso "padrone" si concentrò sulle sensazioni che di volta in volta divennero più intense.
Mani invisibili le accarezzarono il corpo delicatamente, la bocca di lui si fece largo sulla sua pelle e ad un certo punto un morso le fece scappare un grido che prontamente riuscì a smorzare chiudendo la bocca.
Quando la presenza invisibile, iniziò a esplorare il corpo di lei con dita leggere e affusolate il piacere crebbe a tal punto che Serenya iniziò ad ansimare, il cuore le esplose nel petto e sperimentando quelle emozioni sperò che tutto quello non sarebbe mai finito.
Il tormento durò per buona parte della notte, la ragazza, fu ad un certo punto liberata dalla morsa che delicata si stringeva sui polsi e le caviglie ma solo per girarla sulla schiena e per ritrovarsi poi immobilizzata nuovamente alla mercé della presenza invisibile, nuovamente il suo corpo nudo fu accarezzato da prima dalla brezza fresca e leggera, poi furono nuovamente le dita invisibili a posarsi sul suo ventre e a salire fino a seni. La ragazza trovò piacere nel sentirsi sfiorata in tutto il suo corpo, il tocco delicato si aprì strade a lei sconosciute e più di una volta dovette mordersi la lingua per non urlare.
La bocca fu investita di baci e la lingua si intrecciò spesso con quella di lui. Fu in quei momenti che lei tentò invano di scambiare il suo sguardo con quello dell'altro ma la sua vista si perse nel vuoto assoluto come se vedesse attraverso colui che indisturbato agiva sopra di lei.
La notte passò in un lampo, o così almeno sembrò a Serenya che sedotta e soddisfatta, cadde in un sonno pesante solo quando ormai le prime luci del giorno iniziarono a filtrare dalla finestra socchiusa.
Quando a metà mattina si alzò, si stiracchiò come una gatta davanti al lungo specchio dell'armadio e sul suo corpo notò i segni della notte di passione che aveva più o meno inconsapevolmente passato.
Quella presenza inquietante e al tempo stesso assolutamente intrigante e ricca di emozioni e piacere non tornò mai più. Lei per molte notti di seguito, lasciò scostata la finestra sperando in un suo ritorno, e di tanto in tanto nelle passeggiate serali, si guardò attorno sperando di scorgere del movimento nelle ombre di cui amava circondarsi, ma non accadde nulla. Ciò che le era capitato non poteva essere frutto della sua immaginazione, aveva visto i segni di quella notte e delle notti precedenti, eppure quando furono passati parecchi giorni non le restò che abbandonarsi all'idea che era stato tutto solo e soltanto un tremendo bellissimo sogno.

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