Il
nano e i suoi compagni uscirono dalla locanda molto presto, stava
albeggiando e la cittadina era ancora immersa nel silenzio più totale.
Recuperarono i cavalli e, dopo aver salutato la guardia all'ingresso
presero la via che portava al passo. Fatti un centinaio di metri, sopra
le loro teste videro una creatura gigantesca, volteggiava come un condor
sulla sua preda.
Alartes si accostò al carretto e guardando in alto indicò la maestosa creatura violacea "Mastro nano, abbiamo visite".
Khellendrox, tirò leggermente le briglie e il cavallo al traino del
carretto si fermò "Alartes, è tutto a posto, lei è Beatrix paladina dei
draghi purpurei, cavalca il suo drago, ha accettato di buon grado di
unirsi a noi".
Il guerriero guardò nuovamente il drago che stava
scendendo in picchiata verso di loro, malgrado le parole rassicuranti
del nano, portò la mano destra alla spada, pronto a difendere il
chierico che sembrava tranquillo.
Beatrix fece planare lentamente
Kivy e posarsi nel campo alla destra della strada. Scese e dopo aver
dato una carezza al muso della creatura attraversò il campo e si
avvicinò al carro.
"Salve" si limitò a dire.
"Beatrix,
complimenti per la tua cavalcatura, se per te non è un disturbo, ho
pensato, che ci precederai sulla strada che va verso il passo, così
potrai vedere cosa sta accadendo e una volta arrivata al passo e fatte
le dovute perlustrazioni, tornerai a riferire".
"Come volete, mastro nano".
Alartes stava per chiedere qualcosa, ma Beatrix non gli lasciò il tempo
di parlare "è fuori discussione!" fu l'unica cosa che disse prima di
allontanarsi verso il drago che docile la stava aspettando.
Shin,
dietro di loro scoppiò in una risata fragorosa e Alak, al suo fianco
scosse la testa "quella ci mangia tutti quanti, altroché".
Il nano sorrise poi riprendendo le briglie fece muovere il cavallo "andiamo, ci aspetta parecchia strada".
Beatrix si levò in volo e poco dopo divenne un puntino nel cielo in direzione nord.
La strada che portava a nord era ben curata, segno che i mercanti la
utilizzavano frequentemente per i loro commerci. Il primo villaggio,
secondo la mappa di Alartes doveva essere a quasi un'ora di cammino.
Il gruppo procedette spedito per due ore buone, poi, il territorio
cambiò improvvisamente, la pianura lasciò il posto a piccole colline
traforate da grotte.
"Fate attenzione, quelle grotte potrebbero
essere abitate" disse sottovoce Alak guardando con sospetto a sinistra e
a destra e restando pronto ad un attacco improvvisato.
Khellendrox,
sul carretto chinò il capo, passarono alcuni secondi e quando riemerse
dalla concentrazione della preghiera indicò un punto tra la vegetazione
"là abita Maddy, lei conosce le arti oscure, e ha già affrontato le
Ombre, ci aiuterà sicuramente o quasi".
Alartes scese da cavallo e
corse verso la vegetazione indicata dal nano "Maddy, Maddy, siamo venuti
in pace, sappiamo che ci sei e pensiamo tu possa aiutarci" disse
scomparendo tra le frasche.
"Devo andare anche io?" chiese Alak voglioso di sgranchirsi le gambe.
"Non occorre, penso che Alartes non troverà ostacoli a tornare con la strega".
Shin guardò verso i cespugli e dopo aver agitato le mani disse due
parole, aspettò qualche istante e poi sorrise "io non ne sarei così
tanto sicuro".
Poco dopo si sentì un urlo, rumore di rami spezzati e
poi silenzio, ed ecco comparire Alartes che teneva ben stretta tra le
braccia una ragazzina che scalciava e urlava "lasciami andare, non ho
nessuna intenzione di aiutare un nano dispotico e zoticone come il
Khellendrox".
"Vedo che la tua fama ti precede" disse l'elfo ridacchiando ma smise immediatamente incrociando lo sguardo furente del nano.
"Quante storie" disse quando il guerriero posò a terra la ragazza
tenendola per un braccio "devi aiutarci, saprai sicuramente delle Ombre e
solo tu sai come scacciarle".
Maddy sputò in terra davanti al
carretto, cercò nuovamente di divincolarsi dalla stretta del guerriero,
poi placò la sua verve.
Nel frattempo poco più a nord Beatrix stava
volando in sella al suo drago perlustrando la strada. Fino ad ora non
aveva visto nessuno e neppure alcun segno del passaggio delle Ombre.
Poi, in lontananza vide del fumo alzarsi da una gola che presentava
ancora alcune pecorelle di neve.
Si chinò sul capo del drago e gli
sussurrò qualcosa all'orecchio. La maestosa creatura accelerò
improvvisamente portandosi a ridosso del fumo.
Il villaggio era
stato completamente messo a ferro e fuoco, sul terreno, si contavano una
decina di corpi. Beatrix fece scendere in picchiata il drago e avvertì
nella sua mente, la voce possente e triste della creatura "sono tutti
morti".
La paladina non disse nulla, fece fare un altro giro sul
villaggio al drago poi gli fece riprender quota, e fu allora che vide
due nuvole nere formarsi dal nulla e gettarsi al suo inseguimento.
Il drago, sfruttando le correnti ascensionali, prese velocità, tornando
verso sud, riprese a seguire la strada che in precedenza avevano fatto
per arrivar lì, poi a Beatrix venne un dubbio, non voleva portare il
nemico in bocca a Khellendrox e compagni, quindi, comandò al drago di
virare a ovest, ed egli scattò di lato sorvolando da prima un bosco, poi
un fiume, ma le due ombre restarono dietro di loro e guadagnarono
terreno.
Beatrix allora si alzò in piedi sul dorso del drago, restò
in equilibrio, socchiuse gli occhi e pronunciò le parole arcane per
scacciare le creature dell'oltretomba.
Le due macchie scure, quando ebbe finito di recitare la preghiera, tremolarono e una scomparve.
Era riuscita a scacciarne una, ma l'altra avrebbe dovuto affrontarla.
Tornò in sella al drago e lo fece virare nuovamente, drago e nube nera
si fronteggiarono rimanendo immobili nel cielo terso, poi la creatura
purpurea aprì le fauci e dalla sua gola uscì da prima solo un ruggito,
poi fiamme che investirono la massa nerastra.
L'ombra, raggiunta
dalle fiamme del drago svaporò, Beatrix, rimase senza respirare per
alcuni secondi aspettando un repentino ritorno del nemico. Sapeva che
l'Ombra sarebbe tornata.
Ciò non accadde e la paladina, ordinò al
drago di tornare verso Khellendrox, doveva riferire ciò che aveva visto e
la potenza del nemico che li attendeva.
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