Quel
pomeriggio, il sole di tanto in tanto veniva offuscato dalle nuvole,
nuvole bianche e rigonfie correvano verso il mare mentre alle sue
spalle, le colline verdeggianti sembravano spalle di un gigante
addormentato.
La ragazza seduta su uno degli scogli guardava il mare
con aria triste. Il mare, piuttosto agitato, si divertiva a spruzzargli
le gambe che penzolavano ritmicamente a seconda della musica che scorreva nelle cuffie appoggiate sulle orecchie.
Isolata dal resto del mondo, era rimasta su quello scoglio per alcune
ore e la pelle, pallida e delicata, malgrado la crema solare con
protezione piuttosto alta, iniziava a dar segni di mal sopportazione.
Oramai decisa ad abbandonare lo scoglio gettò un'ultima occhiata a
quell'orizzonte azzurro, in quell'ora mare e cielo si fondevano e
l'unica differenza la faceva il sole che giallo campeggiava a trequarti
preparandosi a tramontare.
Una vela, anzi due, si stagliarono
all'orizzonte, l'imbarcazione, era quella di sempre, infatti Monik, da
diversi giorni vedeva quella piccola imbarcazione raggiungere quasi la
riva, poi virare e portarsi in prossimità del molo che non era distante
dallo scoglio dove ora era seduta.
In un impulso non del tutto
calcolato, si alzò in piedi e alzando il braccio destro iniziò a
sventolarlo, poi, rendendosi conto di quel gesto inconsulto abbassò di
colpo il braccio, si chinò a raccogliere il salviettone e via, scese di
corsa dallo scoglio.
La musica ebbe un sussulto esattamente quando ella saltò giù dallo scoglio e prese la viuzza che portava al molo.
"Cosa stava facendo? Stava andando al molo e poi?" nella sua mente
frullarono diversi scenari, la barca che attracca, un bel giovane
muscoloso che scende e le sorride. La barca che raggiunto il molo vira
improvvisamente tornando verso il largo. La barca che atracca e ne
scendono due marinai piuttosto vecchi e incartapecoriti. All'ultima
scena sul suo volto si formò un sorriso e dal profondo dello stomaco
salì un ritmico e alquanto fastidioso singhiozzo.
La ragazza
trattenne il respiro continuando a correre, ogni cinque, sei passi
guardava il mare, tenendo d'occhio la barca e calcolando quando ci
avrebbe messo per arrivare al porticciolo.
La musica riprese a suonare nelle sue orecchie ma il singhiozzo non ne volle sapere di lasciarla in pace.
Monik aprì la bocca, sbadigliò, si gonfiò le gote, provò a compensare
come le aveva insegnato lo zio, ma nulla cambiò, fino a quando i suoi
piedi nudi toccarono le assi di legno del molo.
Umide e fresche le
diedero una strana sensazione, le gambe si intirizzirono mostrando una
leggera pelle d'oca e quella sensazione arrivò dalla spina dorsale fino
alle braccia.
Si accucciò sul molo a braccia conserte e il singhiozzo come per miracolo scomparve.
La piccola imbarcazione, nel frattempo, aveva virato verso il punto
stabilito per l'attracco e aveva ammainato una delle due vele riducendo
di molto la velocità.
Monik, si rizzò in piedi, e mettendo una mano
sopra la fronte guardò verso il mare. Un uomo era al timone, alto e
robusto aveva in dosso una canotta piuttosto larga per la sua taglia,
pantaloni corti sfilacciati sul ginocchio e un cappello di paglia.
Monik si guardò attorno, era sola sul molo e le sue gote si colorarono
improvvisamente di rosso, voltò le spalle al molo, pronta a scappare da
quella situazione piuttosto imbarazzante, poi sentì una voce profonda
che la chiamava "Hei, signorina".
Tornò a guardare la barca e poi si
guardò attorno, l'uomo non poteva che chiamare lei, quindi, sospirando
si avventurò sul molo avvicinandosi alla barca mentre l'uomo stava
scendendo e legando una grande fune ad uno dei ganci.
Monik fece qualche passo sul pontile, l'uomo la guardò "sei la ragazza dello scoglio?".
Monik sorrise un po' imbarazzata "come faceva a sapere delle sue
abitudini?", poi, visto che gli occhi di lui erano puntati e immobili su
di lei "sì, devo essere proprio io".
"E' bello avee un'ammiratrice e per questo voglio offrirti da bere".
Monik guardò l'uomo "ma si sta facendo tardi e..." le parole le morirono in bocca.
"Suvvia, credo tu abbia l'età per restare fuori a bere qualcosa".
La ragazza rise, si avvolse il salviettone intorno alla vita e seguì il
ragazzo, entrarono nel pub "Exential Run" e lì passarono tutta la sera
parlando di loro e ridendo delle tante cose che scoprirono di avere in
comune.
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