mercoledì 19 agosto 2015

La contessa Monik - seconda parte -


Seduta sullo scranno, Monik pensò ad una strategia per fermare l'avanzata dei due. "Il guerriero, sembrava vulnerabile, la sua mente umana, semplice e poco avvezza a pensare, poteva essere facilmente preda dei suoi poteri. Per il prete, quello era un discorso a parte, sicuramente aveva imparato le arti difensive e soprattutto, poteva essere in grado di difendersi da solo. Allora perché portarsi appresso un uomo in arme?".
Mentre la duchessa pensava a tutto questo, una figura da prima fumosa, poi più nitida, le si formò nella mente. Era un uomo, calvo sulla sessantina, la guardava senza battere ciglia, i suoi occhi chiari erano fissi come laghi di montagna. Non disse nulla, Monik sbatté le palpebre e tentò di scacciare quella visione, ma fu tutto inutile, allora prendendo un bicchiere che aveva posato su un tavolino al suo fianco bevve. La bevanda color rubino, ancora calda, scese lentamente nella sua gola, dandole nuovo vigore, ella si alzò di scatto e si avvicinò nuovamente alla finestra.
La visione si era fatta fumosa, poi era scomparsa del tutto "caro uomo di chiesa, non sai ancora con chi hai a che fare" disse a voce alta come se stesse parlando ad un interlocutore presente nella stanza.
Richiamò a sé le creature della notte, e un pipistrello si appese alle inferriate superiori dalla finestra, così a testa in giù la fissava in attesa di ordini.
La donna sorrise, e poi gli diede un ordine secco. Il desmodus rotundus si staccò dal ferro sul quale si era appeso e volò verso est.
"Ora non dovrò più scrutarli, c'è chi ci penserà per me" pensò nuovamente ad alta voce, tornando a sedersi sullo scranno.
L'orologio del campanile battè undici rintocchi, la duchessa appoggiò la schiena alla superficie lignea, mentre i due pellegrini feceri il loro ingresso nella locanda sulla strada.
Il servizio di cambio cavalli, posto sulla strada era ancora efficentissimo, tutti coloro che transitavano sulla strada principale, potevano usufruirne, non solo per far riposare i cavalli ma anche per rifocillarsi e per pernottare se ne sentivano il bisogno.
Il locale era pressoché vuoto e il prete e il guerriero si sedettero ad un tavolo vicino al camino. Immediatamente arrivò una giovane camerriera che prese le loro ordinazioni. Tornò poco dopo con una scodella di zuppa per l'uomo anziano e un piatto di carne e verdure per il giovanotto in forze.
Nel frattempo il prete, che stava spiegando al ragazzo a cosa potevano andare in contro, si azzittì guardando fuori dalla finestra.
"Siamo spiati" disse abbassando il capo.
Il guerriero a seguito di quelle parole voltò la testa verso la finestra scrutata in precedenza dal prete ma non vide nulla.
"Avete solo bisogno di riposo" disse il giovane infilando con la forchetta l'ultimo boccone di carne.
"Forse avete ragione, il viaggio è stato lungo e mancano ancora due giorni alla meta" poi alzandosi "allora buona notte" salutò distrattamente continuando a guardare la finestra.
"Buona notte a domani" rispose il giovane che alzando il braccio richiamò l'attenzione della giovane "ancora una pinta" disse.
Il prete si avviò su per le scale, sembrava invecchiato, il giovane lo seguì quasi un'ora dopo, ed entrambi ebbero un sonno agitato con sogni poco edificanti. (Foto di Marco Elli)

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