giovedì 15 ottobre 2015

Viaggio attraverso i mondi

Tutto nacque durante una sera d'inverno, ero giunto in un paese di frontiera, la neve aveva bloccato ogni accesso ed così, mio malgrado, ero rimasto intrappolato lì senza potermi muovere. 
Entrando nell'unica taverna locale decisi di sedermi ad un tavolo e gustarmi la cena, poi avrei preso una stanza e l'indomani avrei deciso il da farsi. Sedendomi ad un tavolo non ho potuto far a meno di ascoltare la storia, piuttosto assurda, di un ometto basso e quasi del tutto calvo. 

 Seduti al suo tavolo aveva altri tre commensali, due avevano un aspetto strano che non starò qui a descrivervi, l'altro o per meglio dire, l'altra era una ragazza dai capelli turchini, doveva essere appena uscita dall'adolescenza e, ascoltava le parole dell'ometto con sguardo sognante. 
"Dopo essere entrato nella foresta, come mi aveva detto il monaco, ho incontrato due uomini scuri di pelle e alti molto più del soffitto che vedete qui. Loro, dopo ore di trattativa estenuante a gesti, hanno acconsentito ad accompagnarmi lungo il fiume con una barca ricavata nel tronco di un albero. Ci vollero un giorno e una notte prima di raggiungere il punto esatto indicato sulla mappa che mi aveva dato il monaco, poi, quando fu l'alba, uno degli uomini che remava, mi fece capire che più avanti non sarebbe andato". 
L'ometto che scoprii in seguito chiamarsi Swrith, bevve un sorso di birra e poi proseguì la storia "sceso dalla barca, ho camminato nella foresta facendomi largo con il macete tra la vegetazione intricata e finalmente ho raggiunto il posto. Sembrava una porta, davanti a me c'erano due alberi nodosi e tra i due tronchi si formava una gigantesca e intricata tela, ai piedi di quella strana struttura naturale, c'era una specie di altare. Mi inginocchiai e ripetei le parole che mi aveva detto il monaco "Altrei, mastrei, salberi", la terra sotto le mie ginocchia tremò e l'intricata tela davanti ai miei occhi fu scossa da una folata di vento. Quando il tutto si placò presi coraggio e mi avvicinai a ciò pensavo fosse una porta, allungai il mio braccio destro e toccandola con la mano sentii un freddo glaciale pervadermi il corpo. Tentai invano di ritirare la mano, ma sembrava si fosse appiccicata a quella strana tela intricata come se fosse una possente ragnatela, allora, per fare un ultimo tentativo e liberarmi da quella morsa, mi avvicinai e presi a strattonare con tutta la forza che avevo in corpo, fu allora che mio malgrado oltrepassai la tela e mi trovai in un altro mondo". (Foto di Angela Celentano)

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