mercoledì 5 agosto 2015

Flesta è una piccola cittadina ai margini del deserto settentrionale, ha vissuto tempi migliori, alcuni capannoni che erano sorti nella periferia sono stati abbandonati e ora, qui, trovano dimora gli sbandati e i barboni che arrivano in questa parte del paese e per sfortuna o altro non trovano miglior alloggio.
Sue, guardando il visore sul cruscotto ha seguito la strada indicata dal nano e ora accosta la vettura proprio sotto un palazzo di una dozzina di piani. Alcune delle finestre sono illuminate, altre, vista l'ora, sono state spente da tempo.
Prima di scendere prende lo storditore e lo nasconde sotto la giacca, ricorda nitidamente le parole del nano "La prima fase è quella di trovare informazioni presso la ditta che ha commissionato il progetto del mezzo corazzato..."
Sue, si guarda nello specchietto retrovisore, si aggiusta il ciuffo un po' arruffato, poi soddisfatta, scende dalla vettura. Osserva la strada, malgrado siano solo le sei il cielo si è fatto scuro, nessun passante, nessuno affacciato alle vetrine dei negozi, poi il suo sguardo si alza verso le finestre del palazzo, non ricorda con esattezza se Khellendrox le abbia detto a che piano si trova la sede della Protex, vede luci al nono, al decimo e all'undicesimo piano. Abbassando lo sguardo all'ingresso, nota una figura massiccia, che immobile sembra osservarla. Dovrebbe trattarsi di una delle guardie di sorveglianza.
Prende un bel respiro, del resto si tratta della sua prima missione sul campo, poi attraversa la strada e dopo aver percorso il vialetto si avvicina alla guardia sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi "salve. Posso disturbarla un minuto?" rimane a distanza frontalmente rispetto all'uomo, così da non essere d'intralcio al suo lavoro e per valutarne tutte le mosse possibili.
L'uomo dopo qualche secondo alza il viso, è strano, Sue guardando gli occhi che la scrutano, vede immediatamente che ha un occhio diverso dall'altro, quello destro luccica e poi cambia di sfumatura, probabilmente un'unità cibernetica impiantata.
"Signorina, ha per caso un appuntamento?" chiede con voce profonda avvicinando il braccio alla maniglia della porta e appoggiandoci sopra la mano.
"Al nono" butta lì Sue, sperando che l'uomo la lasci passare, poi aggiunge "spero di non essere troppo in ritardo".
L'uomo la guarda nuovamente "al bancone Bet le darà un passy" poi la mano lentamente si piega e la porta scompare come per incanto. "Buona serata"
La ragazza non batte ciglia prima di annuire e passare oltre la porta avanzando verso il bancone. Bet, le sorride, è poco più che una bambina, capelli lunghi biondo platino, occhi azzurri, lineamenti ancora acerbi. "Posso fare qualcosa per lei?" chiede con voce squillante.
Sue, prima di rispondere cerca di ricordare il nome della ditta ed eventuali nomi di qualcuno che può usare in caso di domande scomode "dovrei avere un appuntamento alla Protex".
Bet appoggia sul bancone una tesserina magnetica color lavanda, poi sbircia un piccolo monitor sotto il piano d'appoggio e lentamente aggiunge qualche parola "la Protex è al nono piano. miss?" chiede arrossendo, pare non abbia trovato il nome di Sue sull'elenco delle visite giornaliere.
Sorride di rimando verso Bet, come se la comprendesse, sa di non avere appuntamento e quindi di non essere in nessuna lista. "Sì, nono" mormora lentamente allungando la mano verso la tesserina "la ringrazio molto, lei è davvero gentile".
La ragazza dietro al bancone, allunga a sua volta la mano posando due dita affusolate sulla tesserina "il suo nome?" ritrovando una grinta che le sembrava del tutto impropria "sa, devo vedere se è in elenco" tornando ad essere la mansueta receptionist poco più che quindicenne.
Sue ritira la mano e sporgendosi sul bancone cerca di visualizzare alcune scritte sul monitor che sfarfalla appena "Come non detto" commenta a bassa voce sospirando. "Un po' di inventiva non guasta" ricorda altri insegnamenti del nano "Eppure una certa Stevens dovrebbe esserci!"
La ragazza guarda il monitor e sorride ritirando la mano dalla tessera magnetica "ah ecco, deve scursarmi signorina Stevens. Mister Shultz penso la stia aspettando" poi guardando la ragazza e abbassando il tono della voce quasi a un bisbiglio "un po' la invidio" probabilmente ha intravisto la sagoma dello storditore che Sue tiene celato sotto il giubbotto.
Aspetta qualche secondo e lascia che Bet veda lo storditore, e poi, si prende finalmente la tessera.
"Mi creda non c'è molto da invidiare in me", sorride nuovamente e con passo sicuro si avvia all'ascensore.
La cabina dell'ascensore è di un colore rosso acceso, nessuna tastiera sul quale premere il piano, Sue si guarda attorno e vede una piccola telecamera che si muove a seconda dei suoi movimenti e una piccola griglia grigia, decisa di non restare nell'ascensore a vita prova a pronunciare il piano "nono piano", l'ascensore inizia a salire velocemente. Le porte si aprono solo pochi secondi dopo e Sue nota un piccolo ballatoio e una porta, tutto il piano deve essere occupato dalla sede della Protex.
Avanza verso la porta d'ingresso della ditta e la osserva, legno rinforzato probabilmente potrebbe avere un anima in metallo, forse piombo, infatti da dietro non giunge nessun rumore, nessuna maniglia e nessun tastierino, ricordandosi dell'ascensore guarda se ci sia una qualche griglia per farsi annunciare, nulla. Dietro sé, dall'ascensore, giunge un leggero ronzio, probabilmente la cabina sta scendendo nuovamente.
Sue ha già visto alcune di quelle porte, si aprono dall'interno oppure con impronte vocali o di alcune dita della mano, potrebbe provare ad appoggiare i polpastrelli sulla superfice lignea ma non si attenta.
Si volta a guardare l'ascensore e conta mentalmente quanto ci vorrà prima che qualcuno salga. Torna a guardare la porta e poi si decide ad usare il vecchio metodo, quello più piacevole ed efficace, con le nocche della mancina bussa leggermente, non troppo decisa, è stato un lieve ticchettio, difficile che dall'interno l'abbiano sentito. Intanto il ronzio alle sue spalle si spegne di colpo, poi dopo qualche secondo ricomincia, probabilmente mancano pochi secondi e qualcuno arriverà al suo piano, oppure, nella migliore delle ipotesi, si fermerà da qualche altra parte.
Appoggia l'orecchio sulla porta, è calda al tatto, appoggiando l'orecchio sente dei leggeri ticchettii poi, rallentando il battito cardiaco e trattenendo il fiato, avverte dei rumori sordi, ritmati, sono passi e probabilmente stanno venendo verso la porta. Che qualcuno abbia sentito i suoi seppur flebili colpi sulla porta?
Guarda l'ascensore e poi la porta. Infine bussa con più forza "Per favore aprite. E' urgente" inizia ad agitarsi sul posto stringendo la mano sul basso ventre mimando perfettamente il rischio incombente  di farsi la pipì addosso.
La porta si apre e un uomo sulla cinquantina la guarda arrossendo "lei deve essere miss Stevens. venga dentro".
La ragazza guarda ancora una volta l'ascensore che a quanto pare prosegue la sua corsa, poi oltrepassa la soglia ed entra, subito la investe un'aria gelida proveniente dal soffitto e dal pavimento "Il capo la vedrà tra alcuni secondi, se nel frattempo deve..." non termina la frase dal fondo del corridoio compare un uomo è alto poco più di un metro, fuma una di quelle sigarette elettroniche dal gusto dolciastro "Sue, vieni in ufficio"
"L'uomo sà il mio nome" pensa Sue avanzando nel corridoio. "Grazie" mormora entrando nell'ufficio e guardandosi attorno, alle sue spalle l'uomo che l'ha accolta la richiama "Non si preoccupi, farò dopo".
Sue ricorda di aver già visto quell'uomo, era tra le immagini inviatele da Khellendrox, ora mette a fuoco, l'uomo basso che fuma è il presidente della ditta.
La stanza è piuttosto grande c'è una scrivanina in mogano dietro la quale si siede l'ometto, poi un lungo tavolo in cristallo attorniato da una decina di sgabelli, sulle pareti diversi monitor mandano video di armi, mezzi corazzati e navi probabilmente tutti costruiti dalla Protex:
"Khellendrox mi aveva avvertito, ma non pensavo mi mandasse una bellissima donna che si fa passare per una racchia di nome Stevens" accenna ad un sorriso "da dove vogliamo iniziare?"
Sue mantiene un profilo basso, non vuole spaventare l'uomo in gessato grigio, sorride a propria volta andandosi a sedere su una sedia, scura.
"Direi dall'inizio. < Mi parli tutto quello che sa sul furto e su tutto quello che siete riusciti a capire su come sia potuto accadere, se ci sono state effrazioni, se invece lei pensa che avevano un aggancio all'interno".
L'uomo la guarda e appoggia la sigaretta, inizia sciorinando una lista interminabile di qualità che dovrebbe avere il mezzo militare, cosa che a Sue interessa veramente poco, solo alcune cose la colpiscono. L'uomo menziona molto spesso il signor Jenkins che è il progettista che è stato ritrovato in fondo ad un viadotto e una certa Khitrya, doveva essere l'anello di collegamento con l'esercito ma è scomparsa dopo aver partecipato all'ultima assemblea dove è stato presentato il progetto. Il documento era contenuto in una cassaforte che non embra essere stata forzata "ebbene sì, penso ci sia una talpa, i soci sono cinque e coloro che sapevano del progetto solo tre, di cui uno è morto. Phil dovrebbe essere qui a momenti, così potrà interrogarlo".
La ragazza annuisce e appunta mentalmente quei nomi e la fine che hanno fatto. "Ottimo. Prima che possa interrogare Phil, potrebbe parlarmi di un'altra cosa. Immagino che come società così potente voi abbiate una concorrenza particolarmente agguerrita. Saprebbe dirmi chi più di tutti potrebbe trarre beneficio da un evento del genere?"
"La ditta concorrente per eccellenza è la Sinterb solitamente avviene un asta alla quale partecipiamo noi, la Siterb e altre ditte satellite più piccine. Il governo voleva a tutti i costi quel carro e così io ho incaricato il progettista di disegnarlo, poi..." l'uomo smette di parlare e allarga gli occhi, pare abbia visto qualcosa sul monitor che tiene davanti sulla scrivania.
Sue sente dei rumori e poi uno sparo, deve essere un'arma rozza di quelle ancora a tamburo, i colpi sono quattro, poi un tonfo.
"Sono qui" dice Mister Shultz iniziando a tremare come una foglia.
Sue ascolta con attenzione i rumori che vengono nell'altra stanza. Ma appena l'uomo sbarra gli occhi la prima cosa che fa è alzarsi in piedi ed estrarre l'arma in un solo movimento fluido.
"Stia giù e dietro di me", con gli occhi va a cercare un posto dove piazzarsi nel caso i malviventi entrino di soppiatto nella stanza, deve avere tutta la situazione sotto controllo.
Dopo una prima occhiata, si accorge che la stanza sfortunatamente non offre dei gran ripari, potrebbe mettersi di fianco alla porta, prima o poi l'assalitore o gli assalitori dovrebbero entrare, oppure... le viene un'idea. Telecamere a circuito chiuso, dovrebbero esserci una per stanza.
Una volta controllata la stanza, si volta e torna dove sta l'uomo "Mi dia una panoramica del corridoio e delle stanze. Presto".
L'uomo preme qualche pulsante e il video si divide in otto riquadri mostrando il corridoio, altre stanze, le scale e la reception.
"Sue si siede e appoggiando l'indice sul monitor inizia a scorrere tutte le immagini di tutte le telecamere. L'uomo che l'ha accolta all'ingresso è appoggiato al muro in una posizione piuttosto innaturale, un uomo smilzo e più alto del comune sta appoggiato alla porta d'ingresso, ha in mano un revolver e ci sta giocando nervosamente. In un'altra stanza una donna sta frugando nei cassetti.
Sue osserva i monitor e opta per una soluzione paritaria. Inizia a registrare il tutto, così da avere eventualmente anche possibilità di individuare in seguito i due, poi si volta verso l'ometto che seduto vicino alla parete ancora trema "C'è un sistema d'allarme antiincendio?" domanda rimuginando sulle opzioni che frullano nella propria testa.
L'uomo ancora tremante le indica una zona più scura sul muro, poi guarda i monitor balbettando "li, li, li lasciamo f-f-fa-re-re?"
Un cenno del capo. "Per ora. Mi serve una copertura". Dopo aver guardato nuovamente il monitor, si volta verso di lui e lo fissa. "Resti nascosto, potrebbe far molto caldo fra poco. Continui a guardare il monitor e mi dica solo se si stanno spostando. E non urli" Si sposta vicino al muro pronta a azionare l'impianto d'allarme.
L'uomo continua a fissare i monitor e tace, attende che Sue agisca, pensando che sia la cosa migliore, del resto i killer sono in due e loro...
"Conterà fino a venti, il tempo che la sicurezza dovrebbe impiegare per attivarsi prima di far scattare l'allarme dopo di che andrò fuori dall'ufficio e con gli uomini della sicurezza prenderemo i due" le parole di Sue le escono di getto sembra molto sicura del piano e mentalmente inizia a contare.
Nessun rumore da basso, poi Mister Shultz indica il monitor "non arriveranno" sussurra. "Da basso nessuna guardia pare intenzionata a salire".
Sue sospira e scuote il capo. "Ti pareva!" appoggia due dita sulla macchia scura e improvvisamente un suono acuto si spande in tutto il palazzo, Sue guarda i monitor trepidante sperando che i due malviventi si muovano e così succede, la donna lascia perdere la ricerca e dopo aver dato un'ultima occhiata alla stanza spinge il proprio compare verso l'uscita, ora hanno fretta, sanno che la sicurezza salirà al piano per vedere come sta mister Shultz, quindi non si degnano neppure di chiudere la porta, frettolosi escono e guardano il pianerottolo, dovranno usare le scale esterne come da prassi in caso di incendio e sperare di non essere visti da nessuno.
Sue, appena è certa che i due sono usciti dall'ufficio, apre sempre piano la porta e cerca di seguirli più silenziosamente possibile, sollevando l'arma e puntandola già in avanti cercando di trovare un buon punto per sparare e colpire con precisione.
Esce anche lei dall'ufficio e con la coda dell'occhio li vede uscire da una delle porte di sicurezza, indecisa se seguirli o meno attende qualche secondo, quando ha parcheggiato ha visto le scale di metallo, è un rischio inseguirli, potrebbero sentirla e... oppure potrebbe sparare prima lei ma rischierebbe di uccidere invece che poterli interrogare.
Osserva la porta di sicurezza e poi opta per vedere se gli ascensori funzionano, in caso potrebbe anticiparli e seguirli senza usare le scale. Pigia con forza il pulsante della salita ma l'ascensore non da segni di vita, sfortunatamente gli ascensori con il sistema di allarme attivato non sono funzionati.
Non resta che rientrare in ufficio e attendere la sicurezza, e con le immagini che ha salvato cercare di capire chi sono i due e poi mettersi sulle loro tracce.

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