domenica 10 gennaio 2016

Erkjt


La neve sulla strada rallentava l'andatura dei cavalli. Alartes stava discutendo piuttosto animatamente con Alak "vedi, se avessimo aspettato, ora non saremmo qui, come te lo devo dire che nel pomeriggio le condizioni del tempo potrebbero peggiorare?".
Il mezzo sangue abbassando improvvisamente la voce bisbigliò qualcosa ad Alartes che sorrise.
Dietro di loro Shin stava sul suo cavallo e nel mentre leggeva un grande tomo per nulla preoccupato della strada e di ciò che accadeva attorno a lui. Khellendrox, che chiudeva la fila era immerso nei propri pensieri "partire ancora a notte fonda, forse è stato un azzardo..." poi alzò gli occhi, davanti a lui la luna piena sembrava indicargli la direzione da prendere, poi vide, ancora lontano, un bagliore rosso, gli altri probabilmente non se n'erano accorti, intonò una nenia di pregiera rivolto al Divino che gli permise di sondare il paesaggio circostante. "Nulla di pericoloso" pensò farfugliando le parole, poi alzò il tono della propria voce "Alartes, dritto davanti a noi, c'è un villaggio?".
Solo allora Alartes vide ciò che il nano aveva già visto, deglutì rumorosamente e dopo una breve riflessione rispose "sì mastro nano, Erkjt e temo sia in fiamme".
Anche l'elfo, tutto preso dalla sua lettura tornò a concentrarsi sui presenti "che... " stava per dire, poi vide.
"Dobbiamo andare, potrebbero avere bisogno di noi" disse il nano agitando le briglie per far aumentare l'andatura del proprio pony.
Il gruppo galoppò verso la città che pareva stesse andando letteralmente in fumo.


La neve continuò copiosa tutta la mattina, oramai la luna era scomarsa e al suo posto un sole malato illuminava leggermente il cammino. All'orizzonte si vedeva ancora l'immenso bagliore, oramai era inutile pensare il contrario, Erkjt stava bruciando. Alla neve si aggiunse anche una leggera nebbia e l'andatura di Alartes, che guidava il gruppo, si ridusse ulteriormente.
"La strada da qui in poi, si riduce ad un sentiero, state attenti a dove mettete i piedi".
I quattro dovettero mettersi in fila indiana e silenziosi procedere con cautela.
Il primo a vederla fu Alak, da tempo aveva notato un'ombra sul lato sinistro della strada, ma ora ne era certo, qualcuno li stava seguendo "chi è là" disse osservando la boscaglia che si ergeva su un argine alla sinistra del sentiero.
Non giunse nessuna risposta, fu allora il nano a scovarla, invocò l'aiuto divino e la donna, malgrado non lo volesse si presentò ai loro occhi "mi avete chiamata?" disse in maniera beffarda guardando il chierico.
"Chi sei? E perché ci segui senza farti notare?" chise Alartes pronto a sguainare la spada.
"Il mio nome è Nessavya, giungo dalla città di Erkjt, pensavo foste altri emissari del Signore Neryo, pronti a dare il colpo di grazia alla città".
"Non temere giovane elfa", disse il mago "non veniamo con cattive intenzioni, piuttosto, il bagliore delle fiamme si vede da molto lontano e siamo pronti ad aiutarvi a spegnere gli incendi".
L'elfa con un balzo scese dalla sommità dell'argine "ve ne sono grata".
"Puoi salire sul mio cavallo" disse il guerriero che guidava il gruppo "dobbiamo affrettarci".
E così, dopo un'ora, raggiunsero le mura della cittadina. Lo spettacolo era impressionante, due delle quattro torri della fortezza erano in fiamme, la terza era crollata distruggendo un altro palazzo a fianco.
Quando varcarono il largo cancello notaro altri particolari raccapriccianti, sulla strada c'erano corpi ovunque, la maggior parte carbonizzati, alcune case erano ancora in fiamme, da altre saliva un fumo denso, l'aria era irrespirabile.
Il nano guardò il cielo, poi pronunciò poche parole e presto la neve si trasformò in acqua e la pioggia battente spense in breve tempo quasi tutti gli incendi.
Alartes e Alak scesero dai cavalli e, accompagnati da Nessavya iniziarono a perlustrare le abitazioni alla ricerca di sopravvissuti. Il mago e il chierico si diressero verso il palazzo del conte.
Sfortunatamente la ricerca di superstiti fu improduttiva "tutti morti" piagnucolò Nessavya e subito Alartes tentò di consolarla "vedrai, si saranno radunati e nascosti da qualche parte, magari oltre il palazzo, dove la città sembra esser stata meno colpita".
Poco convinta l'elfa corse verso il nano e l'elfo che nel frattempo avevano raggiunto il portone della fortezza.
"E' stranamente chiusa" disse il nano spingendo con tutte le sue forze il battente.
"Scostati nano, ci penso io" disse l'elfo e appena Khellendrox si fu fatto indietro, congiunse le mani e da queste si sviluppò una luce verde che squarciò di netto una parte del portone in quercia. "Ora possiamo entrare" disse soddisfatto Shin.
I due, oltrepassarono ciò che restava del portone seguiti da Nessavya e Alartes. Alak rimase fuori a perlustrare le abitazioni.
"Il conte Greenwood potrebbe essersi salvato nelle segrete" disse l'elfa scendendo delle scale seguita da Alartes.
Shin e Khellendrox invece preferirono perlustrare il cortile e poi salire una scalinata in marmo che portava direttamente ai camminamenti del primo piano.
Chiamarono a gran voce ma nessuno rispose.
D'un tratto il pavimento sotto i loro piedi iniziò a tremare, tanto che il nano per poco non cadde. Attesero che le vibrazioni cessassero, poi il chierico sondò l'area circostante ma il responso fu negativo, nessuna presenza malvagia li stava per minacciare. Il nano, comunque, valutando meglio quelle vibrazioni prese sistemò lo scudo e prese il martello "prepariamoci, presto avremo visite".

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