lunedì 11 gennaio 2016

Sguardi

"Ora, cara Lucilla, o come cavolo ti chiami, dovrai spiegarmi diverse cose?"
La ragazza si mosse nervosamente sul sedile del passeggero poi dopo un sospirò guardò il guidatore che teneva il volante dell'Hummer stringendolo nervosamente a tal punto da avere le nocche delle dita completamente bianche.
"Ebbene, cosa vorresti sapere, e soprattutto, dove pensi di andare?".
"Vorrei sapere chi sei, anche se già nutro qualche sospetto, cosa ci facevi nella metropolitana, ma soprattutto chi è il tizio che stiamo per acciuffare, ma prima di tutto mi dirai dove lo scoviamo, perché sono sicuro che tu sai dove lo troveremo vero?"
Lucilla sorrise "vedo che hai le tue fonti, ma le tue fonti non sono così brave da sapere chi è la nuova minaccia che alberga in città".

"Veniamo al punto" disse Khellendrox svoltando furiosamente in una via secondaria e schivando per un soffio una motocicletta che viaggiava nel senso opposto.
"Il tizio a cui ha sparato nella metro non è altro che un esperimento di laboratorio, lo chiamiamo il Golem, una volta svegliato, gli sono stati dati pochi, fondamentali, ordini e lui non avrà pace fino a quando non li porterà a termine o non gli verranno dati altri ordini".
"mhmhmhm, e dimmi sai dove sta di casa?".
"Io l'ho trovato la prima volta nella vecchia stazione dei taxi, sai dove..."
"So dove sta" disse secco il nano invertendo il senso di marcia bruscamente e facendo stridere le gomme dell'ingombrante mezzo che stava guidando con foga "se me lo avessi detto prima, ci saremmo risparmiati qualche minuto, non credi?".
"Non ho detto nulla solo perché se non lo troveremo noi, sarà lui a trovarci".
Khellendrox tacque, poi memette furioso de tasti vicino al volante, sul lunotto anteriore si illuminò una mappa della città e il nano tracciò il percorso che gli parve più breve, una linea rossa indicò il percorso, passarono qualche secondo e una nuova linea verde si colorò poco distante da quella rossa.
"Ecco, in un baleno saremo a destinazione" disse soddisfatto il guidatore lasciando il volante.
L'auto prese velocità e sfrecciò autonomamente per le vie.
"Hai detto di chiamarti Lucilla, io so che sei un'agente della sanità e ti hanno mandato qui per trovare il colpevole di quell'aberrazione che chiami Golem. Quello che non so è perché mandare una della sanità per un killer".
Lucilla rimase in silenzio per qualche secondo osservando il traffico, poi guardò il nano, lentamente si schiarì la gola e poi iniziò a parlare con un filo di voce "naturalmente questa conversazione non è mai avvenuta" attese un cenno di assenso di Khellendrox che non arrivò mai, poi riprese a parlare abbassando ulteriormente il tono, tanto che il nano al suo fianco si avvicinò alla ragazza "il dottor Kildayre, strano nome per un oftalmologo, è stato radiato tempo fa dall'ordine dei medici, sembra che stesse conducendo delle strane indagini sulle nanomacchine e su occhi biomeccanici. Nei piani alti, sono venuti a conoscenza del fatto che lui si fosse trasferito da queste parti e con l'aiuto di un becchino e altri quattro medici con specializzazioni differenti abbia messo su un laboratorio".
Il nano guardò un attimo la strada, poi tornò a concentrarsi su Lucilla, lo sguardo si perse per un attimo sui lineamenti sinuosi che il suo vestito minimale metteva in mostra senza troppo esagerare, poi il suo sguardo incrociò quello della ragazza e sorrise "dunque?".
"Io dovevo trovare il medico e portarlo a Pasadina per essere interrogato e probabilmente fatto sparire. Ma le cose si sono un po' complicate".
"Ho visto. Quindi non sapeva nessuno a che punto fossero gli studi del Kildayre e tanto meno che avesse dei soci tanto in gamba da portare in vita esseri di quel genere".
"Avevamo una vaga idea che la cosa fosse possibile, ma fino ad ora, nessuno aveva mai messo in pratica gli studi teorici di un russo e un giapponese di diversi decenni fa".
L'auto iniziò a decellerare e si spense quando raggiunse in immenso piazzale deserto e pieno di buche.
"Siamo arrivati. Dimmi dobbiamo aspettarci altre creature?".
"Penso di no, il Golem si sarà rintanato per autorigenerare le ferite e poi proseguire la caccia".
"Bene, allora andiamo a caccia".
I due scesero dall'auto ed entrarono nell'enorme capannone che un tempo fungeva da ricovero dei taxi, sulla destra c'erano due porte, la prima doveva dare negli uffici amministrativi e al centralino dove partivano e arrivavano le chiamate, la seconda porta, in metallo, doveva accedere al garage del mercanico.
"Diamo un'occhiata" disse Khellendrox avvicinandosi alla prima porta e spalancandola senza riguardi.
La stanza era piccola e in disordine, la scrivania, abbandonata da tempo era ricoperta di polvere, alcuni fogli ingialliti giacevano impilati a destra e a sinistra, al centro spiccava un monitor di un vecchio terminale che stava sotto al tavolo.
Un ronzio giunse dall'angolo opposto dove un fancoil bottava fuori aria maleodorante. La cassettiera in metallo al suo fianco era stata gettata a terra e il contenuti dei cassetti era sparso sul pavimento senza alcun riguardo.
"Guarda ci sono delle impronte che sembrano fresche" fece notare Lucilla che aveva calato nuovamente la maschera sul viso.
Il nano guardò il pavimento ma non vide nulla.
"Fai strada bellezza".
Lucilla aprì la porta che dava sul retro e i due si ritrovarono in un corridoio stretto dalcui soffitto a volta scendevano delle goccioline di acqua verdastra che squittivano sul pavimento bagnato.
Nell'ambiente completamente buio la ragazza sembrava muoversi con scioltezza, il nano al contrario, dietro di lei dovette accendere una torcia per illuminare il proprio cammino.
Lucilla si voltò e diede una manata alla torcia abbassandola "vuoi spegnere quell'affare?".
Khellendrox spense la torcia e a malincuore si abbassò il visore sull'occhio destro, alcuni aloni verdi e rossi comparvero sulle pareti circostanti.
Il corridoio proseguì per alcuni metri, poi prese a piegare a destra, Lucilla senza fermarsi svoltò e quando anche il nano la seguì per poco non la travolse.
La ragazza si era fermata subito dopo aver imboccato il nuovo corridoio e aveva puntato il braccio verso le profontità del corridoio.
Khellendrox si accostò a lei e vide il Golem avanzare di qualche passo verso di loro.
Certo non era il Golem che si era atteso, per nulla massiccio e muscoloso, aveva le fattezze di un uomo piuttosto magro e privo di muscolatura, la testa smisuratamente allungata mostrava una enorme bocca le cui labra rossastre erano piegate in una smorfia di disgusto, denti bianchi tanto come la carnagione battevano un ritmo forsennato come se la creatura sofrisse di un terribile freddo. Non aveva occhi, al loro posto solo due fori minuscoli dai quali sicuramente non vedeva proprio nulla.
Era completamente nudo, il ventre molliccio mostrava delle pieghe innaturali, asessuato mostrava lunghe gambe da camminatore e i piedi erano privi di dita.

Il golem imitando il gesto di Lucilla, alzò il braccio destro verso il nano e la ragazza e fu allora che Khellendrox vide un occhio azzurro aprirsi e chiudersi al centro del palmo della mano dell'esperimento da laboratorio.
"Vede attraverso le mani?" chiese più a sé stesso che alla ragazza, poi alzando la voce "se ti arrendi non ti faremo nulla".
Il Golem attese qualche istante prima di reagire a quella richiesta, poi l'occhio al centro della mano sbatté la palpebra e l'essere prese a correre nella loro direzione.
Khellendrox calcolò che li avrebbe raggiunti in tre massimo quattro passi e allora senza attendere la reazione di Lucilla prese il revolver, e sparò due colpi stordenti verso di lui.
Il Golem colpito in pieno petto rallentò la sua andatura e l'ultimo passo lo fece talmente tanto scordinato che cadde ruzzolando sul pavimento.
"Spero tu non l'abbia ucciso" disse Lucilla infuriata.
"Era solo un colpo stordente" cercò di scusarsi il nano avvicinandosi alla creatura già raggiunta dalla ragazza.
Il Golem che era sembrato forte e spavaldo nella galleria della metropolitana, giaceva a terra, il suo petto si sollevava a ritmo regolare segno che stava respirando. Lucilla si chinò su di lui esaminando il suo corpo raggomitolato sul pavimento umido.
"Dobbiamo portarlo in un luogo sicuro, ci dirà dove trovare Kildayre"
Khellendrox parve stupito dalle parole della ragazza e anche dal comportamento della creatura che inoffensiva giaceva a terra.
"Ma ti aggredito, potrebbe rivelarsi pericoloso, metti che..." tentò di protestare il nano.
"Dai aiutami a trasportarlo sulla tua auto. Hai un posto dove possiamo tenerlo fino a quando non ci dirà come e dove trovare il dottore?".
Khellendrox prese in braccio il Golem, era leggero come un bimbo in fasce "certo, andiamo".
Poco dopo erano saliti nuovamente sull'Hummer e stavano percorrendo il viale "andremo alla Cava, lì non ci disturberà nessuno".
Lucilla sembrò soddisfatta, di tanto in tanto si girava verso la parte posteriore del mezzo per accertarsi che il Golem stesse ancora dormendo sotto l'effetto dei colpi di Khellendrox.
"Presto si risveglierà e allora potrebbe rivelarsi per quello che è".
"Uno sperduto essere che..." disse Khellendrox iniziando a nutrire qualche dubbio sul racconto di Lucilla.
Lucilla stava per ribattere quando il nano frenò bruscamente fermandosi davanti ad una sporgenza ovale di fianco ad un edificio parzialmente crollato.
"Siamo arrivati, ci caleremo attraverso quel tunnel e saremo nella Cava".
Lucilla sospirò sollevata dal fatto di non dover invetare altre storie sulla propria esistenza, aprì la portiera e attese che il nano si caricasse sulle spalle il Golem poi insieme scesero nella Cava.

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