venerdì 15 gennaio 2016

Il guardiano del Goffkyed


Dopo esser scampato alla morte, il nano si era ristabilito ed era stato chiamato a visionare alcuni artefatti nella cittadina di Khull. Il nano Adjil aveva trovato i due oggetti che stava mostrando al chierico, sul letto asciutto del fiume che attraversava la città.
Khellendrox, dopo aver sondato la malevolenza dei due artefatti sembrò più tranquillo "come avrete certamente notato, i due oggetti in questione si incastrano tra loro, ma a quanto pare manca un terzo oggetto, quindi, ora, andremo alla ricerca dell'artefatto mancante" disse con tono che non ammetteva repliche.
Il renger si morse il labro inferiore, aveva detto al conte che avrebbe portato lui e alcuni altri nobili a visitare il bosco e ora, avrebbe dovuto inventarsi una scusa per soddisfare lo straniero giunto da nord "carissimo, non potremmo..." cercando di guadagnare tempo.

"Non potremmo, avete decisamente ragione cugino. Partiamo e non perdiamo altro tempo" prendendo i due oggetti e infilandoli nelle capienti tasche della tunica.
Adjil seguì Khellendrox nel lungo corridoio e fu qui che incontrarono il conte.
Il renger era già pronto ad accampare una scusa per posticipare la visita nel bosco, ma fortunatamente ci pensò l'altro nano a levare le castagne dal fuoco "conte, vi privo per mezza giornata del vostro renger".
Il conte guardò Adjil e poi Khellendrox "e, dove lo portate?"
"Facciamo un giro sul fiume, il vostro stimatissimo Adjil ha trovato due artefatti molto antichi e importanti, ma si dà il caso che ce ne sia sicuramente un terzo, insieme i tre oggetti potrebbero fare la vostra fortuna" mentì Khellendrox cercando di rabbonire il conte che non sembrava molto contento di questa gita dei due nani.
"Dite che potrei..."
"Sì, sì, potrete" tagliò corto il chierico e iniziò a discendere le scale "vi riporterò Adjil questa sera. Buona giornata".
Adjil non aggiunse altro, chinò leggermente il capo e seguì il nano giù per le scale.
Il viaggio verso il greto del fiume fu veloce, una carrozza li portò esattamente dove il renger aveva trovato i due oggetti "ecco, possiamo iniziare da qui".
Il chierico si chinò, raccolse una manciata di sabbia e aprendo il palmo della mano ci soffiò sopra, il terriccio volò verso ovest.
"Siamo fortunati, quelle nubi minacciose dovrebbero dissolversi, abbiamo tutto il pomeriggio a nostra disposizione".
Adjil avanzò tra le pietre che il fiume aveva levigato per anni, ogni tanto con il lungo bastone che teneva nella mano destra ne girava qualcuna, poi, sbadatamente la rimetteva più o meno nella posizione precedente.
Per alcune ore la ricerca fu infruttuosa e Khellendrox iniziava a dare signi di impazienza "sei sicuro che fossero in questi posti?" chiese al renger che continuava a girare e rigirare pietre.
"Sì cugino, ne sono certo" sbuffando sentendosi sotto pressione.
All'improvviso si alzò una folata di vento gelido e i due dovettero trovare un buon equilibrio piantando i piedi bene a terra.
Khellendrox, sospettoso come suo solito si guardò attorno e notò un cespuglio di rovi che prima era sicuro non ci fosse.
Fece un passo verso la vegetazione secca "Adjil di che pianta si tratta?".
Il renger, portandosi di fianco a Khellendrox guardò il cespuglio, potrebbe trattarsi di una specie di biancospino, ma quelle infiorescenze blu non le avevo mai viste.
Quando i due nani si avvicinarono ulteriormente il cespuglio parve prendere vita, Khellendrox portò istintivamente la mano al martello e Adjil prese la propria ascia.
Il cespuglio prese fuoco e in mezzo alle fiamme comparve una figura.
I due nani restarono immobili, attendendo che succedesse qualcosa, e quando le fiamme si estinsero la creatura che prima sembrava bruciare al loro interno fece un passo verso di loro.
"Sono il guardiano del Goffkyed, so che voi siete alla ricerca del pezzo mancante, ma io a mia volta rivoglio i due pezzi che mi avete sottratto".
Adjil scosse il capo "non ti abbiamo sottratto nulla, io ho trovato i due pezzi incustoditi, là" indicando un punto del terreno "in mezzo al letto del fiume".
Khellendrox guardò il guardiano poi Adjil "quindi l'artefatto si dovrebbe chiamare Goffkyed e ditemi, guardiano, come mai l'avete smontato e smarrito?".
Sul viso del guardiano dell'artefatto si disegnò un solco profondo dal quale spuntarono dei piccoli aghi, la sua voce divenne profonda e si divise in più voci diverse "perché dovremmo rivelarlo a te, chierico?".
"Potremmo arrivare ad un compromesso" disse Khellendrox che non aveva nessuna intenzione di lasciare i due pezzi che teneva nelle tasche.
"Compromesso? Non uso patteggiare con nani" rimbrottò la creatura.
"Vuoi dire che sei pronto a combattere per riavere ciò che dici essere stato tuo?".
Il guardiano sembrò riflettere sull'ultima domanda del nano, poi aprì la bocca e i due nani furono investiti da piccoli aghi che perforarono le loro armature.
Adjil si avventò sul guardiano mulinando la spada e andando a colpirlo all'addome, l'arma del renger fu presa tra intricari rovi e il nano pur utilizzando tutta la sua forza non fu in grado di estrarla.
Khellendrox si inginocchiò a terra e dopo aver recitato una breve preghiera guardò il guardiano e dal cielo, mirati su di lui scesero dei fulmini che andarono a colpirlo.
La creatura sembrò prendere fuoco, le fiamme si allargarono sul terreno e poi si estinsero.
Il guardiano, tenendo sempre prigioniera la spada del nano guardò il chierico poco distante e urlò contro di lui una parola che egli non riuscì a comprendere. Ben presto il torpore lo avvolse, Khellendrox pur cercando di resistere non riuscì a tenere gli occhi aperti e si accasciò a terra addormentato.
Il guardiano tornò a guardare Adjil "ora tocca a te" gli disse.
Il nano affrontò il suo sguardo senza timore, a quel punto, mollò la propria arma e si avventò sulla creatura cercando di atterrarla con la forza brutale. Fu tutto inutile, sembrava radicato al terreno. Lo scontro durò pochi istanti, poi anche il secondo nano dovette soccombere al sonno che il guardiano aveva richiamato su di loro con quell'incantesimo arcano.
Il guardiano riprese i due oggetti, che aveva smarrito e quindi, dopo averli nuovamente nascosti nel terreno tornò a trasformarsi in quell'innocente rovo di biancospino. (Foto di
Davide Eddy Ederle, con Fabián Córdoba e Luca F. Morandi)

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