martedì 26 aprile 2016

Armi del futuro: Arco e frecce


La donna si presentò al mattino presto. Aveva in dosso solo un corpetto metallico molto elaborato e stivali altrettanto tecnoloogici. Alle spalle una faretra conteneva alcune frecce e tra le mani un arma micidiale.
Khellendrox, orgoglioso del proprio martello, che gli era stato donato dal "Saggio" guardò l'anziano col camice e poi la ragazza, in testa gli frullarono mille domande.
Aveva incrociato Spinixovin e l'aveva quasi battuto, poi la creatura era riuscita chissà come a scomparire davanti ai suoi occhi e lui, come un cane bastonato con la coda fra le gambe era tornato nel sottosuolo.

Il "Saggio" aveva cercato di consolarlo "non ti preoccupare, hai quasi stecchito quell'impostore, domani, domani conoscerai Xantia e lei ti aiuterà a uccidere il mostro".
Orgoglioso il nano, scosse la testa "pensavo di poterlo uccidere da solo, e poi, poi chiè questa Xantia?".
"La conoscerai presto" si era limitato a dire il sacerdote ed era uscito dalla stanza entrando nel laboratorio dove l'inconfondibile ronzio dei macchinari continuava imperterrito notte e giorno.
E ora eccola, Xantia era davanti ai suoi occhi, Khellendrox si avvicinò alla nuova arrivata e allungò la mano per salutarla. Xantia sorrise e strinse vigorosamente la mano del nano "Xantia".
"Khellendrox" rispose il nano posando lo sguardo sulla figura snella, indugiando forse un po' troppo sul corpetto, infatti alle sue spalle sentì un rantolo, quando si voltò vide Mark che si schiariva la voce e con gli occhi tradiva un certo imbarazzo che il nano non aveva per nulla provato.
"Ora che vi siete conosciuti e che entrambi avete potuto provare le armi andrete a scovare Spinoxovin. Tornate con la sua testa in un sacco".
I due fecero un cenno con la testa e presero a salire una scaletta in metallo che li avrebbe portati in superficie.
Fuori, il buio della notte li avvolse. L'aria fresca mitigò la loro fretta di agire. Dovevano andare verso la stazione dodici, quella che era stata abbandonata anni prima per colpa di un attentato. Il soffitto era crollato in parte e alcuni pilastri avevano perso la loro solidità. Il piccolo governo cittadino, a corto di soldi, aveva preferito chiuderla piuttosto che ripararla o sostituirla con un'altra fermata.
Scesero le scale mobili ferme da tempo e si ritrovarono nel corridoio che portava alle rotaie magnetiche. Macerie ingombravano il passaggio, Xantia fu rapida, con un balzo e una capriola riuscì senza problemi a scavalcare il mucchio di mattoni e piastrelle che intralciavano loro il passo. Il nano trovò qualche difficoltà in più, dovette scalare quella piccola montagna e l'armatura che indossava non gli rese facile quel percorso accidentato.
La ragazza attese che il compagno le arrivasse a fianco, poi abbassò il visore imitato subito da Khellendrox.
Non videro nessun movimento termico aggirarsi a portata del visore.
"Dove sarà" sussurrò Khellendrox prendendo il martello con entrambe le mani e iniziando a camminare con circospezione nel corridoio parzialmente illuminato.
Xantia prese una freccia dalla faretra e la incoccò tendendo leggermente la corda dell'arco.
Si guardò attorno senza fiatare e fu allora che dall'alto iniziarono a piovere piccole fiammelle che andarono a bersaglio.
Il nano si gettò di lato per non esserne investito, l'armatura fece il resto, cambiò colore e divenne fredda, così che le piccole schegge infuocate quando raggiunsero il bersaglio si spensero immediatamente producendo solo qualche fumata maleodorante.
Xantia, molto più agile, non ebbe bisogno del riparo della propria armatura, ruzzolò sul pavimento e guardò verso l'alto cercando di trovare il nascondiglio del mostro.
Lo individuò in una fenditura del soffitto dove l'esplosione aveva aperto uno squarcio, fu questione di un attimo, un movimento imprcettibile e Xantia, tese la corda e scagliò la freccia sul nemico.
La freccia raggiunta una certa velocità si illuminò divenendo di un colore violetto, la punta iniziò a lampeggiare e quando trafisse la carne della creatura emise un leggero ronzio.
Un grido ruppe il silenzio e Spinixovin perse l'equilibrio precario che lo teneva incastrato e cadde sul pavimento rompendo alcune mattonelle sotto il suo peso.
Alto poco più di due metri aveva un viso glabro e rugoso senza occhi, al centro del viso aveva due piccoli buchi che si allargavano e stringevano ritmicamente. La bocca sgraziata, quando si aprì mostrò tre file di denti aguzzi ed irregolari.
Il nano non attese oltre si gettà su di lui colpendolo con il martello all'altezza delle costole.
Il rumore inequivocabile di ossa rotte fece sorridere Khellendrox che fece l'errore di trionfare troppo in fretta. La creatura allungò le braccia e le sue mani lunghe e verdastre afferrarono il nano mostrando una forza mostruosa.
Senza fatica alcuna il nano venne sollevato e scagliato poco più in basso sui binari.
Xantia si inginocchiò, prese una nuova freccia e colpì nuovamente la creatura al fianco destro.
Spinixovin girò la testa verso l'arcera poi puntò su di lei i palmi delle mani sulle quali comparvero due occhi spalancati. L'iride della mano destra era verde con striature grige, al centro dell'altra mano l'occhio che la guardò era azzurro intenso.
Rimase immobile, il fiato le si bloccò in gola, le sue mani iniziarono a tremare e le ci volle molta energia per resistere a quell'attacco silenzioso ma letale.
Spinixovin restando carponi si avvicinò alla sua preda e spalancando le fauci tentò di morderla. La donna imbrigliata in un pensiero che la rendeva inoffensiva non oppose resistenza, al suo posto intervenne l'armatura che si estese appena in tempo a coprire la zona che stava per essere azzannata.
La creatura non gradì quella difesa repentina e prendendo la donna con entrmbe le mani la gettò sui binari esattamente dove il nano stava rialzandosi.
Si avvertì un fischio e la terra sotto i loro corpi ammassati iniziò a tremare, un pensiero colse entrambi spaventoso e definitivo, se non si fossero levati da lì sarebbero stati travolti dal treno in arrivo.
Xantia tentò di muoversi ma la condizione psichica imposta da Spinixovin non glielo permise, non riuscì neppure ad articolare una frase che potesse avvertire il nano sotto di lei della sua condizione. A risolvere quell'impaccio, non troppo delicatamente ci pensò Khellendrox che raccolte le forze spostò di peso la donna lanciandola sul marciapiede della metro. Poi guardando i binari vide la locomotiva ormai molto vicina, si fece forza e quando si spostò di lato per un soffio non venne travolto.
I due si ritrovarono sul marciapiede freddo della stazione dodici, soli. Spinixovin era nuovamente fuggito, aveva nuovamente vinto... (Opera di Steampunk Tendencies)

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