sabato 30 aprile 2016

Scontro tra creature leggendarie


Raggiunta la collina Khellendrox e compagni restarono di stucco. Shin indicò il piccolo uomo che stava vicino ad una creatura gigantesca legata al terreno da una enorme catena. "Quello è il mago Sckiuld, deve essere riuscito, non capisco come a imprigionare il legendario Ghuntur".
Il nano guardando entrambe le creature che si stavano fronteggiando sussurrò "ho sentito parlare di quella creatura, pare che l'estate scorsa abbia raso al suolo tre intere città e affrontato un esercito di diecimila guerrieri elfi disperdendone i superstiti della battaglia e poi ritirandosi nella sua tana soddisfatto. Il sovrano del Mitrildir, mi avevano chiesto di stanarlo, ma ho rifiutato la sua generosa offerta".
"Pare che il mago ci sia riuscito" disse Alak fremendo per lo sviluppo dello scontro tra le due creature.
"Guardate guardate!" disse eccitato Alartes, "dietro la creatura alata".
L'elfo e il nano guardarono il punto indicato dal guerriero e videro una piccola creatura quasi sicuramente non umana.
"Si tratta dell'infernale Yorghi" disse Alak fregandosi le mani.
"Se tutto va come deve, potremo dare al sovrano di Mitrildir quello che vuole"
I tre guardarono Khellendrox con sguardo interrogativo.
"Ma certo, dopo lo scontro, il vicintore sarà spossato e noi potremo approfittarne e dargli il colpo di grazia".
Lo scontro nella valle nel frattempo iniziò. Ghuntur aveva calato le due enormi spade sul mostro alato colpendo una delle ali e recidendola di netto impedendo così al nemico la fuga in volo.
Contrattaccando Yorghi aveva comandato alla propria creatura di colpire il mostro incatenato. Dalle bocche dei due serpenti che si innalzavano sopra la schiena del leone uscirono vampate di fuoco che andarono a colpire il mostro incatenato in pieno viso. La creatura urlò di dolore agitandosi.
Fece un passo avanti strattonando la catena che lo teneva imbrigliato al terreno e calò nuovamente le due lame sulla creatura che aveva di fronte, una delle due tete cadde dimenandosi ancora per qualche secondo prima di pietrificarsi e diventar polvere.
A peggiorar la situazione ci si mise anche il cielo. Una fitta pioggerellina iniziò a cadere trasformando la valle in un acquitrino.
Il leone ruggì e balzando sulla creatura gli azzannò il braccio sinistro, Ghuntur cercò di scuoterla ma senza ottenere il risultato voluto così agitò la spada tenuta con il braccio destro e tagliò l'altra testa di serpente.
Il leone, ferito, recise di netto il braccio all'enorme creatura, il canglore della spada risuonò in tutta la valle.
Il mostro libero da una delle catene, pur senza un braccio, non si perse di coraggio e muovendosi più rapido tentò di colpire la figura leonia. Il colpo raggiunse l'altra ala staccandola dal resto del corpo.
Il leone, rimasto senza le due teste di serpente e senza ali tentò l'ultimo affondo, dopo aver preso una bvreve rincorsa, balzò
sul proprio nemico, ma Ghuntur fu più lesto e riuscì a girare la testa appena in tmepo, una delle lunghe corna che spuntavano dalla sua faccia deforme trafissero la testa del leone che cadde a terra morente.
Yorghi, vedendo la sua creatura oramai spacciata parlò con voce tonante "Potente Sckiuld questa volta sei riuscito a sconfiggere la mia creatura, ma sappi che tornerò a cercarti e la prossima volta non avrai scampo"
Il mago guardò il demone, chinò il capo e iniziò a recitare una litania.
Yorghi scomparve in una nube di zolfo e così anche la creatura che aveva evocato.
Nella valle rimase solo il mago e la sua creatura incatenata e ferita.
"Allora vogliamo approfittarne?" chiese Alartes con voce beffarda.
"Temo che sia troppo forte anche per noi" disse l'elfo guardando il nano e aspettandola sua reazione.
"Sì, avete ragione, lasciamo che se la veda l'elfo che governa sul Mitrildir, se vuole Ghuntur avrà i suoi motivi, ma sicuramente dovrà sbrogliarsela da solo".
Nel frattempo Ghuntur finì di recitare la litania, il mostro incatenato scomparve alla vista dei quattro sulla collina e il mago, guardando dalla loro parte alzò il bastone quasi che avesse intuito la loro presenza, poi si alzò in volo e scomparve tra le nubi nere cariche di pioggia.

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