venerdì 29 aprile 2016

La ricerca del druido Provluv/2

Ivan, era stato incaricato dal suo sovrano di cercare Provluv, in realtà il nano fin dall'inizio non aveva gradito molto l'incarico, dover abbandonare le montagne del Gernitlig non era mai stato il suo sogno e soprattutto ora che era stato incaricato di sorvegliare un gruppo di orchi che si era stabilito sui picchi e che da un giorno all'altro avrebbe potuto scendere e assalire le grotte e le miniere.
Davanti al sovrano non disse nulla, accettò di buon grado e dopo aver ritirato la nuova ascia e metà del compenso, si incamminò verso la foresta del Minues dove avrebbe dovuto incontrare una donna che diceva di conoscere l'anziano druido.

Giunto ai margini della foresta trovò la strada bloccata, la vegetazione era stata abbattuta e in alcuni tratti si notavano ancora segni di devastazione.
Il nano decise comunque di onorare il proprio dovere e dopo aver aggirato i numerosi ostacoli, guardingo, entrò nel fitto del bosco.
Foreste e boschi non erano mai stati i suoi luoghi preferiti, e a dirla tutta non si era mai avventurato in una macchia di vegetazione così ampia da solo.
Camminò senza sosta per un giorno intero, di tanto in tanto tentò di chiamare la giovane Carmilla ma di lei non trovò traccia.
Verso sera uscì dal bosco e decise di accamparsi in una radura sabbiosa. La mattina si svegliò molto presto, l'aria era fresca e la poca vegetazione era ricoperta da uno spesso strato di rugiada, le stelle risplendevano ancora numerose in cielo e la piccola unghia di luna faticosamente stendeva ombre flebili sul terreno. Calcolò che il sole sarebbe sorto da lì ad alcune ore e visto che Carmilla non si era fatta viva, decise di proseguire da solo e raggiungere la città di Frompo in prima mattinata.
Il sovrano aveva sostenuto con forza che qualunque cosa avesse detto la druida, lui e lei avrebbero dovuto raggiungere Frompo e prendere una nave volante "da lì ci metterete solo due giorni e il viaggio sarà molto agevole" poi aveva aggiunto alla metà della ricompensa dovuta, i denari per il viaggio di andata e di ritorno.
"Questi dovrebbero essere sufficienti per potervi permettere anche il viaggio di ritorno. Vedi di non essere troppo scortese con Carmilla e soprattutto seguila ovunque, che non le accada nulla".
Il nano scocciato per il viaggio, si era prodotto in una smorfia appena abbozzata e fra sè e sè aveva pensato "ma se la druida se ne stava a casa non era meglio?".
Quando il sole uscì dal nascondiglio che gli avevano procurato i monti, davanti a sé intravide le mura possenti di Frompo.
Al cancello le guardie gli fecero domande evasive che vennero smorzate quando lui mostrò il lasciapassare che il sovrano gli aveva datto insieme alle monete.
La città era ancora immersa nel sonno, lungo la via principale, completamente deserta i suoi passi risuonarono echeggiando. Non gli fu difficile trovare il porto e neppure la nave che lo avrebbe portato a destinazione.
Il porto era composto da due edifici, il primo basso e largo, ospitava una taverna e un alloggio per  gli addetti alla manutenzione delle navi che attraccavano e ripartivano.
Il secondo edificio era alto diversi piani ed era interdetto agli stranieri.
Quando fece il biglietto di venne detto che ci sarebbe stato da aspettare "è solo questione di poche ore, al massimo tre, poi il drago bianco sarà nuovamente in grado di prendere il volo e in due giorni raggiungerete la capitale" gli aveva detto una donna dietro al bancone della biglietteria.
"Se volete, potete fare un giro in città, mangiare qualcosa e poi potrete imbarcarvi".
Ivan aveva preferito restare nell'area portuale, era andato in taverna, aveva bevuto una pessima birra salata e poi aveva gironzolato attorno alla nave, curiosando i movimenti rapidi di alcuni uomini che stavano trafficando accanto allo scafo.
Dopo quasi un'ora di completo ozio, nell'area si creaò un leggero scompiglio, gli uomini si allontanarono dalla nave e da una botola salì il drago bianco.
Maestosa, la creatura misurava più di dodici metri, aveva ali larghe almeno altrettanto e la bocca un po' cavallina usciva di tanto in tanto del fumo.
Quattro creature dai tratti draconici lo accompagnarono davanti all'imbarcazione e iniziarono a legarlo.
Il nano restà abbastanza lontano da non dar fastidio ma volle seguire l'operazione fino alla fine.
Dopo qualche minuto venne raggiunto da una coppia di elfi, molto giovani che dopo le prime osservazioni iniziarono  tubare.
Ivan pensò si trattasse di una giovane coppia di sposi o qualcosa del genere vista l'intensità delle effusioni che i due non si lesinavano.
Il comandante in persona venne a chiamarli e li accompagnò all'interno della nave dove Ivan conobbe anche se solo di sfuggita un quarto passeggero.
Disse di chiamarsi Veronika, dall'abbigliamento e dalle armi che portava al fianco doveva essere una guerriera o affiliata ad una qualche gilda di ladri o assassini. Ivan non volle sapere altro, e durante tutto il resto del viaggio restò quasi sempre per conto suo, o sul ponte ad ammirare il paesaggio che sfrecciava sotto di lui o in cabina dove si dedicò alla lettura.
Finalmente il secondo giorno di viaggio la nave si posò non troppo delicatamente al suolo.
Ivan benedì quell'approdo e fu il primo a scendere.
Doveva cercare il druido oppure farsi trovare da Carmilla. Si aggirò per le vie larghe e ingombre di bancarelle di Gluhdrin, poi, visto anche l'orario, decise di entrare in una taverna dove avrebbe messo qualcosa nello stomaco.
Il locale era gremito di avventori, segno che il menu doveva essere ottimo, lui sperò di rifarsi della birra bevuta in fretta e furia al porto di Frompo e ricordandone il sapore sputò in terra.
Entrando salutò l'oste e poi si fermò ad un tavolo dove riconobbe un uomo piuttosto ben messo. Avevano combattuto fianco a fianco qualche anno prima scacciando i predoni del nord da una via carovaniera che costeggiava i monti della regione del Gernitlig.
L'uomo, che era in compagnia di altri due guerriero lo pregò di fermarsi al suo tavolo e insieme parlarono, probabilmente annoiando gli altri due, dei loro ricordi di guerra.
Verso la fine del pranzo, decisamente ottimo intravide Veronika, quando le passò accanto per uscire.
Distratto ascoltò solo mezze frasi di cui stava parlando con l'oste ma la vide precipitarsi fuori veloce e questo lo insospettì e non poco.
Vedendo che anche l'oste l'aveva seguita con lo sguardo con fare un po' preoccupato si accomiatò dai suoi ospiti, lasciò cadere sul tavolo alcune monete per pagare la sua parte e veloce uscì in strada.
Non vide nessuno, si avviò verso il ponte che divideva le due parti di cittadina e ne scorse la fine, poi alle sue orecchie giunsero rumori inequivocabili di uno scontro armato.
Come gli aveva insegnato il vecchio Dropliuk respirò lentamente e volgendo lo sguardo a destra e a sinistra riuscì ad individuare da dove arrivasse il rumore di ferraglia, quindi individuando un vicolo si avvicinò pronto ad ogni evenienza.
Quando imboccò la stradina vide steso a terra un energumeno alto quasi il doppio di lui e più in fondo, due uomini stavano ingaggiando duello con una ragazza che non tardò a riconoscere come Veronika.
"Facile prendersela con una pulzella, e ancor più facile prendersela in due" disse prendendo l'ascia e correndo verso lo scontro.
I due uomini, che probabilmente non si aspettavano l'intromissione di nessuno alzarono gli occhi dalla donna e guardarono simultaneamente il nuovo arrivato. Quel gesto fu loro fatale; Veronika con un balzo riuscì ad uscire dall'angolo in cui si era cacciata e colpì alle spalle l'uomo armato di alabarda che fino ad allora era stato solo a guardare, la ferita profonda iniziò a sanguinare copiosamente e l'uomo dovette lasciar cadere l'arma a terra. Veronika non volle infierire oltre e dopo aver visto Ivan, tenere a bada il guercio, si sedette al fianco del suo bersaglio tenendosi pronta ad ogni evenienza.
Ivan, dal canto suo, si occupò del guercio e dopo averlo disarmato senza problemi, lo atterrò premendo la lama della propria ascia sulla pancia.

"Ora se non vi dispiace vorrei proprio avere le informazioni che già avreste dovuto darmi in locanda e che gelosamente vi siete portate in questo lurido vicolo" disse Veronika al tizio che Ivan teneva in pugno.
Il guercio non si mosse guardò il suo compare che stava morendo dissanguato e poi con un filo di voce disse "il druido è fuori città, lo troverete alla torre solitaria, se ancora lo troverete" aggiunse in un secondo momento, poi sussultò "ma vi prego chiamate i soccorsi o Jeck morirà di sicuro".
Veronika guardò l'uomo al suo fianco che aveva chiuso gli occhi e respirava a fatica "temo non avrà tempo di essere assistito. Vi lasceremo andare a chiamare i soccorsi e curarvi le vostre ferite".
Detto questo si alzò e iniziò a procedere verso l'imbocco del vicolo. Ivan, un po' sconcertato dalla piega che aveva preso tutta la situazione si staccò dal guercio e brontolando seguì la ragazza.
"Si può sapere cosa vi è preso? Pensate forse sia stata cosa saggia lasciarli vivi?" guardandosi alle spalle per vedere cosa stessero combinando i tre che avevano lasciato mezzi moribondi nel vicolo.
"Non uccido nessuno se non è necessario" disse la ragazza a denti stretti "e tanto meno devo rendere a voi delle mie azioni" concluse allungando il passo verso il ponte.
"State forse cercando Provluv?" disse ancora il nano che stava già perdendo terreno.
"E come mai lo volete sapere?" rispose secca la ragazza.
"Si da il caso che lo stia cercando anche io"
"Bene, allora non ci resta che cercare la torre solitaria e sperare"
"Carmilla probabilmente avrebbe saputo dove si trova la torre" disse a voce bassa meditabondo il nano, poi, approfittando del fatto che Veronika si era fermata a metà del ponte per guardare il fiume la raggiunse.
"Ho un'amica che potrebbe guidarci" disse con fare speranzoso.
"Allora portatemi da lei"
Il nano si grattò la testa, poi guardò davanti a sé la via che si stava nuovamente riempiendo di gente "peccato che non so assolutamente dove sia" pensò tra sé e sé, poi prese a camminare in direzione dei monti "seguitemi". (Foto di Marco Elli)

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