mercoledì 20 aprile 2016

Brethil/4

Ritornata nel bosco Brethil si sentiva inquieta, spesso si guardò le spalle, le sembrava di essere seguita. Corse veloce, cercando di seminare le proprie paure, poi, ormai senza fiato si fermò in una radura.

Un grosso albero sembrava guardarla, scrollò il capo pensado di esser troppo fantasiosa, si avvicinò al maestoso tronco e appoggiò su di esso una mano, avvertì una leggera scossa, poi le immagini iniziarono a fluire davanti a suoi occhi, si sovrapponevano insistenti alla vegetazione che cresceva intorno a lei. Persuasa che l'albero volese dirle qualcosa chiuse gli occhi e riuscì a distinguere molto meglio le immagini prima confuse.
Tre creature, probabilmente le stesse del sogno, stavano frugando tra i cespugli aiutandosi con lunghi bastoni all'estremità dei quali c'erano pietre di diverso colore. La pietra sulla sommità del bastone che teneva in mano il mostro verde che guidava il gruppo era rossa, di tanto in tanto sembrava illuminarsi, poi tornava a perdere di lucentezza e il sorriso sulla faccia del suo possessore si spegneva essattamente come aveva fatto poc'anzi la pietra.
Le pietre degli altri due che seguivano erano di colore blu e verde, queste non sembravano illuminarsi per nulla, e i due possessori sbuffavano probabilmente convinti che non avrebbero trovato nulla.
Brethil tenne ancora gli occhi chiusi sperando di poter individuare qualche altro particolare, in cuor suo sapeva che le tre creature avevano un legame con lei altrimenti come spiegarsi la loro perpetuata visione?
Riconobbe alcune piante che i tre stavano costeggiando, poi riconobbe i cespugli e sulla loro destra le parve di vedere lo specchio d'acqua che aveva da poco abbandonato. Poi ebbe la certezza.
Il capo del gruppo scostando un ciuffo d'erba guardò a lungo il terreno e lei, come se stesse guardando con gli occhi della creatura, vide la sua orma leggera.
Rabbrividì, avvertì una leggera scossa e spalancò gli occhi.
"Scappa!" sentì la voce possente dell'albero urlare nella sua testa, e lei, senza pensare oltre, mise un piede avanti all'altro e iniziò a correre, inconsciamente sembrava sapere dove doveva andare, il cappello le scivolò di lato, senza fermarsi lo calcò sulla testa e sentì il frusciare delle foglie sopra di sé, poi grida indistinte e infine grugniti.
Era curiosa di vedere cosa stava accadendo alle sue spalle ma la paura e la corsa non le permisero di indugiare e soddisfare la sua curiosità. Avvertì altre urla e nuovi grugniti, questa volta più distanti. Probabilmente qualcuno stava intervenendo per rallentare o addirittura fermare l'inseguimento delle tre creature. Ma non ebbe il tempo di scoprirlo. La sua corsa si interruppe di colpo, quando sul punto di cadere in un precipizio che improvviso si era aperto davanti a lei si inchiodò al terreno e con una capriola si gettò di lato.
L'erba che accolse il suo corpo tremante era umida di rugiada, il suo petto si alzava e abbassava veloce, chiuse gli occhi, avvertì l'odore intenso della vegetazione intorno a sé, poi il ronzare degli insetti e anche i passi felpati delle formiche che beffarde al suo cadere non avevano fermato la loro marcia verso la tana.
Riprese fiato, sospirò e aiutandosi con le bracca si mise a sedere, poi guardò davanti a sé. Il terreno finiva in un dislivello di qualche metro e più giù un fiume scorreva impetuoso infrangendo i propri flutti su alcune rocce appuntite che affioravano qua e là.
Sorrise, si grattò il mento e si aggiustò il cappello che le era scivolato nuovamente di lato, poi si alzò e guardò il sentiero da dove era arrivata. Nessuno all'orizzonte e neppure i grugniti e le grida che l'avevano accompagnata nell'ultimo tratto della sua folle corsa.
Sorrise nuovamente e poi camminò tranquilla lungo il bordo del precipizio fino a quando non tornò ad immergersi nella boscaglia, il suo stomaco brontolò sommessamente, guardò il cielo e il sole le indicò l'ora tarda. Doveva procurarsi qualcosa da mangiare e la giornata era ancora lunga davanti a lei... (Foto di Davide Eddy Ederle)

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