giovedì 21 aprile 2016

L'assedio

La città era sotto assedio da settimane, l'esercito sugli spalti reggeva il confronto con gli assalitori che avevano approntato macchine da guerra di ogni tipo.
Al mattino la sacerdotessa si svegliò inquieta, andò dal sovrano e si inginocchiò al suo cospetto.
L'uomo, seduto sul trono aveva un'espressione stanca, segno che aveva passato una notte insonne probabilmente a pensare a nuove strategie per liberarsi da quegli impicci di guerra.Prima che la donna potesse parlare le fece un cenno "avvicinati".
La sacerdotessa si alzò e con passo leggero si avvicinò al suo sovrano.
"In giornata dovrebbe arrivare l'esercito di mio cugino da ovest e quello di Khellendrox da est ma ho un timore..."
"Mio sovrano, temo che alcuni uomini mentre noi stiamo parlando siano riusciti a penetrare nella fortezza, dobbiamo prepararci al peggio".
L'uomo si alzò dal trono e accarezzò l'elsa della spada "che vengano, non ho certo paura di quattro estranei".
La donna sorrise "io sarò al vostro fianco, fino alla fine".
Si sentirono dei rumori nel corridoio, Mernelik tirò fuori la spada e si avviò alla porta.
Fu preceduto, la porta si aprì di scatto e due uomini in armatura entrarono seguiti da un'altro incappucciato.
Il sovrano prese a duellare con i due mentre alle loro spalle il mago iniziò a muovere le mani freneticamente.
La sacerdotessa non attese oltre, appoggiò entrambe le mani a due colonne, il suo sguardo si fece intenso, nei suoi occhi si accese una fiamma, spalancò la bocca e veloci uscirono parole in un dialetto antico.
Mentre i tre guerrieri si affrontavano duellando e balzando a destra e a sinistra, i due fruitori di magia presero a contrattaccarsi con le parole.
Nelle mani del mago si formò una sfera di luce azzurra, sembrava quasi che stesse plasmandola a suo piacimento.
La sacerdotessa, che conosceva quell'incantesimo, non attese oltre, premette i palmi delle mani sulle colonne fredde, prese un profondo respiro e allargando la bocca in modo innaturale, vomitò sul uomo uno sciame di insetti voraci che attaccarono le carni del nemico.
Il mago, malgrado quell'attacco fulmineo e il dolore non smise di muovere le mani e poi lanciò la sfera azzurra contro la donna.
Nel frattempo Mernelik aveva avuto la meglio sul primo invasore, e malgrado la profonda ferita sul braccio destro e al costato stava affrontando con maestria il secondo uomo.
La sfera azzurra impattò contro il corpo smilzo della donna, le vesti della sacerdotessa da nere, si colorarono di arancione striato di viola, poi assunsero un colore azzurro intenso.
La sacerdotessa ondeggiò leggermente, deglutì per lo sforzo di mantenere le mani appoggiate alle due colonne, poi dopo aver preso nuovamente un profondo sospiro, alzò entrambi i piedi levitando sul pavimento.
Il mago di fronte a lei riprese a salmodiare preparandosi ad un nuovo incantesimo, ma ancora una volta la sacerdotessa più più veloce, malgrado la sfera infuocata l'avesse debilitata e non poco, tornò a guardare torva l'uomo incappucciato, poi, recitando una breve filastrocca, staccò le mani dalle colonne e unendole davanti a sé sparò sul nemico una saetta che andò a colpirlo al capo.
L'uomo cadde a terra folgorato. Le sue vesti scure presero a fumare mentre il nuvolo di insetti continuò a salire e scendere dalle sue carni.
Il sovrano, su un lato della stanza riuscì a disarmare l'uomo che stava combattendo e rapidamente gli trafisse il costato costato con la propria spada uccidendolo, poi guardò la sacerdotessa indagando sulle sue condizioni.
"Tutto bene" disse la donna respirando a fatica.
Mernelik le si accostò appena in tempo per sorreggerla "ora possiamo aspettare con fiducia i rinforzi" disse in un sussurro la sacerdotessa sorridendo al proprio sovrano "il peggio è passato". (Foto di
Marco Elli)

Nessun commento:

Posta un commento

Cosa ne pensate?