giovedì 21 aprile 2016

Armi del futuro - Martello da guerra

L'ambiente sotterraneo profumava di incenso e iodio, il ronzio che proveniva dai complicati macchinari accostati alle pareti iniziò a diventare fastidioso e Khellendrox, seduto su una dura panca di granito si mosse nervoso.

Il giorno precedente un corriere gli aveva portato un pacco. Il mittente non era altro che una sigla, pensò più e più volte all'acronimo che poteva nascondere quelle quattro lettere ma non gli venne in mente nulla. Sulla scatola, di modestte dimensioni c'erano solo le quattro lettere separate da dei punti, non c'era indirizzo né altre cose che potessero far capire un'eventuale provenienza.
Il nano, soppesando il pacchetto che si dimostrò piuttosto  leggero, lo rigirò tra le mani, poi lo aprì con molta circospezione.
Quando riuscì ad aprirlo rimase deluso, al suo interno c'era solo un foglietto ingiallito, che riportava un indirizzo e un orario, poi in calce, nuovamente le quattro lettere.
La giornata passò molto lenta e col passare delle ore, al nano crebbe la curiosità e l'ansia. Fortunatamente gli fu assegnato un incarico e quindi si tenne occupato fino a notte fonda.
Quando rientrò in casa, prima di coricarsi, tornò a guardare il biglietto che aveva posato sopra la scatola vuota.
Lo prese e lo annusò cercando qualcosa che potesse fargli capire dove o a cosa andava in contro. Lo colpì l'odore di incenso di cui era impregnata la carta giallastra. Osservandolo poi con il visore abbassato, riscontrò delle macchie di pulviscolo metallico del quale anche il computer non ne conosceva la provenienza né tanto meno il nome.
Incuriosità andò a letto e dormì inquieto.
Al mattino dopo aver fatto alcune commissioni si recò all'appuntamento cercando di arrivare un po' in anticipo.
L'indirizzo corrispondeva ad un'area dismessa dove sorgevano diversi capannoni oramai abbandonati da tempo. Fermò l'hummer in prossimità del numero civico indicato sul foglietto e scese guardandosi attorno. Il capannone era stato smontato quasi completamente, restavano alcuni piloni e a delimitare l'area che un tempo doveva aver coperto. Ciuffi d'erba ingiallita si erano fatti strada nella pavimentazione in cemento che era quasi del tutto consumata.
Gironzolò per qualche minuto, poi sentì dei rumori e si fermò di colpo, il pavimento qualche metro avanti a lui si mosse e dopo averne rimosso una parte uscì un uomo vestito soltanto di un camice e cappuccio abbassato sulla testa. Si guardò attorno e quando vide il nano alzò il braccio chiamandolo a sé.
Khellendrox rimase fermo, poi vedendo l'insistenza del nuovo arrivato gli si fece incontro.
"Salve..." stava per aggiungere qualcosa ma l'uomo gli diede le spalle e iniziò la discesa verso l'interno della pavimentazione. Al nano non restò che seguirlo.
I due, silenziosi avevano percorso un corridoio malamente illuminato da lampade che di tanto in tanto sfarvallavano gettando ombre sinistre sul pavimento sconnesso. Il tecnico camminava davanti al nano con gli occhi fissi su un visore che gli colorava la faccia di un azzurrino pallido. Quando arrivarono davanti ad una porta chiusa l'uomo indicò una panca in granito a Khellendrox, attese che l'ospite si fosse seduto come ordinato, poi aprì la porta ed entrò nella stanza lasciando la porta aperta così che il nano potesse sbirciare al suo interno.
Passò qualche minuto e il nano, impaziente di natura si alzò passeggiando nel corridoio. I suoi piedi calpestarono alcune pozze che si andavano formando con l'acqua che calava dal pavimento ed egli si accorse che le orme lasciate dietro di sé assumevano una colorazione giallognola un po' come il colore del biglietto che aveva ricevuto il giorno prima.
Una ragazza vestita uguale all'uomo che lo era venuto a prendere in superficie uscì dalla stanza e schiarendosi la voce attirò l'attenzione del nano.
Aveva in mano uno strano oggetto, e sembrava intenzionata a porgerglielo. Khellendrox si avvicinò e guardò l'artefatto, simile ad un martello, era lungo una cinquantina di centimetri, la testa era in metallo brunito e al centro una cavità mostrava dei meccanismi che proprio in quel momento si mossero.
La ragazza sorrise "è tuo" disse con un filo di voce.
Khellendrox prese l'arma inizialmente la trovò molto pesante, poi alcuni ingranaggi si mossero e il peso diminuì permettendogli di impugnarla senza alcuna difficoltà.
"Ora devi seguirmi" disse nuovamente la ragazza entrando nella stanza dove prima era entrato l'altro uomo, Khellendrox, non se lo fece ripetere, la seguì guardando i macchinari che ronzavano accanto alle pareti. Uomini e donne vestite con quel camice lungo e cappuccio stavano lavorando ognuno davanti ad un macchinario diverso, premevano freneticamente i pulsanti virtuali e spostavano disegni tridimensionali che galleggiavano nell'aria davanti a loro.
Un uomo vestito di verde sbucò da una porta che il nano non aveva vistoo, fece un cenno alla ragazza che aveva accompagnato dentro Khellendrox e si presentò "il mio nome è Gregory, ma non ha una grande importanza, stiamo forgiando le armi del futuro e abbiamo individuato tre persone che ne sono degne e che andranno a formare una squadra speciale".
Khellendrox non riuscì a comprendere a pieno il discorso e alcune domande iniziarono a frullare nella sua testa.
"Chi? Cosa? Perché?".
Stava per iniziare a mettere in fila le domande quando l'uomo lo azzittì "verrà il tempo per le domande, ora dovrai studiare la tua nuova arma, tutte le sue potenzialità. Qui, in una stanza apposita potrai provarla. Naturalmente non si tratta solo di un martello ma anche molte altre potenzialità".
Khellendrox guardò nuovamente l'oggetto che teneva con la mano destra, due led gialli si accesero e la testa del martello cambiò colore, sentì un ronzio provenire dall'arma che per un attimo sovrastò quello che veniva dai macchinari intorno a lui.
"Energia negativa" disse Gregory
Khellendrox aveva sentito qualcosa sull'argomento ma non se ne era mai interessato.
"Sono molte le creature che popolano i sotterranei e la superficie che popolano indisturbate la città. Alcune di esse le hai già incontrate e in un qualche modo sei riuscito ad affrontarle, ma altre non potevano essere alla tua portata. Ora, con questa arma e affiancato da altri due uomini con le tue capacità e armi speciali, potrete affrontarli e liberarci di questo fardello".
Khellendrox scosse la testa. Sembrava che il capo l'avesse nuovamente cacciato nei guai, si fece un appunto mentale "deve smettere di programmare la mia vita" poi guardò l'uomo col camice e attese.
"Andiamo, ti mostro dove vivrai per i prossimi giorni" e Gregory premette un bottone e sul pavimento davanti a loro si aprì una botola.
"Si scende".

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