mercoledì 20 aprile 2016

La cacciatrice

Sentì alle proprie spalle il latrare di due cani, mise in pratica tutti gli insegnamenti del vecchio Grudh per far perdere le proprie tracce, sapeva che meglio sarebbe stato attraversare un corso d'acqua ma in quella piana dovevano essere mesi che non cadeva una goccia d'acqua.Vide in lontananza una vecchia abitazione, pensò di cercar riparo al suo interno. Si guardò alle spalle e non vide nessuno ma dopo qualche secondo udì nuovamente i cani abbaiare.
Raggiunta la casa, prese la balestra e spinse la porta con il piede destro.
Il legno marcio, cedette e la porta si spalancò. I muri, scrostati e macchiati di umidità le fecero pensare che fosse abbandonata da tempo.
L'ambiente era unico, guardando verso l'alto notò che il tetto mancava in diverse parti, si accostò a una delle finestre, guardando il sentiero da dove era venuta "nessuno in vista" pensò tra sé e sé.
Sospirò e proprio in quel momento sentì dei passi e il cigolio dei cardini della porta d'ingresso.
Puntò la balestra davanti a sé "vieni avanti" disse perentoria.
La porta venne aperta lentamente e davanti alla donna, comparve la figura di un uomo piuttosto alto e molto magro, teneva in mano una spada, la guardò e balbettando tentò di dire qualcosa che uscì dalla sua bocca confusa e incomprensibile.
"Stavi cercando me?" chiese nuovamente la donna tenendo sempre la balestra puntata verso il nuovo arrivato.
"Nnnooo" disse l'uomo abbassando la spada.
"E allora cosa ti porta qui?" senza abbassare la propria arma.
"Ho sentito dei cani seguiti da due uomini, curioso, ho seguito i loro passi e quando li ho visti oltrepassare la casa sono entrato. La mia è stata solo curiosità".
"Quindi, dici che sono andati?"
"Per ora..."
La donna gesticolò con la balestra indicando un punto vicino alla finestra dove si era affacciata prima "mettiti lì".
L'uomo obbedì guardando fuori, poi si sentirono nuovamente i cani abbaiare e la donna si mise in ginocchio vicino alla finestra.
Vide un primo inseguitore, e subito dopo anche il secondo, pensò che avrebbe ucciso velocemente il primo ma poi il secondo l'avrebbero dovuto affrontare in casa.
Non ci pensò oltre incoccò il dardo e veloce lo diresse verso il guerriero che stava venendo da quella parte. Il tiro fu preciso e il dardo raggiunse l'uomo al petto.
Cadendo, senza un lamento, ruzzolò sul terreno scomparendo nell'erba alta.
L'altro richiamò i cani, poi alzando il tono della voce "Jeck, Jeck dove sei finito?". Fece alcuni passi nella direzione dove aveva visto l'ultima volta il comapre, raggiunto il corpo senza vita dell'amico, si inginocchiò probabilmente per controllare le sue condizioni.
Nel frattempo la ragazza ebbe il tempo di ricaricare la balestra, facendo un cenno al proprio vicino di restare nascosto, prese nuovamente la mira attendendo che quello fuori si rialzasse.
Quando ritornò ritto sulle gambe, mirò e il dardo lo colpì al viso.
L'urlo si levò alto e straziante, l'uomo portò le mani al volto per strapparsi il dardo ma perse i sensi cadendo a terra.
"Andiamo, temo di non averlo ucciso"
I due uscirono dalla casa, videro i cani girovagare sperduti, poi si avvicinarono ai due corpi valutando che entrambi erano morti, si divisero "buona fortuna" fu l'ultima cosa che si dissero prima di scomparire uno nella boscaglia e l'altra dietro la casa in rovina. (Foto di
Marco Elli)

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