mercoledì 6 aprile 2016

Gemelle/2


Ophelia e Ryoko parlarono per tutto il tragitto verso il Catramarano, sembrava si fossero tranquillizzate, che fosse la presenza del nano?
Khellendrox, dopo aver superato uno dei pochi semafori ancora funzionanti, svoltò a destra dirigendosi verso l'area artigianale. Aveva già sentito parlare di quel locale meta di bande di motociclisti e in qualche occasione di gare automobilistiche per nulla legali.
"Come conoscete il Catramarano?" chiese alle due ragazze che stavano sul sedile posteriore e bisbigliavano tra loro.
"Abbiamo seguito diverse gare il mese scorso" disse Ophelia "sono molto divertenti" aggiunse Ryoko.
Il nano sorrise e si ricordò quando qualche anno prima era riuscito a comprare un'auto piuttosto sfasciata e insieme a Joe l'avevano rimessa a posto, trucccata e poi guidata per quello stretto e tortuoso tracciato tra i capannoni.
Il visore davanti a lui lampeggiò improvvisamente, una spia gialla si accese e Khellendrox, dopo aver schiacciato un tasto sul cruscotto vide una vettura nera sfrecciare a tutta velocità, imprecò "allacciate le cinture ragazzine, dovrò farvi vedere cosa vuol dire correre".
Le due ragazze guardarono attraverso il lunotto posteriore e poi ubbidienti si allacciarono le cinture "pensi stiano cercando noi?".
"Se stanno cercando qualcuno o qualcosa sta sicuramente su questa macchina". L'hammer prese velocità e il nano girò nel primo vicolo a destra e subito dopo entrò in un capannone dismesso, le gomme fischiarono sotto la pressione delle manovre su quel tratto di cemento.
All'uscita del capannone c'era un dislivello e l'automezzo si impennò leggermente per poi ricadere sulla strada sbandando, il nano tenne con forza il volante e lo girò violentemente come volesse domare una bestia imbizzarrita.
Dietro di loro l'auto nera balzò all'improvviso ma la caduta fu rovinosa, cadendo di muso, andò a sbattere con il paraurti che si staccò di netto finendo sotto l'auto, scintille si levarono a destra e a sinistra e mentre l'hammer procedeva ancora veloce, l'auto si allontanò sempre più.
"Li abbiamo seminati?" chiese Ryoko.
"Peggio, si sono seminati da soli" rise il nano togliendo il piede dall'acceleratore e svoltando a destra.
L'insegna del Catramarano era accesa e davanti all'ingresso c'era un po' di gente, Khellendrox parcheggiò dietro una Toyota, poi scese, diede un'occhiata alla folla e quindi aprì la portiera posteriore per far scendere le due ragazze "diamo un'occhiata in giro, statemi vicino".
Ryoko e Ophelia scesero e subito corsero verso un gruppo di ragazzi che stavano discutendo animatamente. Il nano le raggiunse poco dopo ma restò a debita distanza.
"... e questo sarà il percorso di stasera" stava dicendo uno dei ragazzi che nella mano destra teneva un casco rosso fiammante.
Vedendo arrivare le due ragazze uno dei piloti le salutò stampando ad ogniuna di loro un bacio in fronte "ce l'avete fatta a venire, appena in tempo, fra poco si parte".
Tutto il gruppo si mosse, invece che entrare nel locale, entrarono in uno dei portoni seguenti.
Khellendrox li seguì a breve distanza e quando fu entrato a sua volta nel capannone chiuse la porta alle sue spalle.
Lo spazio all'interno del capannone era enorme, la pista era già stata approntata e tre macchine erano allineate, riconobbe il modello delle prime due e volle avvicinarsi per vedere meglio la terza.
Un ragazzo piuttosto robusto e tutto unto di olio lo fermò prima che potesse accostarsi "cosa pensi di fare?".
"Volevo solo dare un'occhiata, sai una volta anche..."
"Già, una volta, una volta..." poi proseguì "ok, ma guardare e non toccare".
Khellendrox passò in rassegna la prima e la seconda macchina senza darci troppa importanza, erano modelli ibridi, veloci ma probabilmente troppo pesanti, quando arrivò davanti alla terza macchina guardò attraverso il finestrino, stava per fare un commento ma venne spinto via in malo modo da un uomo basso quasi quanto lui "fammi spazio che si parte".
Il nano diede un'ultima occhiata alla macchina poi si spostò dove era assiepato il pubblico e affiancandosi a Ophelia e Ryoko si godette la gara che partì in quel momento. (Foto di
Davide Eddy Ederle)

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