lunedì 4 aprile 2016

Jeff Khell, vita da vampiro

Un anno passò molto velocemente, Johnatan mi diede delle dritte, le regole erano semplici, bisognava "lavorare" per il clan raccogliendo informazioni che sarebbero diventate preziose per "scambiare" favori con altri vampiri di clan diversi.
Per non vedere come mi sono ridotto giro con una felpa, cappuccio tirato fin sulle orecchie e sopra ad un cappello dalla lunga visiera, sempre calato sulla testa. Gli occhiali scuri coprono le occhiaia e il mio viso spregevole, per non vedere le mie mani nodose ho comprato un paio di guanti, quelli senza dita. Insomma, mi odio per come sono diventato. Del resto non ho perso la mia impazienza e la mia sbruffonaggine.
Mi specializzai in quello che già sapevo fare, piccoli furti e raccolta informazioni, avevo i miei contatti nel mondo civilizzato che mi assecondavano, John Millow, età 56 anni, è un socio della ditta "Alberth Debt Collection in arms, di colore, prossimo alla pensione ha la psicosi del complotto, lo conobbi una sera di ottobre, alcuni dei miei "ragazzi" avevano bisogno di armi per fare un colpo, io , avevo raccolto un volantino stampato da lui, nel quale cercava di mettere la popolazione in guardia dalla presenza massiccia di alieni in un sotterraneo dell'isola di pensava ci fossero gli alieni in Belle Isle, gli avevo scritto dicendo che avevo delle informazioni per lui, avevo fatto un collage di foto di buncher della seconda guerra mondiale presi da internet e con un programma avevo fatto qualche modifica, nulla di particolare, poi gliele avevo spedite, il gioco era stato semplice e quella sera, quando ci incontrammo fu facile abbindolarlo, in cambio delle informazioni, a suo dire molto preziose, mi diede accesso ad un magazzino dove riuscii a rifornire di armi tutto il clan.
Ben presto scoprii che John si riuniva tutti i mercoledì e insieme ad un'altra ventina di "complottisti" parlava per ore e ore su fatti accaduti che potevano ricondurre a complitti politici, sociali e di altro tipo, decisi di partecipare anche io a qualcuna di quelle riunioni e fu lì che trovai parecchie "pecore" così chiamiamo il gregge di uomini e donne che ci danno il sangue. Altri, li raccattai tra i barboni e le prostitute che bazzicano i quartieri bassi.
Dovete sapere che Detroit in questo periodo è in declino e per noi vampiri è terreno fertile, si trovano molti disgraziati che si riescono a convincere con pochi dollari.
Per Jada Hill il discorso fu un po' diverso, io, dopo aver perso il lavoro, e con questo maledetto aspetto, non potei più tornare in quel piccolo appartamento dove vivevo prima, quindi per un po' restai nelle fogne, dimora di tutto rispetto ma un po' troppo umida e malsana, quindi ecco che entra in gioco la signora.
Jada è una donnona che ha aperto qualche anno fa un agenzia immobiliare, essendo avvezza al mondo della droga non mi fu difficile avvicinarla, avevo ancora diversi amici nell'ambiente e le trovai la roba a buon prezzo. Lei, non avendo liquidi, mi diede in cambio una fissa dimora. Una di quelle case fatiscenti della periferia che non riusciva a smerciare. Fu così che riuscii a trovare un luogo asciutto, anche se pericolante dove passare le giornate attendendo che il sole calasse all'orizzonte e si potesse far qualcosa di utile.
Ultimamente Johnatan mi ha insegnato come farmi dei "servi" ora così ho tre seguaci, il primo è Mark, un meccanico piuttosto massiccio ma con una gamba "bionica" zoppica vistosamente ma se riesce a prenderti allora sì che son dolori, ha sviluppato una forza sovraumana, lui è diventata la mia guardia del corpo, siamo diventati inseparabili.
Il secondo, o forse dovrei dire la seconda è Sophie una ragazza di poco più di vent'anni, molto carina, peccato che il suo precedente "datore di lavoro" le abbia sfregiato il viso e lei da prostituta molto quotata è diventata una escort particolare, lei ha parecchi contatti con persone influenti della città e di tanto in tanto mi spiffera qualche segretuccio che riesce a scoprire mentre l'amplesso disinibisce i sensi dei suoi clienti uomini o donne che siano.
Il terzo è un ometto basso e gobbo, è un tipico topo da laboratorio, è un ex chimico, licenziato dalla ditta dove lavorava con l'accusa, falsa, di aver rubato del materiale, ora campa facendo droga sintetica per diversi spacciatori della zona. Già prima di diventar vampiro avevo sentito parlare di lui e ora siamo diventati inseparabili.
Spesso mi aggiro ancora in quel piazzale dove quella notte mi incontrai con Bill, l'ex cestista, è da lui che è iniziata tutta questa storia, se non l'avessi incontrato, non sarei dovuto andare alla polizia e per giunta probabilmente nessuno mi avrebbe seguito quella notte... forse, se, ma, tutti interrogativi che avranno pace solo quando lo troverò e lo farò secco.
Ora però devo guardarmi le spalle. L'altro giorno è capitata una cosa incresciosa, Debby mi ha incaricato di trovare uno sbirro che potesse darci informazioni, mi ero informato dove abitava il tenente del quarto distretto, un nero, che avevo incontrato diversi mesi prima durante una di quelle riunioni da John.
Erano ormai le tre dopo la mezzanotte, quando lo incontrai nel parchetto di fronte al Pub Freemen, lui, con i suoi soliti mille tic mi aveva offerto una sigaretta e poi aveva ascoltato in silenzio le mie richieste.
"Queste informazioni sono riservate, i soldi viaggiano in un autoblindo, posso darti il percorso ma non dovranno sapere chi ti ha dato questa informazione".
Lo rassicurai e presi appunti, mi diede nomi e numero delle guardie a bordo del mezzo e soprattutto, cosa importantissima, orari e percorso. Quando ci salutammo pensai immediatamente che rubare quel bel mucchio di soldi sarebbe stato facilissimo.
Decisi di andare al covo la notte successiva, quindi, dopo aver fatto "rifornimento" da due spacciatori che stavano ciondolando nel piazzale, andai verso casa, stava albeggiando quando io e Mark ci separammo.
Quando il sole calò all'orizzonte, uscii dalla mia nuova abitazione, Jada mi aveva fatto sloggiare da quella che abitavo in precedenza, diceva di averla venduta e non voleva che i nuovi proprietari mi trovassero in casa. Invece che fare il solito giro e andare direttamente al tombino che mi avrebbe portato dritto dritto alla fogna dove Debby aspettava le mie informazioni feci il giro largo, e sulla strada incontrai Holga del clan dei Malkavian, lei doveva avermi seguito la notte precedente, iniziò a farmi un sacco di domande sul poliziotto e quale che fosse l'argomento di discussione nel parchetto.
Inizialmente tentai di intortarla con delle bugie ben architettate ma lei fiutò l'inganno e quando tirò fuori la sua arma io iniziai a temere il peggio e così rigirai la frittata, pensando che ci si potesse guadagnare, usai tutta la mia persuasione per far sì che mi pagasse profumatamente quelle informazioni. per Debby mi sarei inventato qualcosa.
La trattativa andò avanti parecchio ma alla fine Holga sganciò la cifra pattuita e io, dopo aver intascato il fascio di banconote, le diedi tutte le informazioni che il sergente mi aveva dato la notte precedente.
Stavo andando a cercare Mark quando da un vicolo sbucò uno dei miei confratelli, mi sovrastava in altezza di un buon mezzo metro e aveva zanne affilate e sguardo bramoso "hai tradito i compagni" mi disse sputacchiando "ora dovrai pagare" disse ancor prima che potessi difendermi da quell'accusa "io ti ho visto e sentito e lo dirò a Debby che sai cosa farà vero?".
Collegai direttamente Debby e Johnatan, sospirai sconfitto, inutile cercare una scappatoia, dovevo piuttosto trovare il modo di farmi amico Todd.
"Cosa vuoi in cambio del tuo silenzio?" chiesi senza mezzi termini.
"Lo saprai, certo che lo saprai" disse e i suoi occhi larghi senza palpebre divennero vitrei "mi farò vivo io" poi tornò nell'ombra scomparendo alla mia vista.
Piuttosto preoccupato per quell'incontro e le conseguenze che avrebbe potuto avere mi incontrai con Mark e insieme ci recammo da Debby dove riuscii, malgrado il mio stato di agitazione a dirle che non avevo trovato informazioni utili e che comunque le avrei trovato qualcosa entro il fine settimana.
Ora sapevo di avere un nemico all'interno del clan, dovevo guardarmi le spalle.

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