lunedì 4 aprile 2016

Jeff Khell, il Nosferatu


Aprii gli occhi, mi ci volle qualche istante prima di abituare la vista a quella semi oscurità, gli occhiali avevano una lente rotta e quindi non riuscii a mettere a fuoco l'ambiente circostante, poi, un cattivo odore mi arrivò alle narici, mi guardai le mani insudiciate dal liquame putrescente che scorreva in quella che doveva essere la condotta fognaria dove avevo trovato riparo qualche tempo prima. Mi domandai quanto tempo fosse passato. Ricordavo poco o nulla, mi sforzai di ricordare cosa fosse successo, alla mente mi tornò solo la faccia deforme di colui che mi aveva sorpreso e azzannato. Tentai di alzarmi ma le mie gambe cedettero sotto il mio peso e tornai a sguazzare nel liquame.

Dopo un lungo respiro tentai nuovamente di alzarmi e questa volta il risultato fu migliore del precedente, quindi, appoggiando una mano alla tubatura arrugginita camminai per la conduttura per a raggiungere una stanza illuminata che sembrava essere un vecchio magazzino o scantinato. Ripresi fiato e così guardandomi le mani, mi accorgo con sconcerto che la mia pelle è diventata pallida, rugosa e fredda. Le mani sono molto più nodose e contorte di prima, simili ad artigli, a dispetto di quelle sembianze da anzianotto, sento la che la forza è cresciuta, nonostante il dolore alle costole e un po' ovunque, sento anche di essere più robusto di prima.
"Vediamo se c'è campo" aprendo il cellulare notai immediatamente che la spia lampeggiava, poi, in un secondo momento vedo la mia nuova faccia, scuoto il capo incredulo, la vista si annebbia nuovamente e cado carponi. Richiudo in fretta il guscio del cellulare, poi incredulo lo riapro con timore, sperando che sia solo un incubo. Terrorizzato guardo nuovamente l'immagine di me riflessa, nessuno mi riconoscerà conciato in quel modo, al posto dei tuoi soliti lineamenti vedi un volto rugoso, deforme, totalmente privo di capelli, sopracciglia e peli, a parte qualche sparuto pelo che ricorda vagamente la folta barba che portavo con orgoglio, ultimo ma non ultimo, quando abbozzo un sorriso stentato, noto due zanne acuminate spuntare al posto dei canini.
Resto lì seduto annichilito pensando al mio futuro incerto, soprattutto con quell'aspetto orribile. Cresce in me l'idea che il mostro, quel mostro che mi ha aggredito, lui ha la colpa di tutto questo, lui pagherà per quello che mi ha fatto.
 Mentre rifletto su queste cose, strane figure dall'aspetto non certo rassicurante si fanno avanti dall'oscurità. Mi scrutano nell'oscurità mostruosità uguali a me, poi le vedo e mi rendo conto che sono sempre state lì nell'ombra, silenti, intente ad osservare i tuoi movimenti. Non sembrano essere pericolose, anche se hanno un'aria che a prima vista può essere minacciosa.
"C... chi siete? Cosa siamo?" abbozzo con un filo di voce pagnucolosa.
A quella domanda stentata si fa avanti quello che pare essere il loro capo, un energumeno alto quasi due metri tutto muscoli e zanne. A dispetto dell'aspetto terrificante, ha modi gentili e una voce pacata. "Non ti preoccupare, sei stato morso da un vampiro e ora sei tra amici, noi siamo i tuoi unici amici".
Le sue parole sembrano rassicuranti, ma come posso credere che esistano i vampiri, creature di cui ho letto qualcosa e ho visto al cinema, uscendone sempre sorridente sicuro che fosse tutto frutto della fantasia di strambi scrittori o cineasti.
Poi il vampiro si avvicina e mi sussurra "Sei morto, come forse ti sei già reso conto, ed ora ti trovi in uno stato che va oltre la vita: sei un vampiro, una creatura immortale che deve nutrirsi del sangue dei vivi per prolungare in maniera innaturale la sua sacrilega esistenza, sei condannato".
Tuttavia, come si dice in questi casi, la morte è soltanto l'inizio... infatti il mostro continua sempre in modo rassicurante, offrendosi di aiutarmi, e poi mi presenta alle altre creature "anche loro ti aiuteranno, naturalmente tu dovrai sottometterti e dare la tua disponibilità, e poi ci sono alcune  regole che dovrai seguire, regole importantissime per la tua e nostra sopravvivenza"
Pur con riluttanza, non avendo alternative, decido di sottometterti al mostro, per ora, poi chissà magari un giorno ritroverò la libertà perduta.
Il mostro dice di chiamarsi Johnatan e mi da il benvenuto tra i Nosferatu anarchici.

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