Quando
il gruppo, riuscì finalmente, ad arrivare in cima alla montagna,
davanti ai suoi occhi si spalancò uno scenario raccapricciante e
stupendo allo stesso tempo, la porta per l'inferno era spalancata
davanti a loro. Il piccolo altare, ai piedi della scalinata, mostrava
ancora segni di sangue fresco, probabilmente un rito officiato durante
la notte e che la neve caduta non aveva nascosto agli occhi degli ignari visitatori.
Il demone in pietra seduto sullo stipide della porta li guardava
immobile, la sua bocca semi aperta mostrava una dentatura irregolare,
quelle ai lati, scolpiti nella montagna dovevano essere le ali mentre in
mano teneva un ascia bipenne che il nano apprezzò parecchio. Fu Shin a
scuoterlo dai suoi pensieri "Mastro nano, dobbiamo andare".
Il
chierico salì i sette gradini e raggiunse la porta, era socchiusa, Alak,
curioso appoggiò la mano sinistra al legno e spinse lentamente verso
l'interno.
La porta cigolò sui cardini e davanti a loro si aprì un
corridoio parzialmente illuminato da fiaccole disposte a qualche metro
di distanza l'una dall'altra appese alle pareti.
L'ultimo a entrare
fu Alartes, portando la mano all'impugnatura della spada si guardò
attorno, gli parve di vedere due ombre muoversi furtive nell'oscurità,
non disse nulla seguendo i passi dei suoi compagni davanti a lui.
Iniziava così il lungo viaggio che li avrebbe portati nelle viscere
della terra dove avrebbero incontrato, come aveva predetto la strega, al
cospetto di Xhianty.
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