martedì 31 maggio 2016

Xhianty

Quando il gruppo, riuscì finalmente, ad arrivare in cima alla montagna, davanti ai suoi occhi si spalancò uno scenario raccapricciante e stupendo allo stesso tempo, la porta per l'inferno era spalancata davanti a loro. Il piccolo altare, ai piedi della scalinata, mostrava ancora segni di sangue fresco, probabilmente un rito officiato durante la notte e che la neve caduta non aveva nascosto agli occhi degli ignari visitatori.
Il demone in pietra seduto sullo stipide della porta li guardava immobile, la sua bocca semi aperta mostrava una dentatura irregolare, quelle ai lati, scolpiti nella montagna dovevano essere le ali mentre in mano teneva un ascia bipenne che il nano apprezzò parecchio. Fu Shin a scuoterlo dai suoi pensieri "Mastro nano, dobbiamo andare".
Il chierico salì i sette gradini e raggiunse la porta, era socchiusa, Alak, curioso appoggiò la mano sinistra al legno e spinse lentamente verso l'interno.
La porta cigolò sui cardini e davanti a loro si aprì un corridoio parzialmente illuminato da fiaccole disposte a qualche metro di distanza l'una dall'altra appese alle pareti.
L'ultimo a entrare fu Alartes, portando la mano all'impugnatura della spada si guardò attorno, gli parve di vedere due ombre muoversi furtive nell'oscurità, non disse nulla seguendo i passi dei suoi compagni davanti a lui.
Iniziava così il lungo viaggio che li avrebbe portati nelle viscere della terra dove avrebbero incontrato, come aveva predetto la strega, al cospetto di Xhianty.

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