La zona era stata dichiarata "off limits" da alcuni decenni e la cittadina di Santa Cruzeda era diventata terra di nessuno.
Al confine, il nano alla guida del mezzo blindato era stato fermato da due uomini in divisa piuttosto annoiati, gli avevano chiesto i documenti e dopo averlo squadrato per qualche secondo lo avevano lasciato passare.
Khellendrox era lì in mezzo al nulla, ai bordi di quella che un tempo era una cittadina di confine, ora, consumata da cespugli secchi e sabbia appariva diroccata e senza vita.
Il mezzo percorse il viale principale sollevando un leggero pulviscolo rossastro che, una volta sollevato andò nuovamente a dare una colorazione leggermente marziana alla strada e alla vegetazione che bordava la via.
Raggiunto il tunnel fermò l'hammer e scese, il calore della giornata estiva gli investì il viso, alzò il cappuccio e si mise gli occhiali in dotazione. Intorno a lui tutto prese una colorazione azzurra, sbattà le ciglia e l'occhio si abituò a quella luce innaturale, poi, come gli aveva detto il capo, appoggiando leggermente la mano all'impugnatura della propria arma avanzò dentro al tunnel.
I suoi passi risuonarono metallici, la galleria era parzialmente illuminata da alcuni neon che iniziarono a sfarfallare, un ratto paffuto passò al suo fianco senza fermarsi, lui seguì il suo cammino, il visore gli permise di vedere le vene rosse e le arterie azzurre dove il sangue sorreva al suo interno dandogli vita. Sorrise, l'odore nauesabondo gli arrivò acido alle narici e così premendo un bottone sul braccio destro un tessuto profumato al cocco gli avvolse il viso coprendogli la bocca e il naso. Avanzò nella grotta artificiale e vide la luce provenire dalla parte opposta, sapeva a cosa stava andando incontro, la zona contaminata era dall'altra parte del tunnel. Le voci si erano diffuse rapidamente, sembrava che fosse abitata da uomini e donne che avevano assunto strane fattezze, probabilmente colpa delle radiazioni oppure del cibo avariato che avevano dovuto mangiare dopo la guerriglia.
Khellendrox difficilmente credeva alle voci, e ancor più decise di non credere alle numerose leggende che andavano crescendo nel suo distretto.
Fatti una decina di passi raggiunse l'apertura della galleria, trasse un respiro profondo e posò il passo sul terreno sabbioso oltre il buio.
La terra "off limits" non era affatto come se la immaginava, e forse neppure come se la immaginava il capo. Il quartiere doveva essere un tempo molto ricco; le piccole villette dovevano essere immerse nel verde, ora di quei lussurreggianti giardini non restava che un vago ricordo.
Immerso nei pensieri intravide un'ombra passargli accanto, tornò alla realtà e impugnò il suo revolver puntandolo tutto intorno a sé, si era lasciato trasportare dall'immaginazione e ora poteva essere un bersaglio facile.
Si concentrò su ciò che lo circondava e lo vide con gli occhi di chi lo aveva mandato lì, ora capiva la paura di coloro che non osavano attraversare il tunnel. Fece alcuni passi e gli sembrà di avvertire dei rumori alle sue spalle.
Si voltò velocemente e lo vide, camminava a quattro zampe, una lunga coda si muoveva ritmicamente, cercò di guardarlo con occhi diversi da ciò che gli mostrava il visore, e vide ciò che non si aspettava.
I suoi occhi rifletterono l'umanità che l'uomo aveva perso e capì in un attimo cosa avevano perso quelli dall'altra parte del tunnel...
(Creazione di Dmitriy Bragin)
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