La
fortezza era diroccata, il vecchio sovrano, gli aveva confidato che
l'aveva dovuta abbandonare anni prima, perché infestata.
La creatura che
l'abitava, aveva a poco a poco decimato il suo esercito. L'anziano gli
disse che non aveva mai visto quella creatura ma dalle voci che si erano
sparse tra le sue esigue truppe rimaste, era una donna bellissima, la
sua carnagione era pari al pallore della luna piena nelle notti invernali, i canini pronunciati e le unghie lunghe erano latori di morte, tra tormenti e sofferenze.
Non vi fu bisogno di aprire la porta, questa era a terra spezzata in due e i cardini erano divelti e arrugginiti.
Oltrepassando la soglia, entrò in quella che poteva definirsi una
enorme sala il cui tetto era andato perduto da tempo, alla destra
restavano alcuni gradini sbrecciati di una imponente sala che
probabilmente portava agli appartamenti al piano superiore ora del tutto
crollato. Altre scale, queste ancora intatte, scendevano negli
scantinati.
Il nano si inginocchiò a terra e dopo aver pronunciato
le parole della preghiera di riconoscimento, fu certo che al piano di
sotto era presente una creatura malvagia, restava nell'ombra,
probabilmente in attesa di una nuova preda da far sua.
Khellendrox,
deciso a punire il male presente in quella fortezza scese le scale. Lo
scantinato aveva il soffitto a volta, e di tanto in tanto, alle pareti,
erano ancora presenti delle scaffalature con bottiglie, qua e là, sul
pavimento vide botti per lo più sfasciate e casse aperte e abbandonate.
Al buio in quell'ambiente umido si accorse di essere spiato. La
creatura, nascosta in un anfratto si sporse da quella piccola loggia e
guardò il nano procedere a tentoni al buio della cantina. Leggendo nella
sua mente, trovò quale fosse lo scopo della sua visita e pur sapendo la
potenza che era in lui, si preparò a fronteggiarlo e a sconfiggerlo, la
sua energia vitale le avrebbe permesso di vivere ancora per secoli. (Foto di Marco Elli)
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