mercoledì 16 marzo 2016

Storie di strada/2

Il laboratorio odorava di limatura di ferro e di ozono. Lhilly era china su quella che si sarebbe potuta definire una tuta, sembrò non aver sentito i passi pesanti del nano, poi, quando lui si schiarì la gola, alzò gli occhi.
"Mastro..." così era solita salutare Khellendrox, quasi fosse uno di quei nani visti in televisione qualche anno prima.
Il nano, per nulla voglioso di scherzare si sedette su uno sgabello "hai analizzato il materiale che ti ho portato?".
La donna posò il cacciavite che teneva in mano sul banco da lavoro e poi anche la piastra elettronica.
Senza badare al nano si alzò e camminò praticamente nuda davanti a lui fino a raggiungere uno scaffale ingombro di parti bioniche e meccaniche, prese uno dei cavi che gli aveva portato il nano e la lanciò verso di lui che, senza farsi sorprendere la prese lo prese al volo.
"E' un cavo coassiale a doppia funzione, la prima serve per alimentare il cyborg in sospensione, la seconda a passare e prendere dati".
"E il liquido?" chiese il nano girando e rigirando il cavo nelle sue mani.
"Il liquido che è fuoriuscito quando l'hai sganciato è semplice lubrificante, alcuni la chiamano droga sintetica per cyborg, io lo chiamo olio stordente o esaltante, dipende dalla quantità di morfina che viene inserita nella mistura di liquidi".
"Morfina, quindi pensi che chi usa questi cavi abbia un po' di rispetto per le cavie".
"Sicuramente non vuole danneggiare il delicato cervello delle creature".
"La donna era umana" disse nuovamente Khellendrox alzandosi e gettando il cavo a far compagnia alla tuta sul bancone.
"Umana ma con innesti" rimarcò Lhilly "e ora so che è in cura, devi interrogarla al più presto".
"A questo ci sta pensando la mia collega, lei è più portata per queste cose" poi giocherellando un po' con la barba lunga e ispida guardò quasi per la prima volta la padrona del laboratorio "e della provenienza o qualche indizio sulla fabbricazione cosa mi sai dire?".
"Poco o nulla" prendendo nuovamente la tuta, il cacciavite e la piastra tornò a sedersi "devi contattare Enthon chiedigli cosa sa della Ciprix".
"Va bene, la patata bollente tu l'hai gettata e ora tocca a me tenerla tra le mani, intanto grazie" prese la scheda e la strisciò "il solito?".
"Sì, Khellendrox, quante volte te lo devo dire, l'obolo è sempre quello".
Il nano premette alcuni pulsanti comparsi sul lato destro del bancone e poi rimise la tessera in tasca "allora grazie e a presto".
"A presto mastro..."
Uscito, salì sull'hammer e dopo averlo acceso premette un piccolo pulsante sulla sinistra, si sentì un lungo suono e poi qualche rumore gracchiante e infine, una voce "dimmi"
"Ciprix" si limitò a dire il nano mentre imboccava la superstrada "non vado da Enthon, vado direttamente là".
"Come preferisci" disse la voce femminile "la tua amica sta bene" aggiunse sospirando "ma non parla. Cosa ne faccio?"
"Lasciala riposare, ci parlo io quando torno"
"Perfetto, la lascio in buone mani"
La comunicazione si interruppe bruscamente quando l'hammer scese nel tunnel.
Il nano pigiò sull'acceleratore quasi che avesse fretta di arrivare, "dovrò inventarmi qualcosa" pensò e un sorriso comparve sul suo volto barbuto.

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