giovedì 17 marzo 2016

Storie di strada/4

Manhu si svegliò si soprassalto, la bocca secca e lo sguardo appannato, si guardò attorno, sembrava una stanza di ospedale, l'arredo minimale era composto da un armadietto, il letto molto tecnologico e un comodino. Dall'unica finestra filtrava una luce giallastra, probabilmente era pieno giorno.
Aiutandosi con le braccia provò a sedersi, a fatica ma ci ruscì poi, prima un piede poi l'altro sentì il freddo del pavimento che a contatto con la pelle cambiò colore. La sensazione da prima sgradevole fu immediatamente diversa, si riscaldò fino ad sere piacevole. La ragazza, sempre aiutandosi con le mani ben piantate sul letto si alzò, un lieve capogiro poi tutto tornò normale.Sentì dei passi provenire dal corridoio e poi la porta si aprì di scatto, era un giovane dottore che la guardò sorridendo "vedo che facciamo progressi".
"Sal... salve, dove mi trovo?"
"Sei in buone mani, e ti porto buone notizie, la tua parte fisica sta bene, ora devo portarti a revisionare il resto".
Manhu tornò a sedersi "temo di non riuscire a camminare a lungo".
"Ci credo, i tuoi arti inferiori sono stati troppo a lungo in ibernazione, ma presto ritroverai la mobilità di un tempo".
Il medico premette la mano destra contro la parete e al fianco del letto comparve un oggetto bizzarro, luminescente e composto da due tubi fluttuava a mezza altezza "ora siediti e andiamo".
Alla ragazza non restò che ubbidire, si sedette tra i due tubi che riuscirono a sorreggere il suo peso, sospeso nel vuoto.
Nel laboratorio, Lhilly, aveva appena ricevuto i dati, trasmessi olograficamente erano davanti a lei, con la mano destra spostò alcune cifre e premendo su alcune icone uscirono vennero visualizzati grafici e formule.
Un lieve ronzio interruppe il silenzio "sì, sto guardando ora i dati, la paziente 0 potrà riprendere le proprie funzioni nel giro di due ore al massimo, ma il trattamento sarà doloroso".
Una voce sommessa squittì dall'altoparlante "l'importante è che non ricordi nulla".
"Non resterà traccia di alcun ricordo, promesso".
"Bene, allora procedi"
Lhilly guardò nuovamente i dati davanti a lei "un'ultima cosa" facendo una pausa forse più lunga del necessario "sì?" chiese la voce sommessa "se qualcosa dovesse andare storto cosa dico al nano?".
"A lui pensiamo noi".
"Eccellente"
La dottoressa sentì due voci giungere dall'esterno, pensò si trattasse di Manhu e del dottore, presto sarebbe tutto finito.
Carwen, sapute le ultime notizie da Khellendrox scosse il capo, si udirono degli spari fuori dalla stanza, si avvicinò al tavolo e premendo con forza su un lato ne uscì un cassetto all'interno del quale giaceva un fucile d'assalto, lo imbracciò controllando che fosse carico, poi si preparò ad attendere l'ingresso di qualcuno che non tardò a venire.
La porta si spalancò e un energumeno alto poco più della porta si presentò con due mitragliette, non fece in tempo a premere il grilletto, Carwen, già pronta fece fuoco due volte. Il primo colpo andò a segno nell'addome dell'intruso, il secondo lo centrò in piena fronte. L'uomo cadde a terra nel corridoio, con un tonfo, altri passi, veloci e leggeri stavano arrivando, Carwen, con altri quattro colpi pronti ad esplodere, si guardò attorno cercando un eventuale riparo, sfortunatamente la stanza non aveva grandi spazi coperti, si addossò alla parete alla destra della porta che sgangherata stava sù per miracolo e con la schiena premette contro l'interruttore, l'ambiente divenne improvvisamente buio, lasciò andare il fucile e prese la propria pistola, piccola ma efficace se fosse entrato qualcuno dalla porta.
Quel qualcuno, non si fece attendere, entrò, Carwen vide il visore notturno abbassato sugli occhi della donna, non attese oltre, sparò due colpi che la ferirono.
La nuova arrivata cadde a terra con un rantolo, Carwen riaccese la luce e si chinò su di lei "guarirai, stai tranquilla".
Ascoltò se dall'esterno provenissero altri passi, non sentì nulla, quindi si rilassò e tornò a guardare la nuova arrivata "dunque era questo il vostro piano".
Khellendrox e Anthea sull'Hammer, dopo aver lasciato la sede della Ciprix si diressero al laboratorio, "qualcuno ci sta inseguendo" disse il nano "dovrai girare il sedile e sparare, pensi di esserne in grado?".
Anthea, senza dire nulla girò il sedile alla destra della guida e premendo un pulsante si ritrovò davanti a se un'arma che non aveva mai visto prima, impugnò il calcio e con l'indice premette il pulsante sulla sinistra. La canna dell'arma divenne rossa e iniziò ad eruttare raggi blu e viola, la donna, venne scossa violementemente perse l'equilibrio finendo quasi in braccio al nano che sterzò improvvisamente perdendo per un attimo il controllo del mezzo "non ti ho detto che per sparare con quel coso dei legarti" disse ridendo e spingendo la ragazza nuovamente sul suo sedile.
Anthea si legò e riprese il controllo dell'arma. Il furgoncino nero che avevano alle spalle si era avvicinato e un uomo era uscito dal tetto e stava per sparare con un arma che aveva l'idea di essere un lancia razzi.
La ragazza, questa volta legata, premette nuovamente il pulsante, la canna dell'arma divenne nuovamente rossa e i raggi balenarono verso il mezzo che li stava inseguendo, Il raggio blu colpì la cabina del furgoncino squartandola, il raggio successivo, di colore viola mancò il bersaglio e la piccola villetta alla destra andò in fiamme.
L'Hammer svoltò bruscamente a destra e il furgoncino lo seguì poco dopo, nel frattempo dal tetto l'uomo sparò il suo primo razzo.
Il proiettile esplose alla destra del mezzo guidato dal nano che sbandò di colpo e percorse diversi metri su due ruote prima di ricadere sulla sede stradale con uno stridio di come e freni.
La corsa riprese, Anthea, dopo aver ripreso il giusto equilibrio sul sedile premette nuovamente il pulsante dell'arma e dopo qualche secondo, il furgoncino dietro di loro esplose fragorosamente.
"Ecco fatto" esultò la ragazza.
"Bene, ora andiamo a vedere cosa combina Carwen disse il nano facendo girare nuovamente il sedile dove era seduta la ragazza al proprio fianco, "tieniti stretta si vola".
"Manhu si svegliò si soprassalto, la bocca secca e lo sguardo appannato, si guardò attorno, sembrava una stanza di ospedale, l'arredo minimale era composto da un armadietto, il letto molto tecnologico e un comodino. Dall'unica finestra filtrava una luce giallastra, probabilmente era pieno giorno. Aiutandosi con le braccia provò a sedersi, a fatica ma ci ruscì poi, prima un piede poi l'altro sentì il freddo del pavimento che a contatto con la pelle cambiò colore. La sensazione da prima sgradevole fu immediatamente diversa, si riscaldò fino ad sere piacevole. La ragazza, sempre aiutandosi con le mani ben piantate sul letto si alzò, un lieve capogiro poi tutto tornò normale. Sentì dei passi provenire dal corridoio e poi la porta si aprì di scatto, era un giovane dottore che la guardò sorridendo "vedo che facciamo progressi". "Sal... salve, dove mi trovo?" "Sei in buone mani, e ti porto buone notizie, la tua parte fisica sta bene, ora devo portarti a revisionare il resto". Manhu tornò a sedersi "temo di non riuscire a camminare a lungo". "Ci credo, i tuoi arti inferiori sono stati troppo a lungo in ibernazione, ma presto ritroverai la mobilità di un tempo". Il medico premette la mano destra contro la parete e al fianco del letto comparve un oggetto bizzarro, luminescente e composto da due tubi fluttuava a mezza altezza "ora siediti e andiamo". Alla ragazza non restò che ubbidire, si sedette tra i due tubi che riuscirono a sorreggere il suo peso, sospeso nel vuoto. Nel laboratorio, Lhilly, aveva appena ricevuto i dati, trasmessi olograficamente erano davanti a lei, con la mano destra spostò alcune cifre e premendo su alcune icone uscirono vennero visualizzati grafici e formule. Un lieve ronzio interruppe il silenzio "sì, sto guardando ora i dati, la paziente 0 potrà riprendere le proprie funzioni nel giro di due ore al massimo, ma il trattamento sarà doloroso". Una voce sommessa squittì dall'altoparlante "l'importante è che non ricordi nulla". "Non resterà traccia di alcun ricordo, promesso". "Bene, allora procedi" Lhilly guardò nuovamente i dati davanti a lei "un'ultima cosa" facendo una pausa forse più lunga del necessario "sì?" chiese la voce sommessa "se qualcosa dovesse andare storto cosa dico al nano?". "A lui pensiamo noi". "Eccellente" La dottoressa sentì due voci giungere dall'esterno, pensò si trattasse di Manhu e del dottore, presto sarebbe tutto finito. Carwen, sapute le ultime notizie da Khellendrox scosse il capo, si udirono degli spari fuori dalla stanza, si avvicinò al tavolo e premendo con forza su un lato ne uscì un cassetto all'interno del quale giaceva un fucile d'assalto, lo imbracciò controllando che fosse carico, poi si preparò ad attendere l'ingresso di qualcuno che non tardò a venire. La porta si spalancò e un energumeno alto poco più della porta si presentò con due mitragliette, non fece in tempo a premere il grilletto, Carwen, già pronta fece fuoco due volte. Il primo colpo andò a segno nell'addome dell'intruso, il secondo lo centrò in piena fronte. L'uomo cadde a terra nel corridoio, con un tonfo, altri passi, veloci e leggeri stavano arrivando, Carwen, con altri quattro colpi pronti ad esplodere, si guardò attorno cercando un eventuale riparo, sfortunatamente la stanza non aveva grandi spazi coperti, si addossò alla parete alla destra della porta che sgangherata stava sù per miracolo e con la schiena premette contro l'interruttore, l'ambiente divenne improvvisamente buio, lasciò andare il fucile e prese la propria pistola, piccola ma efficace se fosse entrato qualcuno dalla porta. Quel qualcuno, non si fece attendere, entrò, Carwen vide il visore notturno abbassato sugli occhi della donna, non attese oltre, sparò due colpi che la ferirono. La nuova arrivata cadde a terra con un rantolo, Carwen riaccese la luce e si chinò su di lei "guarirai, stai tranquilla". Ascoltò se dall'esterno provenissero altri passi, non sentì nulla, quindi si rilassò e tornò a guardare la nuova arrivata "dunque era questo il vostro piano". Khellendrox e Anthea sull'Hammer, dopo aver lasciato la sede della Ciprix si diressero al laboratorio, "qualcuno ci sta inseguendo" disse il nano "dovrai girare il sedile e sparare, pensi di esserne in grado?". Anthea, senza dire nulla girò il sedile alla destra della guida e premendo un pulsante si ritrovò davanti a se un'arma che non aveva mai visto prima, impugnò il calcio e con l'indice premette il pulsante sulla sinistra. La canna dell'arma divenne rossa e iniziò ad eruttare raggi blu e viola, la donna, venne scossa violementemente perse l'equilibrio finendo quasi in braccio al nano che sterzò improvvisamente perdendo per un attimo il controllo del mezzo "non ti ho detto che per sparare con quel coso dei legarti" disse ridendo e spingendo la ragazza nuovamente sul suo sedile. Anthea si legò e riprese il controllo dell'arma. Il furgoncino nero che avevano alle spalle si era avvicinato e un uomo era uscito dal tetto e stava per sparare con un arma che aveva l'idea di essere un lancia razzi. La ragazza, questa volta legata, premette nuovamente il pulsante, la canna dell'arma divenne nuovamente rossa e i raggi balenarono verso il mezzo che li stava inseguendo, Il raggio blu colpì la cabina del furgoncino squartandola, il raggio successivo, di colore viola mancò il bersaglio e la piccola villetta alla destra andò in fiamme. L'Hammer svoltò bruscamente a destra e il furgoncino lo seguì poco dopo, nel frattempo dal tetto l'uomo sparò il suo primo razzo. Il proiettile esplose alla destra del mezzo guidato dal nano che sbandò di colpo e percorse diversi metri su due ruote prima di ricadere sulla sede stradale con uno stridio di come e freni. La corsa riprese, Anthea, dopo aver ripreso il giusto equilibrio sul sedile premette nuovamente il pulsante dell'arma e dopo qualche secondo, il furgoncino dietro di loro esplose fragorosamente. "Ecco fatto" esultò la ragazza. "Bene, ora andiamo a vedere cosa combina Carwen disse il nano facendo girare nuovamente il sedile dove era seduta la ragazza al proprio fianco, "tieniti stretta si vola".

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