La
via principale era deserta, alcuni negozi avevano lasciato le insegne
accese per attirare i clienti danarosi. La Ciprix si trovata al quarto
piano di uno di quei palazzi del centro che ancora resistevano malgrado
la crisi e i numerosi furti.
Khellendrox parcheggiò la macchina e
attraversò la strada, il silenzio era innaturale, all'improvviso un cane
latrò alla luna piena e il nano, soprapensiero
sussultò portando d'istinto la mano destra alla pistola che teneva
nella fondina, un'ultima occhiata alla strada e alla galleria di negozi e
poi una breve corsa verso il portone d'ingresso.
La porta in ferro e
vetri antiproiettili era socchiusa, non di certo un buon seguo, esaminò
i segni lasciati da un piede di porco, dovevano essere vecchi, qualcuno
di più sofisticato aveva fatto quel lavoretto e a giudicare dal profumo
doveva ancora essere nei paraggi.
Abbassò il visore sull'occhio
destro e si guardò attorno, la vide, nascosta dietro uno dei pilastri
risultava essere troppo rossa e troppo calda per essere un'essere
inanimato, lentamente fece alcuni passi verso quel pilastro, la sagoma
era inginocchiata e restava immobile, poi si alzò di scatto e uscì dal
nascondiglio con le mani alzate ben in vista.
"S... Salve" salutò un
po' incerta vedendo il nano con il revolver puntato verso di lei "c'è,
c'è sicuramente un equivoco e posso..."
"Sicuramente potrai spiegarmi tante cose" disse il nano annullando la distanza tra se e la ragazza.
"Chi sei? Il mio nome è Anthea" disse con un filo di voce "il tuo dovrebbe essere Khellendrox" disse sicura.
"Sto diventando troppo famoso" disse il nano storcendo la bocca, poi
parlando alla sconosciuta "il come sai il mio nome lo scopriremo dopo,
ora voglio sapere perché hai scassinato la porta della Ciprix?".
"Sono arrivata tardi, era già aperta quella porta".
"Potrei anche crederti, comunque sia, ora andremo a fare due chiacchiere con Dreft, su vieni"
Il nano spinse la ragazza, e dopo alcuni passi incerti, i due, uno
dietro all'altra entrarono nell'androne del palazzo. Piccoli led si
accesero al loro ingresso e illuminarono le scale e il corridoio "temo
l'ascensore sia guasto, ci toccherà fare una bella sgambinata, procedi"
disse il nano spingendo Anthea su per la scalinata.
"Carwen non credo che intendensse questa per collaborazione" disse Anthea fermandosi al terzo pianerottolo.
"La Carwen dovrebbe avvertirmi quando mi manda qualcuno in aiuto"
rispose il nano rimettendo la pistola nella fondina "ora sali, siamo
quasi arrivati".
Quando raggiunsero il quarto pianerottolo
Khellendrox si avvicinò ad una porta di legno massiccio, era socchiusa,
fece un cenno ad Anthea e spingendola verso l'interno lentamente entrò.
Chi li aveva preceduto non aveva badato a spese, nel corridoio c'erano
scaffali in terra e carte e altro buttato all'aria, nella prima stanza
giacevano a terra due donne, il nano controllò il loro polso "morte".
Anthea andò nella stanza adiacente "anche qui c'è un morto, siamo arrivati tardi".
Khellendrox la raggiunse e vide un uomo sulla cinquantina con un buco in fronte "arma laser".
"Qui non troveremo altro, e tu verrai con me al laboratorio".
I due ridiscesero le scale velocemente e dopo essere usciti dallo
stabile salirono entrambi sull'hammer e andarono verso il laboratorio
dove Carwen li stava aspettando con Manhu che si era appena svegliata.
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