giovedì 14 aprile 2016

Le tre sorelle - Terzo capitolo

Il pallino blu continuò a lampeggiare sul visore e Khellendrox lasciò alla guida automatica il compito di seguire il bersaglio.
Quando finalmente rallentò la sua corsa l'Hammer svoltò in una via completamente deserta, un unico lampione illuminava a tratti la strada rattoppata di fresco.
"Devono abitarci dei ricconi da queste parti" pensò il nano mentre sentì il catrame fresco incollarsi al fondo del suo mezzo.

La spia intermittente sul visore si spense di colpo e Khellendrox riprese il volante disinserendo i comandi automatici, costeggiò l'auto e scese.
Alcune delle finestre del palazzo erano illuminate, attraversò la strada e si avvicinò alla porta d'ingresso, una piccola telecamera seguì i suoi passi e si fermò inquadrandolo curiosa.
Il nano guardò diritto verso l'obiettivo e sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi, poi provò a spingere la porta in metallo senza riuscire neppure a smuoverla, quindi prese i propri arnesi e si mise all'opera per scassinare la serratura.
Proprio mentre stava per terminare l'opera, dal citofono posto alla sinistra del portone udì una voce "non c'è bisogno che distruggi la porta"
Il nano non ci fece caso, fece saltare la serratura e spinse la porta verso l'interno. L'androne si illuminò al suo passaggio, in mezzo ai due ascensori c'era un cartello "guasti", quindi si preparò a salire le scale.
Carhamel lo stava aspettando sul pianerottolo del primo piano.
"Ti stavo aspettando" disse puntandogli un piccolo revolver, proprio mentre stava per salire il primo gradino della seconda rampa di scale.
"Non fare gesti bruschi e non premerò il grilletto".
Khellendrox, istintivamente, alzò le mani e salì i gradini lentamente, giunto vicino alla ragazza guardò a destra e a sinistra "quale porta?" chiese sbuffando.
"Destra" indicò Carhamel "vai avanti".
Il nano fece pochi passi e con la punta del piede destro, tenendo le braccia alzate, spinse la porta d'ingresso dell'appartamento.
"Abbiamo ospiti" disse la ragazza alzando il tono della voce.
Da una delle stanze uscì l'uomo con i baffi che il nano aveva visto al laboratorio "abbassa pure le mani, ma tienile in vista".
Khellendrox obbedì, fermandosi in mezzo al corridoio "immagino che le altre due siano in una di queste stanze".
Da un'altra porta si affacciò Manhu, il suo corpo era fasciato da una salopette scura, il braccio destro era appeso ad una fasciatura che le partiva dalla spalla e coprendole entrambe i seni era legato stretto dietro la schiena "hai visto cosa hai combinato?" chiese la ragazza aggredendo il nano "dovrei farti lo stesso trattamento".
Dietro di lei si affacciò anche Anthea "fallo entrare".
Carhamel spinse il nano dentro la stanza e gli indicò una poltrona "accomodati".
Khellendrox sedendosi sprofondò sul divano che immediatamente lo immobilizzò.
"Dunque, ti piace ficcanasare?" disse l'uomo prendendo una sedia e sedendosi difronte al prigioniero.
Khellendrox tacque posando gli occhi a turno sulle donne e poi sull'uomo.
"Chi ti manda?" continuò ad interrogarlo il baffetto.
Vedendo che il nano continuava a restare silenzioso Anthea si avvicinò e premette con l'indice e il medio sulla ferita alla spalla dell'uomo.
Khellendrox storse la bocca ma non disse nulla.
"Credi che qui ci si stia divertendo?".
A quel punto, finalmente Khellendrox si decise a parlare "si parlava di vampiri che infestano i locali dei bassifondi, e qualcuno ha fatto il vostro nome..."
"Bastar..." sfuggì a Carhamel che fu subito azzittita da Renè "fallo continuare" poi guardando il prigioniero affossato nel divano gli fece un cenno "poi?".
"Ho avuto alcune informzioni e vi ho trovato, a dirla tutta è stato molto facile" sorridendo "ma io cerco il pesce grosso".
Anthea tornò a premere le due dita sulla ferita aperta del nano "penso che non pescherai nulla, anzi, magari qualcuno dovrà venirti a pescare".
Manhu si mise di fianco ad Anthea "per i colpi subiti siamo pari, ma per quanto riguarda la faccenda dei vampiri ti sbagli, non è noi che devi cercare ma un certo Vikthor, che fra l'altro ci sta caluniando".
Khellendrox tentò di muoversi, ma l'effetto fu esattamente il contrario di quello che pensava di ottenere, il divano, infatti, lo inglobò ancora di più facendolo spronfondare ulteriormente.
"Sarei un po' scomodo" disse con voce strozzata.
Renè si alzò e prese un piccolo aggeggio pieno di bottoni colorati "potrei liberarti ma potrei anche gettarti dalla finestra con il divano, tutto compreso".
Khellendrox guardò l'uomo e poi la finestra "dal primo piano sono già volato diverse volte. Ti offro una terza alternativa".
"Sentiamo" disse l'uomo tornando a sedersi.
"Io vi cerco questo Vikhtor e poi quando l'ho trovato vi avverto e per ora dimentico le vostre fiale e i tre cadaveri".
Carhamel e Anthea confabularono a bassa voce guardando il nano e poi Renè.
Manhu invece prese il telecomando e schiacciò in sequenza tre bottoni liberando il prigioniero dalla morsa del divano "potrebbe essere una buona idea ma siccome non mi fido, prima ti farò un piccolo servizietto".
Frugò nella tasca della salopette e tirò fuori un oggetto metallico, lo accostò al braccio del nano e premette sulla stoffa. Si udì un buffetto "ahi" disse il nano facendo una smorfia.
"Fatto, mammoletta" disse la ragazza "ora sapremo sempre dove sarai e se cercherai di toglierlo, sappi che potresti ritrovarti senza un braccio" ridacchiando.
"Ah, ecco come mi ripagate?!".
"Ripagarti?" indicando la spalla fasciata, "il conto lo salderai a fine lavoro".
Renè fece alzare l'ospite e ora andiamo verso la tua macchina.
Le tre ragazze salutarono il nano e il chimico e richiusero la porta dell'appartamento alle loro spalle "fai il lavoro e facci sapere, ti basterà schiacciare il braccio per comunicare con noi".
Tenendo il revolver contro la schiena del nano lo accompagnò giù dalle scale, e fuori, fino all'Hammer "sali".
Khellendrox salì sul mezzo e richiuse la portiera "a più tardi" disse schiacciando il pulsante dell'accensione e partì dando gas.

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