martedì 12 aprile 2016

L'ultima missione di Doroty

Alla ragazza il conte aveva consegnato una mappa e gli aveva detto che doveva recuperare un oggetto a lui molto caro. Dopo aver cavalcato per un giorno intero nella brughiera, quando ormai il sole stava per tramontare, il territorio attorno a lei cambiò improvvisamente, le dolci colline che avevano orlato la strada percorsa si innalzarono repentine e scoscese, rocce aguzze salivano alte e i prati verdi avevano perso via via colore divenendo gialli e radi.La ragazza fermò il cavallo e scese, prese la mappa e la stese in terra, seguì con l'indice il corso del fiume che ora giaceva secco alla sua sinistra "ci siamo" pensò tra sé e sé, "presto dovrei trovare la grotta".
Ripiegò la pergamena e la infilò nello zaino, quindi diede una pacca al cavallo "vai torna a casa" gli disse.
L'animale la guardò con i suoi occhioni bruni, sembrò capire cosa le stesse dicendo la sua padrona, scosse la testa e nitrì, poi lentamente si allontanò guardandosi ogni tanto alle sue spalle.
Doroty, guardò il cavallo tornare verso la cittadina che avevano lasciato la mattina, prese la corda con il rampino e dopo averla fatta roteare due o tre volte la lanciò verso le rocce aguzze. Il tiro fu eseguito perfettamente e il rampino restò impigliato tra due guglie basaltiche, tirò con tutte le sue forze, poi vedendo che era sicuro iniziò ad arrampicarsi.
Come indicato sulla mappa arrivata a metà della salita vide che la montagna mostrava delle piccole insenatore e foti, ora doveva cercare l'apertura giusta. restò appesa silenziosa ascoltando il rumore del vento e qualche altro rumore che potesse provenire dalla montagna, una folata di vento più robusta delle precedenti la fece trasalire e riprese a salire.
Arrivata dove aveva arpionato la montagna riprese il rampino, guardò verso l'alto e decise dove avrebbe tirato di lì a poco.
Nuovamente fece roteare la corda e lanciò con precisione il rampino qualche metro sopra la sua testa, anche questa volta strattonò la corta per vedere che fosse ben fissata, poi, iniziò nuovamente ad arrampicarsi.
Questa volta fu più veloce e ad un certo punto vide un'apertura piuttosto grande stagliarsi a ridosso della montagna, cercò di guardare al suo interno, ma non riuscì nel suo intento allora, restando appesa si fece dondolare e riuscì al secondo tentativo a raggiungere lo spiazzo antistante l'apertura, lasciò la corda e prendendo una torcia l'accese.
"Si va" disse prendendo coraggio e oltrepassando la soglia della caverna.
All'interno, le pareti della caverna rifletterono la luce della fiaccola, mostrando agli occhi di Doroty diverse conformazioni rocciose di colore azzurro chiaro, stalattiti e stalagmiti salivano e scendevano qua e là e il perenne sgocciolio non era certo il sottofondo musicale migliore per capire se altre creature abitavano quel posto.
La ragazza si fermò e spense la fiaccola, i suoi occhi si abituarono presto alla semi oscurità, si inginocchiò a terra e posando le mani sul terreno umido cercò di concentrarsi sui rumori e su ciò che riusciva a vedere.
Tra una goccia e l'altra riusì ad avvertire un rumore strano, sembrava quasi che qualcosa o qualcuno si stesse trascinando, poi avvertì un odore pungente e pensò si potesse trattare di un qualche tipo di creatura lasciata a marcire da un predatore.
Cercò nella sua memoria di ricordare un predatore che avesse l'abitudine di strisciare ma non le venne in mente nulla, stava per rialzarsi quando qualcosa le piombò addosso dal soffitto.
Aveva trovato il predatore.
Doroty fu veloce, ruzzolò alla propria destra e così riuscì a schivare l'umanoide che, appeso al soffitto le era caduto praticamente addosso, prese la propria lunga spada e si preparò a combattere.
L'uomo, armato di due spade corte, si muoveva molto velocemente riuscendo a schivare tutti i colpi ben assestati di Doroty e di tanto in tanto provava a colpire a sua volta ma anche la ragazza si dimostrò molto scaltra nel far mancare la presa al proprio avversario.
I due, danzarono per un po' all'interno della caverna, saltellando tra una conformazione rocciosa e l'altra fino a quando Doroty raggiunse una immensa colonna e dentro a questa vide l'oggetto che il conte le aveva detto di riportargli.
Decisa a sconfiggere il proprio avversario rifletté sull'insegnamento del suo maestro, controllò la respirazione e cercò di concentrarsi, poi, allontanandosi di due passi dal proprio nemico disse sottovoce due parole.
La spada d'un tratto lampeggiò di una luce intensa, poi fiamme arancioni e gialle si accesero intorno alla lama affilata.
Strolz balzò su Doroty e riuscì a colpirla con lo stocco ad una spalla, poi, ricadde alle sue spalle.
Fu allora che la ragazza ne approfittò, si girò di scatto e dopo aver fatto un breve balzo gli fu sopra.
L'uomo ansimava sotto il peso di Doroty, in quella posizione, assai scomoda, tentò di divincolarsi ma senza successo, allora aprì la bocca e disse qualcosa di incomprensibile. Doroty prese l'impugnatura della spada con entrambe le mani e senza pernsarci ulteriormente appoggiò la punta della lama al collo del proprio nemico, poi la spinse a fondo trapassandolo da parte a parte.
Strolz esalò l'ultimo respiro e la ragazza capì di averlo ucciso visto che dal suo petto non arrivavano più segni di vita.
Si alzò e si avvicinò alla colonna, prese nuovamente la pergamena che le aveva dato il conte, quindi la girò sul fronte dove non era disegnata la mappa.
Il disegno era chiaro, erano le istruzioni per rimuovere l'oggetto dal suo alloggiamento.
Recitò la lenta litania scritta sulla pergamena, poi con la punta della spada praticò due incisioni sopra e sotto l'oggetto. La roccia iniziò a sgretolarsi e il cilindro fu libero.
Doroty lo prese tra le mani, era liscio e freddo, senza pensarci ulteriormente lo avvolse nella pergamena e lo infilò nello zaino, quindi tornò fuori dalla grotta.
La luna piena era alta nel cielo e una miriade di stelle punteggiavano la volta scura.
Riprese la corda e legò ad essa un'altra corda che teneva nello zaino, tirò per accertarsi che fosse ancora stabile e poi iniziò la discesa.
Messi i piedi a terra decise di lasciare la corda, non sarebbe riuscita a recuperarla se non tagliandola, quindi portandosi due dita alla bocca fischiò energicamente. Poco dopo avvertì rumore di zoccoli e ben presto vide il suo cavallo fare ritorno verso di lei.
"Bravo cavallno" disse accarezzando la sua criniera, poi salì e prese la via del ritorno.

Nessun commento:

Posta un commento

Cosa ne pensate?